Cosa non funziona nel piano per l’ospedale d’Avezzano nella risposta alla lettera del Sindaco…
AVEZZANO – Non si placano le polemiche riguardo all’ospedale di Avezzano e anche la lettera del Sindaco di Avezzano alla ASL1 e la risposta che giunge dalla dott.ssa Lora Cipollone.
Partiamo da un passo della lettera della dott.ssa Cipollone quello dove si dice che”… è stato messo a punto un piano, già definito e pronto per essere attuato, che garantirà l’assistenza dei pazienti in totale sicurezza e con l’individuazione di percorsi separati sporco/pulito per l’emergenza Covid.,,” (la lettera è già stata commentata in un editoriale del Direttore), proprio questo passo rivela come, anche a distanza di mesi e soprattutto dopo i gravi problemi di fine anno, non si abbia ancora una visione corretta del problema costituito dalla CoVid19, infatti, risulta ormai accertato che il Sars-CoV2 possa determinare il verificarsi di tre situazioni diverse:
- CoVid19-A – ovvero il dispiegarsi di una infezione virale pura e semplice;
- CoVid19-B – con il convergere della infezione sulla influenza stagionale;
- CoViD19-C – con il sovrapporsi dell’infezione a gravi patologie già esistenti ed in genere con caratteristica di fortissima cronicità.
A queste situazioni, corrispondono più o meno direttamente pazienti con diverso grado di rischio, ovvero:
I) basso rischio – che nei casi più lievi portano al trattamento del paziente a domicilio, mentre in casi più invasivi necessitano di una struttura ospedaliera di livello minore;
II) medio rischio – con necessità strutturali maggiori;
III) alto rischio – con necessità di una struttura ospedaliera di livello elevato e con la presenza dell’intero apparato di terapia intensiva.
Di tutto ciò non si fa menzione alcuna nel piano riportato nella risposta della ASL1 e questo è male perché, anche su queste colonne, è stato esposto un possibile piano di intervento che torniamo ad esporre perché dovrebbe essere l’unica visione possibile per affrontare in maniera flessibile ed efficiente, oltre che efficace l’emergenza ancora, purtroppo, in atto. Ecco la ipotesi già esposta:
1) necessità di avere a disposizione strutture CoVid19 e strutture non-CoVid19;
2) le strutture CoVid19 dovrebbero essere a loro volta suddivise in: strutture a bassissimo e basso rischio, a medio rischio e ad alto rischio e queste ultime dovrebbero contenere le aree per la terapia intensiva pneumologica e cardiologica e di rianimazione;
3) le strutture di basso e medio rischio potrebbero essere allocate presso gli ospedali di Tagliacozzo e Pescina e, eventualmente alla Clinica di Celano e alla Clinica Di Lorenzo di Avezzano, mentre presso l’Ospedale di Avezzano andrebbe allestito un reparto compartimentato ed isolato per l’alto rischio, ben isolato e separato dal resto degli altri reparti che dovrebbero funzionare regolarmente per il resto delle patologie che comunque continuano ad esistere; una struttura apposita di disinfezione e sanificazione dovrebbe garantire la protezione in accesso-recesso del personale sanitario addetto all’area di alto rischio;
4) l’accesso al Pronto Soccorso, con pre-triage e triage potenziato, dovrebbe essere unificato e sottoposto al controllo gestionale di una unità di crisi apposita con un supervisore apposito che dovrebbe avere a disposizione un controllo di rete che gli fornisca, in tempo reale, lo stato del sistema;
5) il sistema di attuazione dei test dei tamponi dovrebbe essere centralizzato in loco (Avezzano) con invio al sistema di controllo a rete dei risultati.
Sarebbe interessante conoscere un pronunciamento della dott.ssa Cipollone su una pianificazione del genere…