Comune Nuovo di Avezzano. Di Pangrazio riprende in carico lo “Scatolone di cemento”
AVEZZANO – Comune Nuovo (o Contratto di Quartiere 2), la Storia Infinita – capitolo 4. Il Di Pangrazio 2.
La penosa vicenda, al limite dello straziante ormai, riguardante il tristelo scatolone di cemento e vetro che agonizza da anni nella zona nord di Avezzano, torna ai blocchi di partenza. Questa mattina, infatti, il Comune di Avezzano ha preso nuovamente in carico la struttura del Nuovo Municipio della Città. O della sua intenzione, insomma.
La vicende riguarda l’edificio la cui realizzazione è iniziata con l’Amministrazione diAntonello foris e non si è mai conclusa, all’intenro non c’è un solo imapinto realizzato e funzioante, e che ha attarversato le amministrazioni Floris, e poi Di Pangrazio 1, De Angelis e ora la Di Pangrazio 2. Nel frattempio c’è stata una indagine della magistratura, parte conclusasi e parte anocra in corso con processi pendenti, che però ha stabilito una certezza. Sono stati spesi già una montagna di soldi pubblici per realizzare il più oltraggioso monumento allo spreco e all’inefficienza mai visto.
Oggi, definito il contenzioso con l’Irim (l’associazione di imprese che avrebbe dovuto realiazzare il palazzo), il primo cittadino ha effettuato un sopralluogo per far sì che il Comune rientri nella piena disponibilità dei locali della struttura.
«Avevo affermato più volte in campagna elettorale che l’impegno verso il nuovo municipio era un punto fondamentale nel nostro programma – ha dichiarato Di Pangrazio – . Siamo a lavoro e rientriamo oggi nella piena gestione dell’intero immobile. Siamo pronti ad effettuare tutte le verifiche necessarie e con tutto l’impegno necessario, di questi tempi, il prossimo anno potremmo avere un nuovo municipio con nuovi uffici di servizio pubblico. Oggi l’Irim ha vinto il ricorso in appello relativo al lodo arbitrale, cosicchè – ha spiegato Di Pangrazio – rientriamo nella piena disponibilità della struttura e lavoreremo per concludere definitivamente il progetto di un nuovo Municipio per la città».