Domani gli Gli Obiettori di Coscienza della Marsica si riuniranno a Magliano de’ Marsi per rinnovare il loro desiderio di pace
MAGLIANO DE’ MARSI– “Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo”. Così leggiamo nella “Invocazione per la pace” in Terrasanta di Papa Francesco e i Presidenti Shimon Peres e Mahmoud Abbas nei Giardini Vaticani dell’8 giugno 2014: parole forti e assai attuali quelle del Romano Pontefice.
E proprio del coraggio e della forza d’animo che a Magliano de’ Marsi, nella splendida cornice della chiesa parrocchiale di Santa Lucia, domani alle ore 18 Mons. Giovanni Massaro vescovo dei Marsi presiederà una solenne Celebrazione Eucaristica nella vigilia di San Massimiliano martire (patrono degli obiettori di Coscienza). Viceversa, alle ore 19 vi sarà un momento di confronto e una cena insieme.
Ma chi era San Massimiliano martire?
San Massimiliano di Tebessa (antica città dell’attuale Algeria nei pressi dell’antica Cartagine) subì il martirio il 12 marzo del 295 d.C. sotto il consolato di Gaio Annio Anullio e Nummio Tusco: fu martirizzato perché, chiamato al servizio militare nella guardia d’onore dell’imperatore Diocleziano, rifiutò e per questo viene considerato come uno dei primi obiettori di coscienza nella storia.
Negli “Acta Maximiliani” (documento che racconta il martirio del santo) troviamo scritto: “[…] Il proconsole rispose: «Fa’ il soldato, per non finir male col tuo disprezzo del servizio militare». Massimiliano concluse: «Io non morirò; ma se uscirò dal mondo, la mia anima vivrà con Cristo mio Signore». Dione disse: «Cancella il suo nome». Dopo che venne cancellato, Dione continuò: «Poiché rifiutasti il servizio militare con spirito di indisciplina, ricevi la condanna che ne consegue, come esempio per gli altri».
Quindi dalla tavoletta lesse il decreto: «È stato deciso di punire con la decapitazione Massimiliano, perché con spirito di indisciplina ha rifiutato il giuramento militare». Massimiliano disse: «Rendo grazie a Dio». La sua vita terrena fu di ventun anni, tre mesi e diciotto giorni. E mentre veniva condotto al luogo del supplizio, disse così: «Amatissimi fratelli, con tutte le vostre forze e con entusiasmo pieno di desiderio affrettatevi ad ottenere di vedere il Signore e meritare anche voi l’attribuzione di questa corona».
Poi col volto radioso, disse così a suo padre: «Da’ al carnefice la mia veste nuova, che mi avevi preparato per il servizio militare. Così ti accoglierò con la schiera dei santi, e così possiamo essere glorificati insieme col Signore». Subito dopo fu sottoposto al martirio”.