Due pesi e due misure per il carcere di Sulmona. L’ SPP chiede il trasferimento dei detenuti riottosi
SULMONA – “Giungono notizie davvero curiose ma nello stesso allarmanti dalla Casa di Reclusione di Sulmona circa i numerosi dispositivi telefonici sequestrati ( 40 dall’inizio dell’anno?),non si sa quanti ritrovamenti di oggetti non consentiti e diverse condanne inflitte per il reato ad essi associato e perpetrato negli anni scorsi.
La stampa tra l’altro ne ha parlato sovente e con dovizia di particolari come se fosse cronaca ordinaria”.
-Inizia in questo modo la dura lettera inviata al Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Russo dal Sindacato di Polizia Penitenziaria SPP-
“Non si conterebbero – secondo quello che si sta mostrando essere uno dei più accreditati sindacati nel mondo penitenziario- i provvedimenti disciplinari inflitti ai detenuti in conseguenza del ritrovamento di tali dispositivi ( e la conseguente attivazione quindi di procedimenti penali). Così come non si conta più il numero di reclusi di origine campana – troppi secondo il SPP- che sembrerebbero aver egemonizzato l’istituto abruzzese.
Il tutto non seguito – secondo il sindacato- da quello che tutti gli addetti ai lavori si sarebbero auspicati fosse avvenuto e cioè il trasferimento in altri istituti dei detenuti riottosi alle regole penitenziarie di stanza al carcere di Sulmona.
Eppure- continua l’ SPP- da quel che è dato sapere le richieste di allontanamento dei detenuti di cui sopra non sono mancate. Anzi…non si conterebbero.
Tuttavia, non si sa per quale motivo, i detenuti che evidentemente non hanno voluto e non vogliono impostarsi seguendo il dettato costituzionale loro offerto dal comma 3 dell’articolo 27 della legge madre, restano tranquillamente a gestire le loro dinamiche criminogene nello stesso posto in cui sono stati già scoperti e perseguiti per gli stessi motivi compromettendo, di fatto, ciò che di buono i pochi poliziotti penitenziari presenti (190 su 267 previsti) fanno per reprimere e prevenire i crimini in carcere – evidenzia il Sindacato che si appresta a denunciare in maniera impegnata il disastro che si sta producendo all’interno degli istituti di pena italiani –
Il paradosso l’SPP lo evidenzia quando menziona i trasferimenti avvenuti in entrata nel carcere di Sulmona di detenuti macchiatisi delle stesse infrazioni -.
Così come non è venuto meno, e questo è il vero paradosso, l’arrivo di detenuti da altri istituti macchiatosi delle stesse infrazioni.
Insomma lo stesso Dipartimento sembrerebbe adottare due pesi e due misure non trasferendo quelli che a Sulmona si sono macchiati di infrazioni gravi e addirittura reiterate nel tempo” – riporta nella nota il sindacato.
Cosa dire poi- continua l’ SPP- della eccessiva stanzialità che ne consegue al loro mancato trasferimento e che inevitabilmente potrebbe tradursi nella materializzazione di sodalizi criminali dagli stessi potenzialmente costituibili in carcere? Cosa si sta aspettando dunque?”.
A chiosa della nota l’ SPP chiede urgenti spiegazioni e nel contempo quali determinazioni il Dipartimento intende assumere per mettere fine a questo stato di cose.