Caso clinica San Raffeele di Sulmona. Sindacati pronti alla mobilitazione
A rischio il servizio dell’Unità Spinale e 11 posti di lavoro. E la politica resta a guardare
SULMONA – Casa di Cura San Raffaele di Sulmona, se la politica non darà risposte certe e non si eviteranno tagli e chiusure, anche di eccellenze presenti in questa struttura come l’unità operativa spina, i sindacati di categoria della finzione pubblica e della sanità, sia confederali che non, da mesi impegnati nella vertenza della San Raffaele, andranno ad iniziative e manifestazioni di grande clamore.
La struttura peligna, infatti, rischia di vedere un ridimensionamento dell’importante servizio dell’Unità operativa spinale, oltre alla perdita di 11 posti di lavoro, se la Regione non interverrà subito con un riadeguamento del budget. Lo scorso 6 dicembre i sindacati hanno partecipato a un tavolo in Regione presso il dipartimento Sviluppo economico Politiche del lavoro, Istruzione, Ricerca e Università per discutere della delicata situazione della casa di cura e dei suoi lavoratori, la cui procedura di licenziamento si concluderà il prossimo 20 dicembre.
Questa la nota dei segretari provinciali di Cgil-Fp Antony Pasqualone, il segretario provinciale della Uil Fpl Antonio Ginnetti, territoriale della Cisl Mauro Incorvati, il componente di segreteria provinciale Marcello Ferretti e il segretario del Cimop El Khoury Said: “Se non saremo ascoltati dalla politica e se non si troveranno soluzioni concrete e immediate per la casa di cura San Raffaele di Sulmona, siamo pronti a iniziative sindacali anche eclatanti. A quel tavolo hanno preso parte solo i dirigenti regionali, mentre la politica con gli assessori alla Sanità Nicoletta Verì e al Lavoro Piero Fioretti è stata assente – affermano i sindacalisti – . Con quella riunione non si è trovata una soluzione al problema licenziamenti, né abbiamo avuto risposte sul problema budget. I dirigenti in quell’occasione si sono presi l’impegno di attivare un tavolo politico che finora, purtroppo, non c’è stato. Nel frattempo il tavolo è stato riaggiornato al 19 dicembre. Per cercare di smuovere le acque le sigle sindacali hanno inoltre scritto una lettera al presidente della Regione Marco Marsilio, chiedendo di essere auditi nel corso del Consiglio regionale che si è svolto lo scorso 10 dicembre. La nostra richiesta al presidente è rimasta lettera morta e i gli assessori di riferimento non ci hanno ancora contattato per aprire un tavolo risolutivo sulla questione – aggiungono Pasqualone, Incorvati, Ginnetti, Ferretti e El Khoury Said – . Martedì ci sarà una nuova assemblea con i lavoratori e, se non saremo convocati a breve, siamo intenzionati ad andare avanti anche con azioni eclatanti se sarà necessario. Ricordiamo ancora una volta che la casa di cura San Raffaele eroga un servizio di altissima intensità assistenziale con prestazioni sanitarie importantissime e complementari al pubblico che producono anche mobilità attiva grazie alla professionalità acquisita negli anni dal personale che continua, nonostante la spada di Damocle sulla testa, a prestare il proprio lavoro quotidianamente senza alcuna certezza sul futuro”.
Al di là delle prese di posizione politiche sulla sanità, con la maggioranza di centrodestra che plaude all’operazione Verì-Marsilio, e il centrosinistra che invece denuncia pesanti e macroscopici tagli che sanciranno la fine della sanità pubblica in Abruzzo, noi, da informatori, dobbiamo prendere atto solo della realtà.
E’ normale non trovare una soluzione per un struttura che offre un servizio di eccellenza e di importanza fondamentale? NO.
E’ normale, in una regione come l’Abruzzo, lesinare sulla sanità, visto che spesso per percorrere 20 chilometri, a causa della conformazione del territorio, si impiega oltre un’ora? NO.
Che sono stati fatti a fare anni di sacrifici e di tagli per rientrare dal “mostruoso” debito sulla sanità, sulla cui formazione peraltro, a nostro avviso, ci sarebbe ancora molto da chiarire?
Le risposte vanno date ai cittadini. Non a noi.