È caduta la gigantesca Quercia delle Streghe di Loreto Aprutino. Albero monumentale di interesse nazionale. Colazilli: «Un pezzo di storia che finisce»
PESCARA – Una devastante carie interna, unita alle condizioni climatiche di questi giorni, il vento forte in primis, hanno determinato il crollo della grande Quercia delle Streghe, a Passo Cordone, di Loreto Aprutino.
Albero monumentale, con oltre 500 anni di storia, il gigantesco albero, con un tronco dal diametro di oltre sette metri, non ce l’ha fatta a resistere ancora ed è crollato a terra, mostrando le ferite della carie e anche della carenza di assistenza che purtroppo caratterizza il mantenimento di questi particolari alberi.
A raccontarci la vicenda e ciò che rappresentava la quercia di Loreto Aprutino è Alberto Colazilli, Presidente del Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio.
«Definita una delle più grandi querce monumentali d’Italia, la Quercia della Streghe di Loreto Aprutino aveva tantissimo da raccontare, oltre 500 anni di vita, dicono forse di più.
Tanta memoria storica raccolta in quel tronco possente di quasi 7 metri di circonferenza, un gigante imponente che dominava nel paesaggio come un tempio della vita e della sacralità della terra.
L’albero era completamente cavo e si raccontano tante storie, di come durante la Seconda Guerra Mondiale, nella sua cavità, venivano nascosti viveri e anche partigiani.
Una storia unica e affascinante. Come sono state uniche le molte lezioni di educazione ambientale con le scolaresche e le visite guidate con stupefatti turisti, di fronte a tanta sacralità del creato.
Ebbene, proprio in questi freddi giorni di Gennaio, a ridosso della Giornata della Memoria, la grande Quercia si è schiantata, per colpa del vento, per colpa di una devastante carie interna che aveva completamente divorato il tronco.
Solo uno sprazzo di linfa e di legno ancora integro alimentava quello che rimaneva della maestosa chioma. I rami e le branche tutte integre e piene di gemme. Nel 2021 il primo crollo, una sbrancatura provocata sempre dalla carie…. e l’albero non fu più quello di un tempo, scivolando in una lenta, inesorabile agonia.
Eh si, alla notizia della morte di questo colosso, l’angoscia ha permeato il mio viso e la mia anima. Lo smarrimento, la perdita di un patriarca.
Un pezzo di storia che finisce. Siamo in un mondo in cui gli alberi monumentali rischiano di morire per colpa dei cambiamenti climatici… e delle nefandezze degli uomini! Dobbiamo per forza fare qualcosa.
Come salvare queste creature e farle vivere più a lungo? Servono competenze multidisciplinari tra gli esperti in materia, serve l’appoggio incondizionato degli enti competenti.
I proprietari di questi alberi non devono rimanere da soli a sostenere le spese per la conservazione e valorizzazione e la continua ricerca di tutte le soluzioni per salvare monumenti naturali della storia. Sono tesori di tutta la comunità, ricordiamocelo sempre.
I proprietari della Quercia delle Streghe, gentilissimi e sempre disponibili, hanno custodito fino all’ultimo questa creatura. L’hanno tutelata, valorizzata, hanno cercato tutte le soluzioni per salvarla. Ma non è bastato!
Ho fatto decine di fotografie, altrettante ne ho ricevute. Ho scelto le più dure. Le condizioni critiche fitosanitarie dell’albero si notano tutte, come la grande carie. Si poteva fare qualcosa? Non saprei.
A mio avviso un albero del genere, con una storia incredibile alle spalle, doveva essere conservato, con ogni mezzo possibile! Ma è ormai impossibile tornare indietro. È il ciclo della vita.
Rimangono il ricordo e la malinconia, tra foto e video, di tutte quelle volte che ho toccato e visitato questo albero, sentito la generosa vitalità.
Gli alberi monumentali rappresentano la nostra storia e non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla loro agonia e sofferenza». Alberto Colazilli – Presidente Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio.