Covid-19. Dopo il coprifuoco, marsicani in fila per quattro col resto di due
TAGLIACOZZO – Esiste un popolo più paziente di quello marsicano? Dopo tre mesi di arresti domiciliari; dopo aver tollerato per tre mesi la chiusura di due ospedali tuttora chiusi con conseguente rinuncia alle cure; dopo aver retto e continuato a reggere gli acquisti di mascherine protettive che dovevano essere distribuite “gratis et amore dei”; dopo aver sopportato pazientemente controlli polizieschi stile nordcoreano da parte delle forze dell’ordine; dopo aver subìto e subire ancora lo strozzinaggio sui prezzi delle merci e dei generi di prima necessità; dopo essersi adattato allo sbarramento di uffici pubblici e privati con inimmaginabili conseguenze, tutto sembrava parzialmente superato con l’arrivo della fatidica data dello scorso 3 giugno. Pura illusione!
D’accordo che questo malefico virus colpisce ancora qua e là, ma che sportelli di banche, Poste uffici pubblici e privati, società di servizi, benché isolati dal resto del mondo mediante divisori in plexiglas, pratichino orari ridotti e funzionino a giorni alterni, e per giunta solo per appuntamento come dal dentista, questo non è più sopportabile. Come se gli addetti a tali servizi fossero una specie in estinzione, da salvaguardare ad ogni costo a danno dei disorientati e vessati sudditi.
Un popolo in fila. Come i prigionieri di guerra. Se talora si azzardi una piccola protesta, la risposta da parte di chi appartiene a questa sorta di specie in estinzione e da salvaguardare è univoca: “Guardi che questa pratica può evaderla anche con internet”. Ecco, spiegalo ad un anziano o a un’analfabeta della tecnologia, ammesso che internet funzioni e che i siti dei tanti uffici pubblici o aziendali consentano così facilmente l’accesso. Tutti gli uffici, in questa fase, dovrebbero invece prolungare gli orari di apertura a disposizione del pubblico, per evitare il serpentone di gente in fila che si è registrato alcuni giorni fa davanti all’Agenzia delle Entrate di Avezzano. Almeno per alleviare di un pizzico gli adempimenti del cittadino verso uno Stato-vampiro che continua a richiedere il pagamento di balzelli, imposte, tasse e bollette varie anche da chi non può più pagare e che a fronte di quei pagamenti non riceve più nemmeno i servizi essenziali cui avrebbe diritto.