Crisi vera alla LFoundry di Avezzano. I sindacati: «Regna l’incertezza. Ingegneri e figure specializzate vanno via anche senza alternative»
AVEZZANO – Sembra essere una vera e propria crisi di prospettive, di investimenti e di organizzazione del lavoro alla LFoundry di Avezzano, quella che denunciano la Rsu di Stabilimento e i sindacati metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil.
Dopo l’incontro mancato del 23 luglio alla Regione, perché la dirigenza aziendale LFoundry sembrava avere cose più importanti da fare, si sono tenute le assemblee dei lavoratori con Rsu e sindacati.
Assemblee affollate e partecipate, segno di una evidente preoccupazione all’interno del grande e importante stabilimento avezzanese.
Dopo l’annuncio a sorpresa dei ritorno ai turni da 8 ore, nello stabilimento, ex Texas ed ex Micron, da oltre 30 anni si lavorava con i turni da 12 ore e 4 risposi, i sindacati non possono tacere lo sconcerto per una totale mancanza di relazioni e confronto, ma soprattutto per la realtà che sta presentando ogni giorno.
I sindacati, infatti, parlano di lavoratori, soprattutto ingegneri e figure specializzate e altamente specializzate, difficili da sostituire, he abbandonano la LFoundry, spesso anche senza avere pronta una alternativa lavorativa.
Questa la nota diffusa da Fim, Fiom, Uilm e Rsu di Stabilimento LFoundry Avezzano.
«Alla presenza della RSU e delle Segreterie Provinciali Fim, Fiom e Uilm, si sono conclusi giovedì primo agosto gli incontri con le lavoratrici e i lavoratori nelle assemblee sindacali organizzate dopo che l’Azienda ha declinato l’invito al confronto, nella sede istituzionale della Regione Abruzzo, nell’appuntamento previsto il 23 luglio.
L’Azienda invece nella stessa data ha comunicato alla Rsu la decisione di voler passare alle otto ore per i turni e avviato dei meeting con i lavoratori – nei quali è stato vietato porre domande – dove è emerso che nulla di significativo sul fronte industriale è stato riportato dall’amministratore delegato appena rientrato dal viaggio organizzato per incontrare la proprietà.
La nutrita partecipazione alle assemblee ha testimoniato la temperatura della preoccupazione che si sta vivendo nello stabilimento alla luce delle recenti unilaterali scelte aziendali – il passaggio alle otto ore per i turni è solo l’ultima – che impattano pesantemente sulla vita dei lavoratori, in assenza di chiare e tangibili rassicurazioni sulle prospettive industriali e occupazionali.
Le assemblee sono state solo l’ultimo passaggio di un percorso avviato per tenere alta l’attenzione sul sito produttivo LFoundry, la cui importanza è oggetto di un lavoro di sensibilizzazione delle organizzazioni sindacali verso il territorio e le istituzioni.
Non possiamo continuare ad assistere al depauperamento del sito, dove all’incertezza sulle prospettive industriali si va a sommare il non meno grave problema del mantenimento e valorizzazione delle risorse umane, viste soprattutto le difficoltà ad attrarre e trattenere le figure professionali qualificate necessarie al fisiologico ricambio generazionale.
Da questo punto di vista la situazione è talmente grave che ci sono aree tecnologiche critiche dove tutti gli ingegneri assunti negli ultimi due anni si sono dimessi, anche senza avere pronta un’alternativa lavorativa.
In tali ambiti il clima lavorativo avvelenato, unito alla mala gestione delle risorse umane, hanno reso l’ambiente talmente ostile che neanche il paravento di qualche indicatore di comodo, più o meno addolcito, riesce a nasconderlo.
Si tratta di un gravissimo spreco di risorse che si somma alla perdita di tanti colleghi altamente qualificati, portando lo stabilimento negli ultimi cinque anni a perdere oltre trecento lavoratrici e lavoratori difficilmente sostituibili.
Non ci sono differenze tra lavoratrici e lavoratori di turno o di giornaliero di fronte alla comune preoccupazione su come vedere garantito il proprio lavoro, sul diritto di conoscere la visione alla base dell’idea di futuro che disegna il progetto industriale, del chiedere con forza crescita e sviluppo per il sito di Avezzano.
Siamo tutti chiamati a vigilare, ognuno per il proprio ruolo – la RSU e le Segreterie Sindacali garantiranno la pronta e costante comunicazione alle lavoratrici e lavoratori».