Cooperative per l’assistenza agli anziani utilizzate per distrarre denaro e acquistare immobili di lusso. Maxisequestro della Finanza
CAMPOBASSO – Cooperative attive nell’assistenza agli anziani, usate per copertura alfine di coprire distrazioni di capitali, ufficialmente donati a duna Fondazione di facciata, per acquistare immobili di pregio.
Il clamoroso giro di frodi, per oltre 2 milioni di euro, è stato scoperto dalla Procura di Campobasso, grazie ad indagini svolte su iniziativa della Procura molisana.
Questa mattina, infatti, personale della Guardia di Finanza – Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Campobasso, sotto la direzione della Procura della Repubblica, ha eseguito, su provvedimento del Gip presso il locale Tribunale, un sequestro preventivo in via diretta di 5 complessi immobiliari, ubicati nel territorio della Provincia di Campobasso, del valore stimato di euro 2.600.000,00, in relazione ad ipotesi di riciclaggio ed autoriciclaggio, in violazione degli artt. 648 bis e 648 ter 1 del Codice Penale.
Allo stato delle indagini risulta coinvolta anche una Fondazione attraverso la quale, i soggetti responsabili, avvalendosi di cooperative sociali operanti nel settore dell’assistenza agli anziani, gestite di fatto dagli indagati, riuscivano ad appropriarsi di ingenti capitali successivamente utilizzati per l’acquisto di immobili di cospicuo valore, intestandoli fittiziamente sia al citato ente non lucrativo, che ai prossimi congiunti del principale indagato.
L’attività trae origine da taluni approfondimenti investigativi in materia patrimoniale, da parte della Guardia di Finanza, in stretto coordinamento con questo Ufficio Giudiziario.
Le successive investigazioni hanno consentito di svelare l’articolato sistema di frode messo in atto da un soggetto italiano il quale, con la collaborazione di alcuni familiari e prestanome, distoglieva ingenti somme di denaro dalle società cooperative, simulando donazioni a favore della Fondazione, o giustificava le distrazioni delle somme attraverso generiche diciture che non trovano rispondenza con la realtà dei fatti.
I provvedimenti sono arrivati dopo una indagine patrimoniale sul principale indagato, suoi congiunti e alcuni prestanome
I capitali così distratti venivano utilizzati per acquisire il patrimonio immobiliare aggredito con la misura cautelare reale eseguita, che veniva impiegato anche in attività economiche in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza delittuosa, con illeciti operazioni di riciclaggio ed autoriciclaggio.
È stato appurato, tra l’altro, che parte di uno degli immobili sequestrati, sempre intestato alla Fondazione, veniva utilizzato, senza formale titolo, da un’attività commerciale riconducibile al fratello del principale indagato.
Il sequestro preventivo disposto sui beni nella disponibilità dell’indagato e dei propri familiari, volto a conservare il profitto del reato ai fini della successiva confisca, si inserisce nel contesto delle linee di intervento di questa Procura della Repubblica volte alla repressione dei reati da realizzarsi, non soltanto intervenendo sui presunti autori, ma anche aggredendo i beni che ne costituiscono il profitto.
Questo in un’ottica di deterrenza e di recupero alla collettività di quanto illecitamente acquisito, avvalendosi del contributo specialistico della Guardia di Finanza.
Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, nel corso delle quali gli indagati potranno esperire, in ottica difensiva, tutti i rimedi processuali, previsti dal codice di rito.