Coronavirus e culto. Le stranezze in giro per il mondo e quella misteriosa profezia di Papa Giovanni XXIII
Coronavirus: cosa accade nel mondo del culto? Vediamo un po’…
In Corea del Sud drammatiche ripercussioni: una setta religiosa è stata all’origine del suo focolaio più importante di covid-19. Pare che a Daegu, amena città coreana con quasi 2,5 milioni di abitanti, si sono verificate inizialmente oltre 450 infezioni che hanno colpito i membri della “Chiesa di Gesù Shincheonji”. Una donna, che aveva partecipato a una funzione religiosa, sarebbe stata la causa del contagio, non solo, il funzionario coreano responsabile della lotta al coronavirus, contagiato a sua volta ha ammesso di essere anch’egli un adepto della setta. Il South China Morning Post riporta che l’organizzazione è considerata un “culto del giorno del giudizio” e che il fondatore Lee Man-hee, 88 anni ha definito il contagio “un test per la fede”. L’anziano signore sostiene che Gesù gli apparve come una “brillante figura celeste” e di averne indossato il mantello.
Ma di cose strane attorno alla pandemia ce ne sono, rimanendo nell’ambito religioso. Cosa faranno mai in questo tempo di “segregazione sanitaria” i Testimoni di Geova non potendo più bussare all’uscio di casa proprio quando stai portando il cucchiaio alla bocca? I tempi si evolvono, così pure i metodi di comunicazione. Con un metaforico colpo di reni hanno avuto un guizzo degno del miglio portiere di calcio: al pari delle aziende di telefonia hanno organizzato un call center col quale portano avanti la loro testimonianza chiamandoti a casa che tu lo voglia o meno. Sul sito web del movimento religioso si legge: “Dalle profezie bibliche sappiamo che le epidemie sarebbero state un tratto distintivo degli ultimi giorni…”. Se ne deduce che “devono continuare a salvare anime”. Attenzione usano anche la posta elettronica!
Porto Alegre, Brasile, primo marzo. I leader della “Cattedrale Globale dello Spirito Santo”, popolarmente nota come la “Casa dei Miracoli”, hanno organizzato un evento per i soli fedeli, al fine di combattere il coronavirus con la fede. L’evento pubblicizzato attraverso manifesti, porta lo slogan: “O poder de Deus contra o coronavirus“, che letteralmente significa “Il potere di Dio contro il coronavirus”. I leader della Casa dei Miracoli, Silvio e Maria Ribeiro, profeti di professione, promettono di rendere i fedeli immuni al Covid-19 attraverso un olio speciale, benedetto da loro, che sarà distribuito nel corso dell’avvenimento, non si sa se gratis o a pagamento.
I più preparati nel disastro sanitario sono, però, i membri della “Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni” fondata da Joseph Smith ed erroneamente chiamati “Mormoni”. La loro fede li incoraggia ad avere sempre a casa un rifornimento di cibo e soldi in caso di calamità. Secondo una “profetica” lettera della Prima Presidenza del 20 gennaio 2002, i membri della Chiesa “possono iniziare una scorta di provviste familiari cominciando ad immagazzinare i generi di prima necessità atti a garantire la sopravvivenza… Le famiglie che non hanno i mezzi per acquistare i generi alimentari sufficienti per un anno possono iniziare con una scorta di provviste alimentari sufficienti per qualche mese”. Oggi servono.
Nel tempo del Coronavirus c’è chi si prepara all’epidemia, chi promette miracoli e chi è sempre imbufalito contro il mondo intero: Il Giornale.it ci fa sapere che su una pagina Facebook musulmana la pandemia del coronavirus è stata salutata come la punizione di Allah per gli infedeli. Secondo uno dei moderatori della pagina, infatti, in Cina ci sono “1 milione di musulmani Uighuri detenuti in campi di concentramento. La Cina ha trasformato la regione autonoma Uighura dello Xinjiang in qualcosa che assomiglia a un enorme campo di internamento avvolto nella segretezza – una sorta di zona senza diritti”. I cinesi sono accusati dai follower della pagina di “bruciare il Corano” e “demolire le moschee”. Inoltre, “nei campi di detenzione i musulmani vengono torturati e costretti al lavoro forzato”. Nella regione autonoma dello Xinjiang, vivono 24 milioni di persone per la maggioranza appartenenti alla minoranza etnica degli uiguri, un popolo turcofono, musulmano e con proprie tradizioni in attrito con il governo centrale cinese. Vabbè ma gli italiani che c’entrano, ad esempio?
Ricordate Scientology, l’organizzazione a cui aderisce l’attore Tom Cruise? David Miscavige, che è diventato il leader mondiale dell’organizzazione dopo la dipartita di L. Ron Hubbard, ha bollato la crisi Covid-19 come isteria collettiva, promettendo ai suoi adepti ambienti sicuri per continuare le attività come se nulla fosse successo. Pare che i 2000 iscritti del personale amministrativo della Chiesa svolgano la loro attività all’interno di una trappola dove il distanziamento sociale è impossibile da praticare. Intanto le casse dell’organizzazione cominciano a sgonfiarsi visto che le sedi sono deserte e che molti seguaci “vip” non condividono il comportamento di Miscavige.
Insomma sono tempi duri per tutti, pure per la Massoneria la quale vede la sospensione di tutte le tornate rituali delle logge, che si tengono a cadenza settimanale o bimestrale. Anche economicamente il momento non gli è propizio: i costi di iscrizione non sono bassissimi ed essendo, molti degli iniziati, commercianti e professionisti, trovano difficoltà, di questi tempi, a pagare le rette. Gioele Magaldi Presidente del Movimento Roosevelt e gran maestro del Grande Oriente Democratico fa (non tanto) velati accenni ad una teoria complottista: “Qualcuno” potrebbe aver fatto esplodere di proposito la crisi: Ieri il terrorismo, oggi il contagio, fornendo meno libertà in cambio della sicurezza”.
Se in Italia non si possono celebrare matrimoni, nella Corea del sud i membri della ricchissima Chiesa dell’Unificazione, fondata da Sung Myung Moon, quello che celebrò il matrimonio dell’arcivescovo Milingo per capirci, lo possono fare. Presso il Cheong Shim Peace World Center di Gapyeong, a nord-est di Seul, si è tenuto, infatti, il matrimonio di massa di seimila coppie. Per loro è stato sufficiente indossare una mascherina e avvolgersi nella classica spruzzata di germicida.
Infine c’è la presunta profezia di Papa Giovanni, riportata da Pier Carpi nel suo omonimo libro, secondo la quale il coronavirus durerà sette anni. Il vaticinio è scritto in “profetese”, quel linguaggio che non è mai univoco e che si presta a tutte le interpretazioni:
“È il tempo dei due imperatori. E la Madre non ha padre, perché molti vogliono esserne padre. E due sono sostenuti dai contendenti” e ancora: “Due fratelli e nessuno sarà Padre vero. La Madre (la Chiesa? ndr) sarà vedova”.
Questa potrebbe essere una allusione alla convivenza degli attuali due papi ed ecco il punto saliente:
“Si alzano le grida e le barriere della contesa, già dall’acque esce la Bestia. E la carestia ferma gli eserciti. Gli uomini si contano morire. E dopo la carestia, la pestilenza”.
Siamo al Coronavirus? Continuiamo la lettura:
“Iddio ha scatenato la guerra della natura per impedire la guerra degli uomini”.
Secondo la profezia i due imperatori fanno una brutta fine: uno “muore di fame, chiuso nella torre del suo sogno”, l’altro è “assalito dagli animali della pestilenza, sconosciuti” (ci fosse mai una profezia che recita con chiarezza:” succederà questo, questo e quest’altro il giorno tale…”). Il finale, quindi, è tutto da vedere e ne potremo essere buoni testimoni.
“Mala tempora currunt” (Corrono brutti tempi) diceva Cicerone, ma la frase non è completa e nella sua interezza recita: “Mala tempora currunt sed peiora parantur” (Corrono brutti tempi, ma se ne preparano di peggiori). In questa situazione tutti dicono la loro e tutti si becchettano come i manzoniani capponi di Renzo, le povere bestie legate a testa in giù per le zampe che “s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.” Questo accade: il virus adombra tutto, forse anche più del necessario e intanto molto c’è da fare. Un saluto da… un metro e mezzo.