Crisi idrica nel Fucino, Consorzio di Bonifica Ovest: “Una sfida complessa che richiede un approccio integrato e multidisciplinare”

AVEZZANO – Il Fucino, un vasto altopiano situato nella regione dell’Abruzzo, è noto per la sua fertile pianura agricola, rappresentando uno dei principali poli produttivi del Centro Italia.

Tuttavia, negli ultimi anni, questa area sta affrontando una crisi idrica senza precedenti, accompagnata da periodi prolungati di siccità che stanno mettendo a dura prova il settore agricolo locale.

Alla luce delle previsioni di un anno particolarmente difficile, il Consorzio di Bonifica Ovest, nell’ottica di salvaguardare le riserve di acqua e garantire l’irrigazione ai consorziati, ha mantenuto tutte le strutture aperte, nonostante il rischio di rotture e ha attivato i protocolli della Prefettura dell’Aquila, siglati con i Sindaci del territorio, riguardanti il divieto di irrigazione. Tuttavia, queste misure non sono state sufficienti a ridurre il rischio di carenza idrica. A queste condizioni l’acqua si può solo tentare di gestire al meglio, ma è evidente che non è abbastanza.

La crisi idrica nel Fucino, dovuta ad una combinazione di fattori naturali e umani, quali ad esempio, cambiamenti climatici, hanno portato ad una diminuzione delle precipitazioni e ad un aumento delle temperature medie, riducendo significativamente le risorse idriche disponibili. Malauguratamente, negli ultimi tre anni, queste condizioni si sono manifestate in modo costante.

L’agricoltura nel Fucino dipende fortemente dall’irrigazione, data la natura del terreno e il tipo di colture praticate, tra cui patate, carote, lattuga e altre verdure. Purtroppo la rete di canali di distribuzione dell’acqua, rimasta agli anni ‘60 e la mancanza di invasi di accumulo di risorse idriche, ha comportato una diminuzione della produttività agricola con conseguenze economiche significative per gli agricoltori locali.

Nel breve e medio termine, il Consorzio di Bonifica Ovest, in attesa dell’addivenire dell’impianto intubato (Arap) e dell’invaso, e considerato che le strutture attuali del Fucino risalgono agli anni ’60, quindi obsolete, e in alcune parti, soprattutto nella canalizzazione principale non adeguatamente manutentata e gestita solo dopo la chiusura dell’ex ARSSA, propone agli organi preposti di migliorarne il sistema con la possibilità di aumentare gli accumuli da poter sfruttare, ad uso irriguo, nel periodo estivo.

La crisi idrica e la siccità nel Fucino rappresentano una sfida complessa che richiede un approccio integrato e multidisciplinare. La salvaguardia delle risorse idriche è fondamentale per garantire la sostenibilità dell’agricoltura e il benessere delle comunità locali. Attraverso l’adozione di tecnologie innovative, la pianificazione strategica e la cooperazione tra tutti gli attori coinvolti, è possibile affrontare efficacemente questa emergenza e proteggere uno dei tesori agricoli dell’Abruzzo.

COMUNICATO STAMPA