Cinquecento firme dai territori del Pnalm per dire alla Asl1: «Anche noi abbiamo diritto al medico sull’ambulanza»

La manifestazione sulla sanità a Pescasseroli dell'inverno scorso

PESCASSEROLI – Cinquecento firme n due giorni raccolte nei comuni del Pnalm da cittadini e Cgil provinciale dell’Aquila per dire alla Asl1 che il territorio del Parco ha diritto all’assistenza sanitaria.

A partire dall’elemento base del medico in ambulanza, e non del mero trasporto nella prima struttura sanitaria… di strada.

Una petizione con raccolta di firme che è anche un punto importante. Le persone, quelle di tutti i giorni, che di sanità possono vivere o morire, parlano direttamente alla dirigenza Asl1, nota fino ad per restare impassibile di fronte a qualsivoglia protesta, segnalazione e affini.

La nota della Cgil Provinciale dell’Aquila

«In due giorni sono state raccolte oltre 500 firme per chiedere il ripristino del servizio di 118 con ambulanza medicalizzata e il potenziamento dei servizi sanitari dedicati alla comunità del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

La petizione sarà consegnata nelle prossime ore al Prefetto dell’Aquila, al Direttore Generale della ASL e all’Assessore Regionale alla Sanità.

L’erogazione dei servizi sanitari delle aree interne e più marginali continua ad essere uno dei tanti nodi irrisolti della nostra provincia.

I comuni di Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea, in piena stagione estiva e con un’affluenza significativa di turisti, sono ancora carenti del medico di postazione del 118.

Questo costringe una intera comunità all’assenza di un servizio fondamentale che garantisca un adeguato intervento in caso di emergenza e/o di urgenza.

Parliamo di un comprensorio, quello del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che esprime una importante esigenza sanitaria legata alla sua vocazione turistica, con una considerevole presenza di turisti in tutti i mesi dell’anno, appassionati della montagna e della natura.

Un comprensorio che ha vissuto in questi anni un inesorabile spopolamento al pari di altre realtà del nostro territorio, dovuto soprattutto alla provvisorietà dei servizi essenziali quali quelli sanitari che, di fatto, priva un’intera comunità del diritto alla salute ed alla cura.

Per restituire dignità alle nostre comunità è inutile ricorrere ancora a millantate virtù neoliberiste per cui al mercato è assegnato il compito di regolare la vita degli individui, a prescindere dai bisogni che questi esprimono.

Solo la presenza dello Stato nelle sue diverse articolazioni può garantire l’erogazione di servizi essenziali, diffusi ed uguali per tutti e tutte. E’ lo Stato che deve servire la collettività.

Per uscire dalla crisi economica e sociale bisogna ripartire dai bisogni della popolazione, trovare le dovute soluzioni ai problemi e ricostruire un sistema di fiducia verso le istituzioni che sono chiamate con responsabilità a programmare i necessari interventi sui territori, partendo dal sistema sanitario, scuola e trasporti.

Le nostre comunità meritano rispetto, ma meritano soprattutto un progetto socio-economico-culturale, un contratto sociale territoriale, che restituisca loro la prospettiva di un vivere dignitoso e il più possibile vicino a quello di chi vive nei più grandi centri abitati.

Non è accettabile che dopo mesi un intero comprensorio sia sprovvisto del medico del 118, soprattutto se la vocazione di quel territorio e di quella comunità è di accogliere i turisti valorizzando il proprio territorio, curandolo e salvaguardandolo.

Non c’è più tempo per i rinvii, bisogna intervenire nell’immediato per riconsegnare diritti e la giusta dignità alle nostre comunità».

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