Caso Wash Italia. Domani a Nereto incontro informativo sulla piattaforma per i rifiuti

TERAMO – Si terrà il 24 gennaio presso il palazzo comunale di Nereto un nuovo incontro, organizzato dal comitato “Uniti per un futuro pulito e vivibile” per sollecitare l’attenzione sul progetto imprenditoriale della WASH ITALIA SPA relativo  allo collocazione di un impianto di trattamento per rifiuti liquidi non pericolosi nella zona industriale di Nereto , che ricordiamolo, è un comune con una estensione territoriale di poco più’ di 10 km quadrati, con una popolazione di poco più’ di 5000 abitanti (non ci vuole un genio per comprendere che la scelta della sede per un intervento simile appare criticabile, trattandosi di un comune piccolissimo, per non parlare poi delle distanze decisamente troppo ravvicinate al centro abitato).

Al momento il comitato CCR-Via ha dato parere favorevole alla realizzazione dell’impianto di depurazione, provocando un coro unanime di “no” da parte dei sindaci della Val Vibrata, prima fra tutti il Sindaco di Nereto e di un intero territorio. A quanto pare per gli uffici della Regione, la documentazione fornita per evidenziare una serie di criticità, in sede di conferenza servizi non è degna di particolare nota.

E24 A tal proposito giriamo la domanda al geologo Luca Di Carlantonio, dottor Di Carlantonio, quali sono le criticità dal punto di vista della sostenibilità ambientale di un intervento simile, che si vuole fare passare sotto traccia in questo procedimento, unitamente anche ad un serie di irregolarità dal punto di vista amministrativo che sono state compiute ? 

Luca Di Carlantonio:” Non mi meraviglio del parere favorevole del comitato CCR-VIA, in quanto già a settembre si era espresso in tal modo. E’ davvero considerevole la mole dei documenti e delle relazioni presentate in sede di Conferenza dei Servizi del 26/11/2019 e del 20/12/2019. C’è da dire che è un’area in cui sono presenti vincoli comunali e sovracomunali, riportati tutti nelle relazioni che ho presentato, insieme al Comune di Nereto, alle minoranze, ai comitati e a tutti i sindaci della Val Vibrata. Dal punto di vista procedurale, c’è stata innanzitutto molta confusione. Infatti il responsabile del procedimento prima ha avocato a sé anche la Conferenza dei Servizi già indetta dal Genio Civile, per poi fare un passo indietro e rimandare i verbali delle conferenze al comitato CCR-VIA in autotutela. Inoltre, noto con stupore che, con una nota del 14/01/2020 della Regione alla Ditta, ancora si chiede la verifica di determinati pagamenti per l’istruttoria. Ritengo paradossale parlare di un procedimento/non procedimento. Le criticità sono molteplici. L’area di proprietà rientra per buona parte nel vincolo PSDA (Piano Stralcio Difesa Alluvioni), non solo per la particella catastale di entrata dell’impianto, ma anche per altre. Ricordo che è un vincolo sovraordinato con delle limitazioni. Un altro vincolo che insiste sull’area è quello della distanza fluviale e lacuale; risulta, inoltre, dal Piano di Emergenza Comunale di Nereto che la Strada Provinciale 8a è una viabilità di emergenza. Pertanto, è impensabile (anche perché previsto da normativa) avere un carico veicolare così elevato a ridosso di un corso d’acqua. Basti ricordare i danni creati dalle esondazioni del torrente Vibrata, non solo nel 2011 e nel 2013, ma anche negli anni 70/80, che hanno interessato per intero l’area. L’albergo ristorante “Lago Verde” attualmente rappresenta un’attività costretta a chiudere a causa appunto delle esondazioni del torrente. Da precisare anche che a monte sono state realizzate opere a difesa spondale che accelerano il flusso dell’acqua; quindi una piena del torrente potrebbe causare molti più danni di quelli già avvenuti in passato nell’area. Per continuare, l’area rientra all’interno del centro urbano; al contrario di quanto dichiarato in passato, insiste il vincolo paesaggistico e paesistico e, nelle vicinanze, ci sono anche case sparse. Ricordo che nelle vicinanze ci sono attività che accolgono ogni giorno centinaia di adulti e bambini, abitazioni. Inoltre, o meglio dire soprattutto, ci sono dei vincoli indetti dal Piano Tutela delle Acque. L’area, studiata dal sottoscritto negli anni 2007 e 2011, già presentava un elevato inquinamento, sia da nitrati sia da metalli pesanti e da molte altre sostanze che possono creare tumori e disfunzioni a livello cerebrale. Dati confutati dall’Istituto Zooprofilattico, ma anche dall’ARTA. Sono attonito da come l’ARTA, anziché intensificare i punti di controllo sulla Piana del Vibrata, li abbia diminuiti. 

Luca Di Carlantonio

Ribadisco che gli unici piani e/o programmi e/o progetti da realizzare sulla piana sono quelli relativi ad un risanamento dell’asta fluviale e delle acque profonde perché la prevenzione dell’inquinamento è l’unico modo razionale per gestire le molteplici dinamiche di una falda

La Regione, dicevamo, non ha ritenuto degna di particolare nota tutta la documentazione fornita. Ebbene, una domanda nasce spontanea, a questo punto, ma siamo sicuri che l’abbia effettivamente  letta e seriamente passata al vaglio nei punti che sono stati esposti? Sembra che l’unica cosa che venga percepita con una certa urgenza, in questa situazione, sia l’esigenza di speculare su un territorio che andrebbe invece risanato. Si pianificano, e si approvano allegramente, speculazioni mascherandole, anche abbastanza male fra l’altro, con buona pace degli uffici regionali”.

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