E’ stato presentato al pubblico il meraviglioso “Fregio di Armi” rinvenuto a Corcumello
CORCUMELLO- Nel pomeriggio di venerdì 20 agosto, all’interno della splendida cornice della chiesa di Sant’Antonio in Corcumello, nel pieno rispetto delle vigenti normative anti convid-19 si è svolta un’interessantissima manifestazione in cui è stato presentato al pubblico il magnifico “fregio di armi” riscavato nel maggio scorso.
Un nutrito gruppo di persone hanno potuto ascoltare il prezioso intervento della dottoressa Emanuela Ceccaroni della Sovrintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Pescara e Chieti che illustrato sia il momento della riscoperta del fregio e sia le interessanti parti che compongono tale opera. Nella parte iniziale del suo intervento, la dottoressa Ceccaroni sottolinea il fatto di come non sia semplice studiare e dare un significato immediato a tale “Fregio di Armi”: tali difficoltà sono dovute anche al periodo pandemico in cui viviamo che non permette di fruire al massimo gli archivi storici e le biblioteche.
Fatta questa premessa la Sovrintendente ripercorre l’inizio di questa stupenda avventura. Nel maggio del 2020 a seguito di un invito da parte di Francesco Eligi e grazie a Fabrizio Petroni della sovrintendenza, la dottoressa Ceccaroni si è recata nel luogo ove emergeva la parte di questo fregio in armi. Un luogo impervio ove la vegetazione ricopriva anche ciò che resta dell’antica chiesa di Santa Anatolia: chiesa che è stata oggetto di studio sia da parte di Francesco Eligi e sia dalla Soprintendenza tramite le carte dell’archivio storico della diocesi dei Marsi e del Catasto, ma in nessun documento consultato è emersa la presenza di questi blocchi.
Grazie ancora alle slide, la dottoressa Ceccaroni ha mostrato al pubblico anche le immagini dell’estrazione del fregio in armi avvenuta il 18 maggio alle ore 18.20. Di particolare interesse sono state le spiegazioni di alcune parti del fregio stesso come la lorica corazza, i due elmi con paraguance, paranuca e corna ma soprattutto l’immagine che ricalca il “Carnyx” ovvero la tromba celtica.
Alla fine dell’intervento c’è stato un breve saluto di Francesco Ciciotti Primo Cittadino di Capistrello nel quale parla dell’importanza della valorizzazione, della fruizione e del restauro di tale “Fregio di Armi”.