Disdicono una prenotazione da 150 posti senza avvisare. Ma i “follower” di Pizzaut, ristorante gestito da ragazzi autistici, riprenotano tutto in una notte

MILANO – Gli è successo quello che avrebbe piegato anche chef-ristoratori del calibro di Carlo Cracco o Antonino Cannavacciuolo, ma la solidarietà, che sembra resistere anche in Italia, vince ancora una volta.

La vicenda vede al centro il ristorante pizzeria “Pizzaut”, a Cassina dé Pecchi, nell’hinterland milanese, che ha la particolarità di essere gestito da ragazzi autistici, un vero laboratorio di inclusione sociale, affiancati da professionisti della ristorazione e dei processi educativi.

A raccontare la storia, sulla pagina Facebook della pizzeria, è Nico, uno dei gestori/ideatori del progetto.

«Avevamo ricevuto una prenotazione unica da parte di un’associazione che aveva bloccato 150 posti per domenica a pranzo.

Per un disguido di comunicazione al loro interno – racconta Nico – l’iniziativa è saltata e noi lo abbiamo scoperto il sabato sera alle 23.

Forse siamo fessi ma non abbiamo mai preso caparre per questo tipo di prenotazioni. Ne abbiamo tantissime e mai nessuno ci ha fregato e a noi piace fidarci delle persone.

Quindi abbiamo fatto un post sulla nostra pagina Facebook rivolto ai nostri follower che durante la notte hanno occupato i 150 posti liberati.

Non abbiamo fatto comunicati stampa, ma la stampa ha ripreso la bella notizia dalla nostra pagina Facbook. È una notizia bella e strana riuscire a trovare 150 prenotazioni fra il sabato alle 23 e la notte alle ore 0.4».

Bella e strana sono proprio le parole giuste. In una società individualista e superficiale, più tesa a discriminare che a coinvolgere e includere, trovare, in poche ore, 150 persone che decidono autonomamente e spontaneamente di mettere rimedio a un’ingiustizia e a un sopruso, no è esattamente un fatto ordinario e quotidiano.

Bravi ai ragazzi di “Pizzaut”, ma bravi anche i loro “follower”, che preferiamo chiamare “sostenitori”, che hanno dato la più belle delle risposte ad hater, discriminatori di professioni e quant’altro di negatuvo questa società ci mette davanti tutti i giorni.

Ogni tanto, come cantava il mitico Rino Gaetano, il cielo è veramente più blu.