Comparto sanità regionale in agitazione per il contratto di secondo livello. I sindacati annunciano proteste se non si aprirà il confronto
L’AQUILA – Sindacati della sanità in agitazione per il rinnovo contrattuale di secondo livelli e l’adeguamento dello stesso.
Con una nota inviata ai presidenti delle regioni Abruzzo e Molise e ai rispettivi assessori alla sanità, infatti, le sigle sanitarie e della funzione pubblica di Cgil e Uil e la Fials, hanno chiesto la sollecita convocazione del tavolo di confronto per riprendere la discussione avviata il 27 luglio scorso e mai più ripresa.
I sindacati, peraltro, chiedono di essere convocati con “estrema urgenza” e se non avranno una risposta in tempi stretti, preannunciano sin da subito stato di agitazione e mobilitazione dei lavoratori per protestare contro questa ennesima ferma del rapporto con la Regione.
Cgil Uil e Fials, inoltre, ricordano le materie soggette al confronto sindacale finalizzato a emanare le “linee generali di indirizzo per lo svolgimento della contrattazione integrativa”, che sono:
- all’utilizzo delle risorse aggiuntive regionali;
- alle metodologie di utilizzo da parte delle Aziende ed Enti di una quota dei minori oneri derivanti dalla riduzione stabile della dotazione organica del personale di cui all’art. 39, comma 4del CCNL 7/4/1999 (Finanziamento delle fasce retributive, delle posizioni organizzative, della parte comune dell’ex indennità di qualificazione professionale e dell’indennità professionale specifica);
- alla modalità di incremento dei fondi conseguente l’aumento della dotazione organica del personale o dei servizi;
- alle prestazioni aggiuntive del personale;
- alle problematiche connesse al lavoro precario e ai processi di stabilizzazione del personale “piramidato”.
Prima di ogni altra discussione, poi, i sindacati pongono la questione riguardante l’erogazione del cosiddetto “Premio Covid”.
Anche nel comparto sanità, in buona sostanza, come in tante altre categorie lavorative e professionali, si inizia a sentire il vento di un autunno che si preannuncia a dir poco bollente.