Disastro Sabino Esplodenti. Rifondazione e Partito Comunista chiedono chiarezza e attenzione

CHIETI – Si rialza la preoccupazione e anche la polemica intorno alla vicenda della deflagrazione avvenuta, alcune settimane fa, nella Sabino Esplodenti di Casalbordino nella quale perirono tre persone.

Le recenti notizie sulla vicenda, infatti, hanno provocato l’intervento del segretario nazionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, e di quello regionale del Partito Comunista, Antonio Felice.

Maurizio Acerbo

Questa la nota di Maurizio Acerbo: «Da quel che si legge gli accertamenti degli inquirenti vanno confermando quanto avevamo segnalato come Rifondazione Comunista e Forum H20 con esposti all’autorità giudiziaria rispetto alle irregolarità che ci sembrava di riscontrare dai nostri approfondimenti sulla Sabina Esplodenti.

Noi ci siamo mossi dopo un incidente che ha causato tre morti ma fin dall’inizio ci è parso chiaro che il quadro era quello di una colpevole latitanza delle istituzioni rispetto a un’azienda ad alta pericolosità che rientra nella direttiva Seveso. Possibile che abbiamo dovuto muoverci noi?

Sabino Esplodenti non fabbrica gelati ma lavora con gli esplosivi e fa parte della filiera militare. Leggiamo che lavora per la Nato. Stupisce il pressapochismo non solo dell’azienda quanto di chi avrebbe dovuto controllare. Se tutte le imprese vengono controllate così c’è davvero da preoccuparsi. Visto che solo nel solo territorio abruzzese ci sono 23 aziende che rientrano nella direttiva Seveso non vorremmo che per tutte si debba andare noi a controllare.

Un consiglio alle Prefetture e ai comuni visto che è competenza loro: sul vostro sito c’è il piano di sicurezza aggiornato delle aziende che rientrano nella Seveso come prevede la normativa? Nel caso della Sabino Esplodenti al momento dell’esplosione che ha causato 3 morti non c’era nulla sul sito della Prefettura di Chieti e in quello del comune di Casalbordino. Cerchiamo di tutelare la sicurezza del lavoro e anche della cittadinanza». Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista-Sinistra Europea.

Acerbo, inoltre, allega la seguente notizia Ansa su indagini: Esplosione fabbrica: Pm,nuovi sequestri per reati ambientali:

https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2021/03/22/esplosione-fabbrica-pmnuovi-sequestri-per-reati-ambientali_d1645d19-db11-4e5f-a901-468982f3ccbc.html

Antonio Felice

Questo, invece, l’intervento di Antonio Felice, segretario regionale del Partito Comunista: «In riferimento all’ispezione della Commissione tecnica rischi (Ctr) avvenuta alla Sabino Esplodenti di Casalbordino e  all’incontro svoltosi in data 16 marzo presso il tribunale di Vasto fra i lavoratori dell’azienda e il procuratore titolare dell’indagine aperta in seguito all’incidente del 21 dicembre scorso che ha causato la morte di tre operai, il Partito Comunista pur ravvisando la necessità di ottemperare agli obblighi di legge in materia di indagini e del rispetto assoluto nei luoghi di lavoro delle norme vigenti in materia di sicurezza, non può non raccogliere e farsi portavoce della richiesta pressante e assolutamente legittima, fatta dagli stessi lavoratori, di rientrare il prima possibile in azienda per riprendere il lavoro. Se così non fosse il rischio per loro sarebbe quello di non avere più un lavoro. Ancora una volta le spese delle cosidette “morti bianche” le pagano sempre e solo i lavoratori. I lavoratori della Esplodenti Sabino hanno pagato con la vita il diritto al lavoro, stanno pagando con la mancanza di stipendio e, malconsigliati, con la mancata erogazione della cassa integrazione le indagini pur doverose del caso e rischiano di pagare perdendo il lavoro le lungaggini burocratiche. Non può sfuggire che tale condizione sia il prodotto di una gestione dell’azienda che già nei decenni addietro si è rivelata carente sul piano della sicurezza. Il Partito Comunista si appella affinché siano applicate le norme della Costituzione ed in particolare l’art.43 della Costituzione che oltre a porre un limite alla proprietà se malgestita, propone anche la possibilità di esproprio salvo indennizzo ad opera dello Stato, trasferendo ogni competenza a “comunità di lavoratori”. La collettivizzazione resta ancora oggi un potente strumento di risoluzione che favorirebbe il protagonismo dei lavoratori ponendoli alla guida dei processi produttivi e della propria vita. Il Partito Comunista è con loro nel sostegno pieno e totale della lotta per il lavoro e la sicurezza». Antonio Felice – Segretario Regionale e Giuseppe Redondi – Responsabile Regionale “Lavoro” Partito Comunista Abruzzo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *