D’Amico incontra l’Ordine degli Avvocati di Avezzano nel Tribunale marsicano. “Pronti a impegnarci per sostenere i presidi di giustizia e legalità”

AVEZZANO – “Ho accettato con piacere l’invito del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Avezzano, Roberto Di Pietro, per discutere della salvaguardia dei quattro tribunali sub provinciali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto.

Il tema è di centrale importanza per la nostra regione: avere Tribunali e Procure efficienti, e dislocate sul territorio, significa garantire presidi di legalità in ogni angolo d’Abruzzo. Non possiamo lamentare lentezza della giustizia e poi non far niente per velocizzarla, anzi addirittura portare avanti logiche di tagli e razionalizzazioni che rappresentano ulteriori ostacoli” ad affermarlo è Luciano D’Amico, Candidato Presidente della coalizione Patto per l’Abruzzo per le elezioni regionali del prossimo 10 marzo, al margine dell’incontro avvenuto questa mattina nel Tribunale di Avezzano, a cui hanno partecipato anche i rappresentanti degli Ordini di Lanciano, Sulmona e Vasto.

“Da parte nostra – continua D’Amico – c’è il totale impegno a fare tutto quanto possibile per mantenere aperti e operativi i Tribunali, sia attraverso l’interlocuzione con il Governo, sia attraverso la compartecipazione ai costi di gestione come espressamente chiesto dai rappresentanti degli Ordini che sono intervenuti questa mattina.

In Abruzzo – afferma ancora D’Amico –  dobbiamo scongiurare la rincorsa alla razionalizzazione che non si sposa assolutamente con la morfologia del territorio e con i collegamenti vetusti di cui soffre l’Abruzzo, che rendono le distanze ancora più dilatate.

Questo vale per la giustizia, ma anche per la sanità e per l’istruzione. La nostra è una regione policentrica e non può assolutamente immaginare una concentrazione di funzioni solo su alcuni centri urbani.

L’organizzazione dei territori va rispettata per funzionalità, e se analizziamo il quadro generale dubito che la chiusura dei quattro tribunali possa portare risparmi tali da giustificare la perdita di quattro presidi di giustizia” conclude.