Casa d’Aste Gliubich a L’Aquila: all’asta 345 opere di grandi maestri abruzzesi

La Casa d‘Aste Gliubich è la location dove  nel pomeriggio di martedì 24 settembre alle 15, le sale del secondo piano di Palazzo Cipolloni Cannella, al civico 9 di Corso Vittorio Emanuele II, sentiranno battere il martelletto per la vendita delle opere dei grandi  pittori abruzzesi, di bellissime statue, porcellane, disegni, mappe, incisioni e mobili di pregio.

 Si tratterà di un’asta  di Antiquariato che è stata denominata “L’AQUILA SI APRE AL MONDO” ed è già stata visitata da centinaia di turisti e curiosi durante i giorni della Perdonanza Celestiniana, ad avvalorare, semmai ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza strategica della maison aquilana per la città e l’intero Abruzzo, quale volano culturale alle manifestazioni che impreziosiscono la città.

La preview dell’asta, le cui opere sono state in allestimento anche durante le celebrazioni della Perdonanza Celestiniana, sarà visitabile fino al 22 settembre dalle 9 alle 17; si tratta di 345 opere consultabili anche sul sito della Casa d’Aste: https://www.gliubich.com.

Teofilo Patini, Francesco Paolo Michetti, Basilio Cascella con i due figli Tommaso e Michele ma anche Pellicciotti, Mariani, Visintini, Bizzoni e Feneziani che sono solo alcuni dei nomi presenti in catalogo.

Punto di forza della Casa d’Aste i i dipinti di Teofilo Patini del quale viene proposta una tela ovale sulla quale è riprodotto Beniamino Frasca, padre di Luigi che fu sindaco di Castel di Sangro, allora ricco borgo abruzzese in quanto capitale armentizia del territorio, fu anche mecenate dell’artista Patini. Da lui acquistò una serie di opere, tra cui “L’Erede”, per allestire all’interno della sua casa palazzata a Calascio, una pinacoteca. Forte il legame con l’aquilano: Teofilo vi nacque nel 1840, l’opera ritrae un personaggio pubblico di Castel di Sangro e, nella dicitura al retro del dipinto, è attestata la presenza dello stesso (al n. 112) nella Mostra tenuta nel Castello Cinquecentesco della città capoluogo d’Abruzzo.

Un’opera di Francesco Paolo Michetti – tra i diversi presentati – ritrae Nunziata Cermignani; si tratta della giovane compagna dell’artista che è incinta del figlio Giorgio: un richiamo simbolico è offerto dalla bottiglia panciuta che la donna stringe in grembo. Essi non erano sposati e lo stato di gravidanza costituiva, all’epoca, uno scandalo ma Nunziata non mostra vergogna anzi, orgogliosamente ostenta il grembo.

Il dipinto presenta una cura particolare e una precisa rappresentazione delle vesti indossate dalla giovane: su di uno sfondo agreste spicca un abito eclettico ispirato al tradizionale vestito di Francavilla al Mare, con  una camicia ornata di pizzo e un corpetto interlacciato, con bretelle chiuse da un nastro di seta color indaco; le maniche sono in broccato con motivi fitomorfi e presentano risvolti in velluto nero. La gonna, anch’essa in broccato, è ripiegata e annodata sul retro, lasciando intravedere un ricco guarnello in raso di seta a righe che il Michetti rende con straordinaria maestria, mentre riflette la luce del sole. Sul capo spilloni decorativi, mentre gli orecchini a boccola con pendente sferico (cd. pompeiane) e un laccio al collo con pendenti e medaglioni decorati con elementi fitomorfi, completano l’insieme.

Provenienti da un’importante collezione privata, le opere di Basilio e dei figli Tommaso e Michele Cascella: l’opera più iconica, intitolata “La Sirena rovesciata” che porta la firma di Tommaso e Basilio  con la data 11920, offre un’immagine – che poi il padre riprodurrà su un piatto oggi nel Museo Cascella a Pescara – che sulla sinistra porta un’iscrizione in dialetto pescarese; ancora di Basilio un’altra opera su carta e pastelli  che mostra una giovane donna che si copre il volto, soggetto anche in altri dipinti intitolati “timidezza”.

Ben rappresentato Tommaso Cascella di cui all’asta sono presenti IL SOGNO DEL PASTORELLO olio si tela il cui cartiglio dietro tela testimonia la partecipazione dell’opera  alla “Seconda Mostra Biennale Italiana di Arte Sacra” del 1955 e un’altra opera  PATINI TEOFILO NON TI ARRABBIARE in cui l’artista, riprendendo la donna più giovane  – – Maria D’Orazio inserita al centro dell’opera “Bestie da Soma” appunto di Patini, scherzosamente, nel titolo, si rivolge con deferenza al pittore di Castel di Sangro.

Anche di Michele Cascella sono presenti più opere: lo scorcio di una via di Ortona, un vaso con fiori e una tela che propone un albero di pesco in fiore con vele sullo sfondo.

All’appuntamento di martedì 24 settembre le 345 opere entreranno in sala per essere esitati: occasione imperdibile per i collezionisti e gli amanti del bello in particolare per coloro che sono appassionati d’arte e, nello specifico, dell’arte abruzzese.