Contratto Polizia Penitenziaria. La Uil-Pa: «Il Governo Meloni “annuncia” pochi spiccioli e 17 euro in meno di aumento rispetto ai “colleghi” della Finanza»
ROMA – Come dire lavorare peggio e guadagnare meno. Questo è il quadro che si presenta stando a quanto denunciato dalla Uil-Pa Polizia Penitenziaria, se si va a guardare ciò che il Governo Meloni ha proposto al tavolo contrattuale.
«Le risorse stanziate per il rinnovo del contratto di lavoro degli appartenenti alle forze dell’ordine, equivalenti a poco più di un terzo dell’inflazione degli anni di riferimento, sono un’elemosina per le donne e gli uomini in divisa impegnati nel difendere la sicurezza con scarsi e inadeguati strumenti e in forte sottorganico.
Parliamo di 198 euro mensili, lordi, medi a regime, che al netto delle ritenute alla fonte e spalmate sulla struttura retributiva, soprattutto per le qualifiche di base, che sono la maggioranza, si tradurranno in pochissimi spiccioli.
Ancora peggio per gli appartenenti alla Polizia penitenziaria per i quali, per via del meccanismo di ripartizione, si prospettano aumenti inferiori di 17 euro rispetto agli appartenenti alla Guardia di Finanza e di 10 euro guardando alla media».
Lo ha dichiarato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria, alla riunione presieduta dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, e in corso presso il dipartimento della Funzione Pubblica fra una nutrita delegazione governativa, composta dai ministri o i viceministri interessati, e i sindacati delle forze di polizia e delle forze armate per il rinnovo del Ccnl già scaduto da tre anni.
«Con il lavoro straordinario, le cui prestazioni sono di fatto senza limiti, obbligatorie e indispensabili per il disimpegno dei compiti ordinari, siamo addirittura al “Caporalato di Stato”.
Non solo viene pagato meno del lavoro ordinario, ma il Governo pretende che per rivalutarlo si spendano le risorse destinate al rinnovo contrattuale.
In altre parole, i poliziotti dovrebbero continuare ad autofinanziarsi il lavoro prestato oltre l’orario ordinario per far fronte alle mancate assunzioni.
La sola Polizia Penitenziaria viene scientemente costretta a operare con 18mila unità in meno rispetto al fabbisogno, tanto da dover espletare turni che si spingono fino a ben oltre le 12 ore continuative», ha aggiunto il Segretario della Uil-Pa Polizia Penitenziaria.
«Chiediamo al Governo e, in particolare, al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di mantenere fede agli impegni assunti anche con specifico riferimento al lavoro straordinario, ricordiamo tutti la sua frase: “non si può accettare una realtà nella quale un poliziotto prende meno di un collaboratore domestico”, tenendo in disparte ogni considerazione sulla retribuzione dei collaboratori domestici, e di reperire i fondi necessari per addivenire ad aumenti dignitosi che ristorino sufficientemente le donne e gli uomini in divisa dell’impareggiabile sacrificio, al costante rischio della vita, nella tutela della sicurezza e della libertà delle istituzioni repubblicane.
Fondi necessari non solo per adeguare la retribuzione base, ma anche per rivalutare le indennità e finanziare gli istituti normativi, a partire dal congedo parentale, nella fruizione del quale i lavoratori del comparto finiscono per essere penalizzati, paradossalmente, in ragione della loro specificità.
Analogamente, è irrinunciabile alimentare e finalizzare le risorse da destinare alla previdenza dedicata, onde evitare che gli appartenenti alle forze di polizia, dopo oltre 40 anni di servizio, che per la Polizia Penitenziaria sono oltre 40 anni di carcere, finiscano per percepire un assegno prossimo a quello sociale.
Non ultimo, è fondamentale omogenizzare il trattamento economico all’interno del comparto e che vede la Polizia penitenziaria fanalino di coda davanti solo all’Esercito», ha concluso De Fazio.
Della serie…”Figli di un Dio minore”.