Corse Tua Avezzano-L’Aquila. Pendolari ammassati in pochi bus
Segnalazione di molti ragazzi e di un noto istruttore di Judo della Marsica
AVEZZANO – Che la Marsica, ed Avezzano in particolare, on godano di un gran momento, questo oltre ad essere del tutto evidente è anche una banalità assoluta. Che si fosse ormai prossimi al terzo mondo, o quanto meno ai paesi cosiddetti “emergenti” ( i “vorrei ma non posto” per dirla con J-Ax e Fedez), invece, è una novità dell’ultima ora.
Andiamo per gradi. Un ano e mezzo fa circa, studenti e lavoratori e pendolari che dalla Marsica si recano ogni mattina a L’Aquila, segnalarono le difficoltà d reperire un posto degno di tale definizione da vocabolario, su una autobus ex Arpa ora Tua. Soprattutto, ricordiamo, si segnalavano difficoltà in andata, al mattino, quando coloro che andavano alla fermata vicino all’imbocco delle autostrade, loro comoda perché abitanti della zona o perché, arrivando in auto da altri centri, si fermavano lì ad aspettare il mezzo pubblico. Spesso, per non dire sempre, capitava che i mezzi fossero stracolmi e bisogna a spettare il “bis”, il “tris”, il “quater”, insomma si faceva tardi.
Stando a quanto ci segnalano ora alcuni pendolari, molti, e con tanto di lettera firmata un noto istruttore di judo della Marsica, grazie a Dio dopo un anno e mezzo non è cambiato proprio nulla.
“Sono venuto a conoscenza – ci scrive Silverio Spurio, sociologo e Maestro di Judo – e Vi rendo noto quanto appresso. La mattina, soprattutto tra le 7,45 e le 9, le autolinee verso L’Aquila sono particolarmente frequentate, sia da pendolari che da studenti.
Non è infrequente che vengano lasciati a piedi, soprattutto gli utenti della fermata sita tra le due pinete poco prima dell’imbocco dell’autostrada, in attesa della linea successiva (e quando è piena anche alla seguente ancora!), malgrado le persone che si debbono recare nel capoluogo abbiano regolarmente pagato il servizio che non ricevono!
-Alcune considerazioni sono d’obbligo.
1) La prima è dettata dalle condizioni meteo che vanno peggiorando, ma sembra che questo poco o nulla importa a chi sta comodamente seduto dentro un caldo ufficio.
2) La seconda, per i pendolari comporta possibili mancati guadagni, o disagi nel posto di lavoro perché l’orario perso poi bisogna recuperarlo, o addirittura si rischiano provvedimenti disciplinari!
3) La terza, crea agli studenti seri problemi per l’ascolto delle lezioni. Non risulta in nessun documento che i docenti, specie quelli universitari, aspettino i comodi di una non efficiente rete di trasporto: una lezione una volta persa è un danno irreparabile!
4) Aggiungo una considerazione che, per chi è cresciuto sotto l’era “Andreottiana”, – prosegue Spurio – difficilmente porta ad analisi sbagliate (Cito l’Onorevole Giulio Andreotti: “A pensar male si fa peccato, ma non si sbaglia”), specie se non si accetta di essere abitanti e cittadini di serie “B”! Non vorrei che l’obiettivo di qualche “burocrate ben pensante” possa tendere a creare disagi proprio per costringere le persone (pendolari o studenti) a sostare a L’Aquila e dintorni. Questo comporterebbe un possibile incremento dell’economia di quella zona in danno a questa!
Non è scritto in “nessuna pagina di qualsivoglia libro strappato” che chi si trova a meno di un’ora da casa debba sentirsi in qualche modo costretto a non rientrare a casa, dopo il lavoro o lo studio, luogo dove, e questo è il mio diretto interesse che ho a cuore le persone della nostra Marsica – conclude il Maestro di Judo – , ha praticato e pratica regolarmente sport! Grazie per l’ospitalità. – Silverio Spurio – Sociologo e Istruttore di Judo e Ju Jitsu”.
Nel promettere un nostro intervento sul campo, ovvero andremo a documentare questo scandalo, ci chiediamo se on sia davvero in atto una campagna a detrimento delle zone interne d’Abruzzo, zone che peraltro rappresentano a vera ricchezza e originalità di questa regione. Ma si sà, viviamo in tempo di “omologlobalizzazione”, consentiteci il neologismo, e quindi le diversità, le originalità, le particolarità non sono ben tollerate. Speriamo di non dover vedere i nostri studenti e i nostri lavoratori costretti sui tetti dei bus come accade nei sobborghi di New Dehli.