Due Giugno: Festa della Repubblica e della Costituzione più bella e più comprensibile della storia
Se vi domandassi: “ Cosa accade il 2 giugno?” Mi rispondereste:” Perbacco si festeggia la Repubblica italiana!”. La risposta è giusta ma cosa si cela dietro questa festa? Perché si celebra proprio il 2 giugno? Vediamo di dare una risposta a tutto quello che vorreste sapere sulla Festa della Repubblica ma non avete mai osato chiedere.
Cominciamo dalla data. Festeggiamo in questo giorno l’anniversario del referendum col quale gli italiani nel 1946 furono chiamati alle urne per scegliere se volevano che l’Italia fosse una Monarchia oppure una Repubblica. È probabile, tuttavia, che non tutti siate a conoscenza di alcune curiosità e modifiche che nel corso degli anni hanno interessato questa festività così importante per il nostro Paese. Sebbene il referendum per decidere la forma istituzionale italiana si tenne tra il 2 e il 3 giugno 1946, come al solito, tratto distintivo elettorale italiano, i risultati della votazione furono resi noti con un grande ritardo: trascorsero 16 giorni prima che la Corte di Cassazione proclamasse ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana! Ne segue che la Festa della Repubblica, di fatto, non si riferisce al giorno del passaggio ufficiale al sistema repubblicano, ma alla data del referendum.
In effetti ci sarebbe anche un secondo motivo e cioè che in questo giorno si celebra anche l’anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi, simbolo dell’Unità d’Italia. Nell’occasione referendaria gli elettori, tutti i cittadini italiani di ambo i sessi e maggiorenni d’età superiore a 21 anni, ricevettero due schede. La prima per il referendum istituzionale e la seconda per l’elezione dei deputati dell’Assemblea Costituente l’organo che avrebbe avuto il compito di redigere la nuova carta costituzionale secondo l’orientamento emerso dal referendum.
A questo proposito vale ricordare lo sforzo che fece l’allora Costituente per rendere chiara e leggibile a tutti la futura Costituzione Italiana: una sottocommissione composta da linguisti doveva trasformare articolo per articolo il testo della Costituzione in un linguaggio semplice, chiaro ed univoco. In effetti, ad oggi, quella italiana è ritenuta una delle carte costituzionali più chiare e leggibili del mondo. il 1º luglio Enrico De Nicola fu nominato primo presidente della Repubblica Italiana, Alcide De Gasperi primo presidente del Consiglio e il 1º gennaio 1948 entrò in vigore la nuova Costituzione della Repubblica Italiana.
Secondo una tradizione tutta italiana, anche la prima celebrazione della Festa della Repubblica si tenne con due anni di ritardo, nel 1948. La data rimase quella del 2 giugno fino al 1977, quando, a causa della crisi economica, si decise che sarebbe stata celebrata la prima domenica di giugno per non perdere un giorno lavorativo in festeggiamenti. Ci sono voluti 23 anni per riportare la celebrazione alla data originale. Ma non finisce qui: nel 1963 fu spostata al 4 Novembre per le condizioni di salute del Papa, Giovanni XXIII e annullata nel 1976 per il terremoto in Friuli.
Che si fa il giorno della festa della Repubblica? I festeggiamenti iniziano a Roma con l’alzabandiera all’Altare della Patria e l’omaggio al Milite Ignoto.
Qui giova una piccola annotazione: non tutti sanno cosa in realtà sia quel pachidermico monumento in Piazza Venezia dalla forma di una vecchia macchina per scrivere Olivetti che di volta in volta è chiamata Vittoriano, Altare della Patria o Milite ignoto. Originariamente era il monumento a re Vittorio Emanuele II (da cui Vittoriano) tant’è che al centro della enorme struttura campeggia una statua equestre in bronzo che lo raffigura. Il cavallo è cavo ed è talmente grande che al suo interno fu dato un banchetto per 21 commensali. Divenne poi Altare della Patria volendo con questo dedicare un tempio laico all’Italia libera e unita.
Ma perché Milite Ignoto? Perché è rivolto ai nostri Eroi di Guerra senza nome che hanno combattuto durante il primo conflitto mondiale. Al centro del complesso, sotto la Dea Roma, infatti, giace il corpo di un soldato non identificato: il Milite ignoto per l’appunto. La salma del combattente italiano senza nome fu scelto da una donna di Trieste, tra un gruppo di militari caduti in battaglia e mai identificati. Una apposita commissione aveva rintracciato undici vittime ignote ognuna proveniva da una zona precisa del fronte italiano della prima guerra mondiale (Rovereto, le Dolomiti, gli altipiani, il monte Grappa, Montello, il Basso Piave, il Cadore, Gorizia, il Basso Isonzo, il monte San Michele e Castagnevizza del Carso). Le salme, dentro a delle bare identiche, furono disposte in fila nella navata centrale della Basilica di Aquileia a Udine.
Maria Bergamas fu scelta per rappresentare le madri italiane che avevano perso un figlio durante il primo conflitto e del quale non erano state restituite le spoglie e fu lei ad indicare la salma che oggi riposa nel sacello del monumento. La salma fu trasferita con un treno speciale a Roma. Ad ogni stazione il convoglio ferroviario fece una sosta, tra gli applausi degli italiani, radunati per omaggiare quel soldato sconosciuto. La cerimonia commemorativa del 2 giugno prevede dunque la deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto, presso l’Altare della Patria. Al suo termine inizia la parata militare alla presenza delle più alte cariche dello Stato che la seguono, spesso, col naso all’insù. A contorno della manifestazione lo spettacolo delle frecce tricolore. La parata? Ha luogo nel tratto di strada che unisce i Fori Imperiali di Roma al monumento dell’Altare della Patria.
Negli ultimi anni la sfilata è stata ridimensionata, un po’ per motivi economici e un po’ perché le vibrazioni prodotte dal transito dei mezzi corazzati,mettevano a rischio la stabilità dei monumenti. Una curiosità: a seconda degli eventi coincidenti, la parata delle Forze Armate muta la sua tematica: nel 2011 fu dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nel 2012 ai terremotati emiliani, nel 2015 al centenario della Grande Guerra e nel 2016 al 70° anniversario della nascita della Repubblica Italiana.
Nella parata sfila La brigata Sassari (i Demonios) e i Bersaglieri offrendo uno spettacolo a sé stante: gli uni marciano cantando in sassarese , gli altri corrono suonando. Perchè la Brigata Sassari è soprannominata Demonios (Diavoli in sardo)? Durante la prima guerra mondiale i suoi soldati resero la vita impossibile agli austriaci a tal punto che la vista delle mostrine dei “sassarini” li mandava in fibrillazione. A causa della irruenza combattiva della Brigata i suoi soldati furono soprannominati dal nemico “Diavoli”
Tanti anni fa, la parata, per coloro che abitavano nella zona della vecchia Fiera di Roma, anticipava di diversi giorni perché tutti i numerosi mezzi militari (ed erano tanti) che avrebbero dovuto sfilare, compresi quelli corrazzati, venivano parcheggiati su un lato della prospiciente via Cristoforo Colombo. Siccome in quel tratto di strada esistevano degli ampi prati incolti, erano montati, a scopo dimostrativo, alcuni sistemi d’arma come le rampe mobili lanciamissili (era escluso dalla dimostrazione il lancio degli ordigni naturalmente): era l’occasione per le famiglie di fare quattro passi con i bimbetti alla mano e ammirare la “possanza” del sistema difensivo e d’attacco nostrano. In quei periodi, quindi, la zona era un tafferuglio di mezzi militari e di missili che giravano sulle loro rampe sollevandosi e abbassandosi, di civili curiosi che a frotte si ammassavano dietro a questo o a quell’altro mezzo militare, di padri con i figli in spalla che indicavano, con enfasi, ai bimbi quei giocattoloni rotanti e infine di ingorghi dovuti alle autovetture che transitavano sulla Colombo. Non vi dico come era ridotto l’asfalto della via dopo il passaggio dei mezzi pesanti ma a quei tempi era uno spettacolo nello spettacolo e tutto era concesso. Dimenticavo… L’Inno di Mameli che si ascolta durante la parata, non si chiama così ma Canto degli italiani.
Un’altra spigolatura… per la parata, scortato dai Corazzieri in motocicletta, il Capo dello Stato usa una Lancia Flaminia. È una versione speciale del modello 355, realizzata appositamente nel 1961. Il garage del Quirinale la tiene ancora in perfetta efficienza.
A questa vettura è legato un aneddoto. Quando la Regina Elisabetta venne in visita nella nostra nazione viaggiò per mezzo della vettura presidenziale. Giunti nell’ultimo tratto in salita di Via XXIV Maggio la scorta dei Corazzieri a cavallo affiancò la Flaminia, sostituendo la scorta dei motociclisti. Caso volle che il maniscalco del Reggimento aveva realizzato dei ferri di cavallo in gomma, per evitare che gli animali perdessero aderenza sul selciato scivoloso. Avvenne così che i maestosi cavalli parvero materializzarsi quasi per incanto, silenziosamente, attorno alla vettura presidenziale scortandola fino al Palazzo. La sovrana rimase ammirata e volle portare con sé alcuni esemplari dei nostri ferri… col “silenziatore”. Termino qui proponendo, in questi tempi, un motivodi meditazione. Diceva Umberto Terracini a proposito della costituzione: ”L’Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore. “ Un saluto da un metro e mezzo di distanza.