Dal Gladiatore al Cardinale Mazarino. Quella storia italiana, e abruzzese, tenuta sotto il tappeto invece di essere sfruttata
“Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… e avrò la mia vendetta… in questa vita o nell’altra.” .
Ricordate “Il Gladiatore” film che ebbe come protagonista Russell Crowe e splendidamente doppiato da Luca Ward? Non voglio scrivere la recensione del film, c’è chi è più titolato di me, voglio, però, prendere spunto da questo grande successo per portare avanti una mia vecchia tesi secondo la quale gli italiani potrebbero vivere di rendita sfruttando le bellezze naturali, l’arte, la cucina ma soprattutto la storia della nostra Nazione. Cosa c’entra il film? Adesso ve lo spiego… .
Si chiamava Marco Nonio Macrino ed era generale dell’imperatore Marco Aurelio. Lo crederete? Pare abbia ispirato il personaggio del film di Ridley Scott.
La sua storia
Marco Nonio Macrino, ovvero Marcus Nonius Macrinus era mica una roba da ridere. Generale romano dell’epoca dell’imperatore Marco Aurelio durante le guerre settentrionali contro Marcomanni, Quadi e Sarmati Iazigi fu console sotto Antonino Pio. Originario di Brescia, apparteneva alla facoltosa e potente famiglia dei Nonii. Possedeva una grande villa a Toscolano Maderno, sulle rive del lago di Garda, che sarebbe, indicativamente, quella descritta nel film. La sua era una nobile stirpe: discendeva direttamente dalla gens Fabia, la famiglia che vide sterminati dagli Etruschi di Veio, nella battaglia del Cremera, 300 suoi componenti.
Le cariche ricoperte
Combattè a contro i Quadi ed i Marcomanni al fianco dello stesso Marco Aurelio. Era talmente importante che ricoprì la prestigiosissima carica di Comes e di proconsole delle province romane dell’ Asia, Pannonia inferiore e Pannonia superiore. Cosa era un “Comes”? Un titolo conferito a particolari esponenti della corte e dell’amministrazione imperiale. Costituiva un importante segno di stima da parte dell’imperatore. L’attuale titolo nobiliare di “conte” deriva da questa parola.
Il Nostro apparteneva anche al collegio dei Decemvir stilibus iudicandis, ovvero la corte civile di 10 giudici che assolveva o giustiziava nel caso di particolari reati. Come se non bastasse era un sacerdote guerriero che apparteneva al collegio dei quindecemviri dei sacri sacrifici. Nelle vesti sacerdotali Macrino si occupava sia dell’amministrazione religiosa e dei riti sacrificali sia della consultazione dei libri sibillini e della celebrazione dei giochi in onore di Apollo. Generale e alto sacerdote: immaginate quanto potente fosse questa persona!
La Sibilla
Questi tizi (i quindecemviri) formavano un Collegio sacerdotale il cui compito principale era quello di consultare, per ordine del Senato, l’oracolo della Sibilla Cumana. La storia di questo istituto risale a una vicenda inerente la taccagneria di Tarquinio Prisco. Narra la leggenda che la Sibilla Cumana travestita da vecchia, si presentò al re per vendergli una raccolta di profezie. Ogni volta che Tarquinio diceva che costavano troppo questa bruciava alcune pagine. Alla fine ne rimasero tre che furono, finalmente, acquistate.
A dire il vero le somiglianze tra il generale romano interpretato da Russel Crowe e Macrino sono balzate alla ribalta per via della corrispondenza tra le carriere politico-militari e la coincidenza con il periodo storico di appartenenza. Nella realtà il primo ebbe una carriera di successo e morì da benestante, il secondo, nel film, perse la sua famiglia e fu ridotto in schiavitù.
Oggi
Sapete cosa accadde nel 2008? Mentre si effettuavano degli scavi per la costruzione di alcune palazzine fu riportato alla luce un tempietto e un intero cimitero. Siccome non c’erano fondi per terminare le operazioni di recupero si pensò di rinterrare mausoleo e scavi annessi.
Sarebbe stata una grande miopia culturale e turistica. Russell Crowe lanciò un appello: “I membri dell’amministrazione comunale di Roma dovrebbero sempre incoraggiare i cittadini italiani ad essere fieri dei successi e della gloriosa storia del loro Paese“. L’American Institute for Roman Culture avviò una petizione on line: “Save the Gladiator’s Tomb” di cui fu fautore l’archeologo americano e divulgatore scientifico Darius Aarya che dedicò al mausoleo di Macrino una serie di documentari per History Channel. Il Mausoleo non fu rinterrato. Ci sono voluti due sindaci: Alemanno e Ignazio Marino e un commissario straordinario, Tronca, per far rimanere l’area chiusa (e ci andò di lusso…)! Ritenuta la scoperta archeologica più importante e meglio conservata degli ultimi 30-40 anni, poteva essere il parco archeologico della via Flaminia, aperto alle scuole, al turismo e ai romani e portare lavoro agli abitanti del quartiere.
Sfruttare la cultura in Italia
Tornando alla motivazione del mio articolo: davanti ad una scoperta archeologica di tale importanza e soprattutto concomitante col grande successo del film di Ridley Scott, cosa avrebbero fatto Berlino, Parigi o Washington se il ritrovamento fosse avvenuto nei loro comprensori? Pubblicità a non finire gridata ai quattro venti, gite turistiche organizzate o una Disneyland tutta declinata in romano antico. A Philadelphia per una campana, manco tanto bella, continuano a farla così lunga da organizzare interi tour con tanto di gadget per visitarla… .
Il rientro turistico
In Italia è facile immaginare il rientro turistico: quanti stranieri avremmo visto in coda per farsi fotografare accanto alla tomba del “Gladiatore”? (per non parlare dei pullman di disciplinati giapponesi). Nella nostra nazione questo non avviene; mancano i fondi… . Interrare il tutto è stata l’unica idea partorita dal Ministero, dalla Regione e dal Comune.
Eppure il danaro per le più sperticate, sciocche e futili iniziative si trovava e si trova eccome! Ricordate il monumento alla porchetta a Roma citato in uno dei miei precedenti articoli? Per nascondere l’ignavia istituzionale si disse che il film non ricalcava la figura di Macrino. Fu trascurato il fatto che Il regista de “Il Gladiatore” non volle solo raccontare le vicenda del personaggio “Massimo decimo Meridio” ma descrivere l’epoca dell’imperatore Marco Aurelio, suo figlio Comodo che l’ammazzò (spesso i figli sono la rovina dei genitori, politica docet!!) e l’ottimo rapporto che lo legava ai suoi generali. Macrino fu certamente il più apprezzato tra questi tanto da essere elevato a rango di suo luogotenente.
Ridley Scott si documentò a fondo. Il film non fu tratto, come si crede, dal libro “Il Gladiatore” che è tutt’altra cosa. Il regista si ispirò alla personalità che doveva possedere un valente generale romano e Marco Nonio Macrino fu di gran lunga il più capace e il più vicino all’Imperatore.
Le risorse italiane
La trascuratezza verso i tesori italiani e la loro pessima gestione non vale solo per Roma e per i suoi monumenti ma per tutto ciò che c’è di bello nella Penisola. Altri avrebbero fatto sguazzare i cittadini nell’oro sfruttando i richiami turistico-culturali di cui godiamo. Un esempio? L’Abruzzo. C’è da impazzire al solo pensiero che tanti borghi trascurati e inabitati siano lasciati all’oblio del tempo e mai sfruttati.
La mancanza di visione culturale è tale che sono reputate opere di riqualificazione qualche giardinetto qua e là, incensandone l’operazione quasi fosse il rinvenimento dei templi di Abu Simbel nella piana di Navelli! Ma non mi riferisco ai soli borghi quanto a una rivalutazione generale, di una miglior gestione delle bellezze naturali di cui l’Abruzzo è ricco! Storia e cultura sono trascurate. Questa Terra ha dato i natali a Gabriele D’Annunzio, a Ignazio Silone, Ennio Flaiano tanto amato anche dai romani, Publio Ovidio Nasone, Michele Cascella, Benedetto Croce. Ne aggiungo uno di mio: il cardinale Mazarino successore di Richelieu. L’uomo più influente della corte francese sotto il regno di Luigi XIV con la carica di Principale Ministro era nato e cresciuto a Pescina.
Con questo campionario di nomi più che celebri quanti eventi potevano essere realizzati? Un lagnoso e letargico abbandono e disinteresse perseguita, purtroppo, non solo la Regione, ma l’intera Nazione. Ancora non ci si rende conto che cultura, in Italia, fa rima con lavoro e benessere. Ci sveglieremo? Chi lo sa. Saluti da un metro e mezzo.