“Continuum”: mostra a L’Aquila di Cerasoli e Di Cecco, i fotografi impegnati a ricucire il tempo

Consolidare il legame tra il Gruppo Intesa San Paolo e la città dell’Aquila e aprire gli spazi della nuova sede in corso Emanuele 59 alla cittadinanza per offrirli come luoghi di cultura e di arte, Te.Co – Territorio & Comunità ETS presenta, con queste intenzioni, la mostra fotografica CONTINUUM, fortemente voluta dai consulenti finanziari Fideuram, Sanpaolo Invest e IW Private Investment della provincia dell’Aquila.

La mostra, pensata e realizzata con gli scatti dei fotografi aquilani  Claudio Cerasoli e Antonio Di Cecco, montata con la delicata cura della Casa Editrice RVM HUB, del visual design di VISIVE e il supporto tecnico di VIVIAMOLAq resterà aperta da 27 ottobre al 25 novembre prossimo, nei giorni di venerdì e sabato dalle 17 alle 19:30.

Il titolo della mostra – CONTINUUM – è un concetto frutto dell’inventiva dello scrittore Alessandro Chiappanuvoli che ha inteso, con questa idea, offrire un’immagine mentale da offrire ai visitatori.

Il continuo, la continuità è riferita alla spaccatura prodottasi all’indomani del terremoto del 6 aprile 2009 che ha indelebilmente e prepotentemente segnato in un prima e in dopo la vita della città e dei suoi abitanti.

Sebbene l’Aquila abbia subìto, nei secoli, diversi eventi tellurici, è sempre quello che si vive nell’attualità che rappresenta un trauma, una rottura (di certo non solo materiale) della vita che si conduce. Eppure, sotto questa profonda spaccatura si possono cercare e trovare elementi di continuità, “un continuum temporale che spesso sfugge agli abitanti e che rimane loro inafferrabile; anche quando la storia nuda della città ferita sta sotto i loro occhi per anni”.

E’ la stessa città a narrarlo, nei suoi elementi architettonici più significativi e non solo, mostrando un continuum – appunto – che non è solo “orizzontale”, nel senso di una linea del tempo e di una continuità che è solo un susseguirsi di tempo dopo tempo, ma è anche “verticale” se si presta attenzione ai cambiamenti intervenuti su quegli elementi architettonici che presentano e mostrano stratificazioni del loto tempo continuo e forse, anche “attuale e con-temporaneo” osservabile negli interventi di ricostruzione e restauro che iniziati, ancora aspettano di esser completati.

E così Chiappanuvoli scrive che “chi attraversa e vive la città ha l’occasione preziosa di ascoltare questa storia e di accedere così in una dimensione temporale altra, in un continuum identitario che, forse, può aiutare anche a ricucire la spaccatura negli animi: il prima e il dopo”.

Così le fotografie di Antonio Di Cecco e Claudio Cerasoli dialogano tra loro e con gli spazi; i punti di vista che cambiano in un movimento sinusoidale e raffigurano tetti e panorami, dando aria e respiro, così come seguono i fili di una ricostruzione ancora in corso d’opera; che conducono a un lato più oscuro e misterioso, delimitato da barriere, finestre sbarrate e angoli che portano verso l’ignoto.

La città quindi perde la sua familiarità e si mostra attraverso gli scatti di due flâneurs che con la tecnica e con “l’occhio interiore” si abbandonano al movimento del costruito e non ancora ricostruito; dei luoghi chiaramente abitati e da altri che dialogano con quel lontano 2009, nel tempo dell’attesa.

Il movimento e il rallentamento, l’attesa e l’operosità: parliamo della ricostruzione ma parliamo della vita di ogni uomo, della vita di una città che con la ciclicità del tempo ha imparato a convivere e rivivere e che sta – forse – scoprendo che non esiste un vero “prima e un dopo” nello sguardo dei secoli. Esiste un tornare cenere e tornare viva, Fenice più che Aquila. Lo si scopre nei muri dei palazzi che parlano di sedimentazioni, lo si scorge nelle pietre, nei campanili che raccontano di chi li ha ri-costruiti, prima di noi. (RVM Hub)

ANTONIO DI CECCO

Nato nel 1978 all’Aquila, qui attualmente vive e lavora nel suo studio Contrasti Urbani. Sviluppa progetti sui processi di modificazione dei luoghi e sul rapporto tra essere umano, ambiente e tempo, oltre a occuparsi di fotografia di architettura e di paesaggio. È rappresentato dall’Agenzia Contrasto e dalla Galleria Gomma, Roma.

CLAUDIO CERASOLI

Nato nel 1986 all’Aquila. I suoi ambiti di ricerca sono: lo spazio urbano e il rapporto in relazione all’essere umano, i paesaggi naturali e l’ambiente, l’interconnessione tra società e tecnologia. Ha esposto in festival italiani ed esteri, tra cui Cortona on the Move, Kaunas Photo e Rovinj Photodays. Nel 2018 ha vinto il premio Canon Giovani Fotografi.