Crisi Automotive e Caso Stellantis. De Palma (Fiom-Cgil): “Il 18 ottobre incrociamo le braccia per la vita dei lavoratori e del Paese”

Lo stabilimento di Stellantis ad Atessa, Abruzzo (ANSA/US STELLANTIS)

ROMA – Il “Caso Stellantis” di Atessa provoca la dura reazione del sindacato, in particolare della Fiom-Cgil che, con il suo segretario generale Michele De Palma, annuncia la manifestazione nazionale di tutto il comparto metalmeccanico in crisi, secondo il sindacato, per le scelte scellerate degli ultimi tempi.

Sul banco degli imputati ci sono il governo nazionale, l’Unione Europea e le multinazionali che scaricherebbero sui lavoratori, in termini di reddito, occupazione e diritti, tutte le conseguenze delle sempre più forti e fluttuanti speculazioni finanziarie.

Questa la nota diramata dal segretario generale della Fiom-Cgil Michele De Palma.

“Ci siamo: sciopero nazionale unitario in Stellantis e nell’automotive con una manifestazione a Roma il 18 ottobre. E’ un fatto già di per sé storico, motivato dalla necessità di un intervento dell’Unione Europea, del Governo italiano e delle imprese a partire da Stellantis, viste le scelte fallimentari di Roma, di Bruxelles e delle multinazionali.

E’ il momento dell’unione, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, scioperiamo per difendere il lavoro e il nostro futuro.

Michele De Palma, Segretario generale Fiom-Cgil

L’Europa, il Governo e Stellantis devono dare risposte. A Bruxelles e a Roma chiediamo un pacchetto straordinario di risorse per sostenere la transizione del settore attraverso investimenti in ricerca, sviluppo, progettazione, ammortizzatori sociali, formazione, riduzione dell’orario di lavoro, batterie e infrastrutture di ricarica.

Questi investimenti pubblici devono vedere la partecipazione dei privati e dovranno essere concessi esclusivamente alle aziende che garantiscono l’occupazione e il futuro degli stabilimenti. Questa è la politica industriale che chiediamo a Bruxelles e a Roma.

Dobbiamo impedire che gli errori delle multinazionali e le speculazioni finanziarie siano scaricati sui lavoratori in termini di occupazione, salario e diritti. La strada verso la transizione ecologica deve essere fatta con i lavoratori senza impossibili retromarce, perché in crisi non sono solo le auto elettriche ma tutti i tipi di propulsione. Lavoro per tutti a emissioni zero”.