Da oggi “Infinito restare” di Monterisi in libreria per presentare ‘restanza’ e ‘ritorno’

Savino Monterisi (foto di Antonio Secondo)

La restanza come scelta di vita, come rinuncia ad un mondo impazzito, come sana accettazione di essere uomini che vivono il mondo e che non intendono abbandonare il luogo natìo, che scelgono di restare; restare lì dove spontanee sono le domande che si interrogano sui ‘perché’ di abbandoni e dimenticanze.

Abbandoni e dimenticanze di luoghi, in primis quello che dà i natali, perché “stretto”, perché “povero”, perché “devo vedere il mondo” perché… perché … perché… che poi sono quelli dove si torna o perché non ci sono state risposte o perché sono state esaurienti e magari, ci si accorge che c’erano anche prima ma non si ascoltava e dunque, non si potevano sentire o perché ci si accorge che tutti i paesi sono mondo e non serve andar troppo lontano per avere una buona vita”.

È lungo questo fil rouge – a volte liscio filato a volte tortuoso a volte con nodi – che si dipana il nuovo libro del giornalista Savino Monterisi “INFINITO RESTARE” la cui pubblicazione è curata da Radici Edizioni e che sarà in libreria e negli store online da oggi 7 giugno.

La saggista storica italiana Antonella Arpino che redatto la prefazione, definisce il libro “un racconto in cammino”;  quasi un ossimoro rispetto al titolo: si resta o si cammina?

Si resta e si cammina che poi è quello che Savino Monterisi, giornalista e guida ambientale, fa da anni, cercando risposte alle molte domande che riguardano i temi dello spopolamento delle aree interne.

In un suo precedente volume – Cronache della Restanza – aveva già affrontato i significati insiti nello scegliere di restare a vivere nell’entroterra degli Appennini;

ora, in questa seconda fatica letteraria, il cammino che aveva portato via, ri-porta lì dove tutto era cominciato, “abbandonando la città per tornare a popolare zone che non rappresentano più la priorità nell’agenda della politica e della società”.

Il vecchio si mescola al nuovo e dà vita a qualcosa di unico che tocca da una parte la ri-conoscenza del territorio dall’altra, le umane figure, vecchi e giovani, in esso presenti, quelle che non si sono arrese all’abbandono e hanno lottato per restare e trovare nuove e originali forme di vita e di lavoro.

Il libro verrà presentato nel corso di tutta l’estate in una lunga serie di eventi che prendono il via venerdì 10 giugno a Pescara presso Villa Sabucchi; sabato 11 sarà a Sulmona nel Foyer del Teatro Caniglia e domenica 12 a Gagliano Aterno uno dei paesi dell’entroterra abruzzese che più di tutti sta cercando di invertire il negativo trend demografico con iniziative di e per la comunità.

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