C’è un libro per voi…anzi tre: in libreria le ultime fatiche letterarie di Cinzia Zuccarini, Martina e Marzia Carbutti e Antonio Laurino
Un libro non basta. Ce ne vogliono tre. Così si può scegliere. O potete anche leggerli tutti (meglio).
Il primo, ambientato nella Venezia del ‘700, è una storia che si dipana in un ambiente musicale; la protagonista è una cantante che ha vissuto rifiuti e privazioni ma portatrice di un potente talento musicale che, dopo varie vicissitudini non sempre edificanti, incrocia la sua strada con quella di un altro talento femminile…
“Tutti i nomi dell’anima”, il secondo romanzo di Cinzia Zuccarini
E’ un’energia femminile forte quella che attraversa “Tutti i nomi dell’anima” il secondo romanzo della musicista pescarese Cinzia Zuccarini, edito da Diastema. Già autrice di un primo lavoro – “La metà di un soldo” – la scrittrice ne segue, quasi ideale continuazione, l’impostazione a metà tra il diario e il racconto: è la storia di Annina, amica e coscienza altra nel primo romanzo, diventa protagonista in quest’ultimo. Anche lei orfana del Conservatorio della Pietà di Venezia, voce bellissima e solida cultura musicale, cancellate dal marchio della povertà e del rifiuto; quella indagata e ricostruita da Cinzia Zuccarini questa volta è però un’altra Venezia, la carne nascosta sotto la pelle della nobiltà e della bellezza. In cui Annina si perde e si ritrova, costretta ad allontanarsi dal suo ambiente protetto. Saranno ancora una volta la musica e il suo talento a salvarla. La sua storia si incrocia con quella di un violino, sogno realizzato di un’artigiana magnifica, moglie e assistente di uno dei più grandi liutai della storia Giuseppe Guarneri del Gesù.
E’ una ricerca storica importante quella su cui si fonda il romanzo, i personaggi, alcuni di fantasia altri realmente vissuti, interagiscono con uno sfondo d’epoca reale, quello che porterà fino all’abbattimento delle porte del ghetto veneziano, aprendo la laguna a un altro futuro. Le lotte per i diritti sociali, l’emarginazione da cui le fasce popolari tentano di affrancarsi, il riscatto di un talento che passa sempre attraverso l’approvazione maschile sono poi l’anima autentica della storia, quella a cui i nomi dei personaggi si legano, rappresentando, ognuno, un valore. La liutaia Katarina Guarnera diventa, in questo senso, protagonista: svolge un lavoro da uomo, lo dedica ad altre donne di talento che come lei hanno una parte di esistenza negata. Il suo violino è il testimone di un progresso che ancora non giunge a compimento.
E’ necessario – sottolinea Cinzia Zuccarini – “lavorare perché anche nella storia della musica vengano rivalutate tutte le figure femminili che hanno creato cultura; con “La metà di un soldo” la ricerca mi ha portato sulla strada delle compositrici, che hanno creato musica splendida ma di cui raramente vediamo i nomi nei programmi di sala dei concerti”. Istituti come il Conservatorio della Pietà hanno avuto un loro preciso ruolo “nella formazione di schiere di talenti rimasti sconosciuti ed esiste anche un’identità femminile che ha creato arte a livelli altissimi ed è stata letteralmente cancellata dalla memoria comune. La ricerca e il fortunato ritrovamento di una liutaia donna apre ad una storia che, scritta prevalentemente al maschile, tende a misconoscere l’apporto femminile. Un dialogo tra i sogni e le necessità, raffinato e a volte feroce, incorniciato in quell’Italia di fine Settecento condizionata, anche nelle sue forme migliori, da potenti divaricazioni sociali.
Già presentato il 16 novembre, alla stagione di “Musica da Leggere” al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, nel corso della quale Cinzia Zuccarini ha ricevuto un prestigioso riconoscimento e ha dialogato con Nicky Hawthorne, il romanzo sarà poi presentato anche a Roma, il 9 dicembre alle ore 16, nell’ambito di “Più libri più liberi”.
Un dialogo tra i sogni e le necessità, raffinato e a volte feroce, incorniciato in quell’Italia di fine Settecento condizionata, anche nelle sue forme migliori, da potenti divaricazioni sociali.
Il secondo romanzo è decisamente intimista e, per certi versi, metafisico, senza essere perciò indecifrabile.
“Un filo invisibile” di Martina e Marzia Carbutti.
Per l’edizione di Passione Scrittore Selfpublishing, partner di Mondadori Store, il libro spinge a riflettere sull’esistenza della vita oltre quella meramente terrena.
Lo stile leggero ma non superficiale, scorrevole alla lettura, a volte volutamente ironico, pone due donne, che hanno affrontato la scomparsa del loro papà, a scriverne attraverso una sorta di diario che ne racconta l’essenza, la profondità quanto la simpatia, a volte esilarante. L’elaborazione del lutto avviene attraverso la scrittura, rinunciando alle lacrime che, secondo gli indiani Chan Kom ritarderebbero l’arrivo dell’anima in cielo. Una scrittura autentica, che nasce dal cuore che svolge e avvolge appunto, un filo invisibile, iniziato come puro sfogo dell’anima da Martina che ha iniziato a condividere racconti di vita vissuta del suo papà con gli amici virtuali sulla pagina facebook. Ed ecco che la “non realtà” dei social si è trasformata in quella realtà tangibile che soltanto un libro può rappresentare. Un Filo Invisibile che, in modo reversibile, trasla dal mondo digital a quello fisico, per raccontare su carta momenti di vita, prima cristallizzati su un computer o un telefonino. La grafica del libro, proprio come sui social, è leit motiv di pagine arricchite di immagini, emoticon e aforismi per inviare a tutti, e ricordare a sé stessi, che la vita continua anche lassù…
Martina e Marzia si immergono così nel passato, vivendo una seconda infanzia ed evidenziando come certi messaggi, le raccomandazioni e il ripetersi di alcuni gesti dei propri genitori, solo in età adulta possono essere compresi e apprezzati.
Martina e Marzia hanno rispettivamente quarantatré e quarantasei anni, oggi impiegate hanno vissuto in passato per anni importanti esperienze lavorative nel mondo dell’infanzia, Martina gestendo un nido famiglia e Marzia quale organizzatrice e animatrice di feste per bambini. Naturale dunque, che abbiano pensato ci condividere con i lettori, il loro dolore e il suo accogliemento e, supportare chi come loro vive un dolore così grande sostenendo la Fondazione Santa Lucia che sarà destinataria dei proventi della vendita del libro. La Fondazione Santa Lucia IRCCS è un ospedale di neuroriabilitazione ed istituto di ricerca in neuroscienze, dalle autrici descritto come “una seconda casa” quando la loro mamma, ai tempi paralizzata, ne era degente. “Asciuga le tue lacrime e non piangere se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace” (S.A.)
Link: https://www.amazon.it/filo-invisibile-Martina-Carbutti/dp/8833776743
Il terzo libro è una raccolta di racconti in cui il tema conduttore è la consapevolezza.
“Binocoli a Gettoni” di Antonio Laurino nella Collana Soffi della Editrice Scatole Parlanti
I binocoli a gettoni sappiamo tutti cosa sono: strumenti per veder vicino quello che invece è parecchio lontano. L’autore dei racconti si sofferma, sulla sua collezione di racconti brevi e brevissimi, su un tema singolare quale è la consapevolezza. I binocoli infatti, oggetti affascinanti e impietosi, ci permettono di avere una vista eccezionalmente chiara e tangibile di ciò che si offre al nostro sguardo, ma per un tempo crudelmente limitato. Le diciotto esperienze narrate mettono a nudo proprio la fugacità delle rispettive visioni, proponendo un trasferimento di queste sul piano delle vicende umane, che ora appaiono confuse e disordinate e il momento dopo prendono nitidezza e, con essa, acquistano di significato. I personaggi dei racconti sono ora esseri umani come Roberto, il quale ha modo di impartire al suo amico truffatore una sana lezione di coscienza o Michele, laureato brillante e precario, che in seguito all’ennesima delusione professionale capisce di aver sempre confuso pregi e difetti e ancora, Erica, madre di Tommy, che nell’affannosa corsa verso la scuola del bimbo inciampa in un trauma rimosso. E c’è poi un ragazzino, in lotta con il padre, che scopre come il genitore abbia vissuto a sua volta ciò che lui sta provando o Antonietta, che realizza di non poter più convivere con la solitudine o chi fa i conti con la spiacevole condizione di single chi paga le conseguenze di una ricerca introspettiva fin troppo perturbante; chi, apprendendo della morte di una ex collega, ne comprende solo in quell’istante i presupposti, di cui in fondo era sempre stato a conoscenza. Ma c’è anche un numero che, convinto di essere uno zero, riconosce finalmente il proprio valore, e un anziano solitario che, spronato da un coinquilino fuori dal comune, trova il coraggio di essere più felice.
Link: sito personale www.antalur.it