Edilizia. La Fillea-Cgil chiede garanzie e nuove regole per ripartire in sicurezza. Amicuccie Verrocchi: “L’importante è il come non il quando”
L’AQUILA – Lettera aperta dei segretario provinciale e regionale della Fillea-Cgil la confederazione dei lavoratori dell’edilizia, per quanto concerne la discussione sulla riapertura dei cantieri e delle attività lavorative.
Silvio Amicucci, segretario regionale, ed Emauele Verrocchio, segretario dell’Aquila, fanno una serie di considerazioni nelle quali la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori, e di chi entra con loro i contatto, deve stare ala base di ogni considerazione per ipotizzare la ripartenza. Una differenza ce pongono, insomma, sul come prima ancora che sul quando.
Questo il testo del documento dei due segretari della Fillea-Cgil: «Caro Direttore, il dibattito delle ultime ore si sta sviluppando tutto incentrato su quando far ripartire il lavoro e, nel nostro caso, i cantieri edili, la filiera dell’edilizia e tutto il settore delle costruzioni.
La Fillea CGIL si interroga, invece e pensiamo molto più correttamente su come un cantiere debba riaprire e quindi poniamo alcune prime riflessioni in merito. C’è indubbiamente attesa, soprattutto nel cantiere diffuso più grande d’Italia rappresentato dalla Ricostruzione 2009 a cui si è sovrapposta la ricostruzione 2016-17 anche se ancora in fase iniziale. Risulta doveroso, quindi, un nostro intervento.
Se volessimo cercare un aspetto positivo indotto dall’epidemia di Covid-19, questo è sicuramente aver posto al centro dell’elaborazione anche giuslavoristica il tema della salute e della sicurezza nel Lavoro. Abbiamo oggi a disposizione due avanzati protocolli di prevenzione del contagio (quello confederale del 14 marzo e le linee guida per i cantieri del 24 marzo) che dovranno essere, a nostro avviso da subito e per gli anni a venire, il principale punto di riferimento per la protezione dei lavoratori.
Il Covid 19 ha costretto, per la vastità del fenomeno, a considerare la salute e la sicurezza dei lavoratori elementi strutturali più importanti della produzione e dell’economia. Questa considerazione non va dispersa con la ripresa delle attività produttive, ne va non solo il rischio che i contagi infettivi possano riprendere vigore con il rischio di tante vite umane, ma anche i rischi per l’economia già pesantemente ridotta che non può permettersi false ripartenze. Crediamo che il distanziamento fisico e interpersonale, è ormai un’accortezza adottata dalla stragrande maggioranza delle persone, tale accortezza non deve essere dispersa tra i lavoratori edili a causa delle lavorazioni nei cantieri. Tutti i mezzi d’informazione hanno spiegato l’importanza di questo primo atto di prevenzione, mentre le Organizzazioni Sindacali, le scuole edili stanno diffondendo i principi cardini su cui sono basati il protocollo confederale del 14 marzo e le successive specifiche linee guida per i cantieri del 24 marzo accrescendo, nel lavoratore edile, un senso di consapevolezza, di prudenza, di responsabilità.
Oggi più che mai la nostra attività di informazione sta contribuendo a far nascere una consapevolezza collettiva che la sicurezza delle persone deve essere al primo posto e che si può coniugare sicurezza e lavoro. Sul fronte delle imprese è necessario organizzare un differente sistema di trasporto degli operai che garantisca il distanziamento fisico poiché per lavorare nei nostri cantieri ogni mattina partono con tanti furgoncini tanti lavoratori provenienti dalle altre province abruzzesi. In Abruzzo lavorano inoltre tante persone provenienti da altre Regioni, su tutte Campania e Puglia, anche qui è necessario rimodulare i dormitori dovendo evitare l’uso di camere con pluriletti. Nei cantieri ogni lavoratore deve essere dotato di un kit personalizzato con gli attrezzi da lavoro poiché resta difficile credere che con l’uso promiscuo vengano ogni volta prima del passaggio di mano sanificati. Così come è doveroso organizzare mense e spogliatoi, laddove possibili.
Siamo pronti a contrattare una nuova organizzazione del lavoro, che guarda, per esempio, ad un diverso impiego degli operai che vanno redistribuiti in fasce orarie di lavoro per evitare la concentrazione della manodopera in favore di una più ordinata presenza dei lavoratori in cantiere. Questa, forse, è la sfida più grande che lanciamo alle nostre controparti datoriali: la capacità e la competenza, in un contesto stravolto, che non necessariamente rallenta la produzione edile tenendo, se non aumentando, i livelli occupazionali del settore. La riflessione quindi è quante Ditte edili hanno utilizzato questo periodo di fermo per ripensare il cantiere, per avere le condizioni, rispettando le linee guida, di ripartire appena il legislatore lo deciderà, quanti invece sono rimasti al palo. Da questa riflessione dipende la ripresa delle attività più o meno progressiva. La Fillea CGIL ritiene importante spostare l’attenzione su ogni singolo cantiere il quale dovrebbe avere un via libera da parte dei CPT.
A proposito di bilateralità, riteniamo che la stessa debba essere innovata, non solo nuovi compiti ai CPT, una formazione specifica e obbligatoria Covid 19 effettuata dalle Scuole Edili sul modello della formazione per l’ingresso in cantiere di 16 ore, una maggiore professionalizzazione dei RLST, ma anche un nuovo ruolo delle Casse Edili. Abbiamo fatto un accordo importante con il quale le Casse Edili di tutta Italia hanno anticipato 280 milioni di € relativi all’Anzianità Professionale Edile e la Gratifica Natalizia e Ferie maturata, soldi freschi nelle tasche degli operai, in attesa di percepire la cassa integrazione.
La CGIL e la Fillea CGIL stanno chiedendo al Governo che con il decreto di aprile si dia un concreto sostegno a quelle persone che, in disoccupazione, non si sono ancora visti prolungare l’indennità di NASPI già terminata o in scadenza. Crediamo che il sindacato dell’edilizia unitariamente e lo Stato, oggi più che mai, possano essere alleati. Lo ha dimostrato il Commissario Legnini schierandosi decisamente a favore del DURC e della congruità, quindi non solo regolarità contributiva ma anche contrasto al lavoro nero e irregolare nei cantieri della ricostruzione del Centro Italia, ci piacerebbe che le misure previste dall’ordinanza n.78 siano estese anche alle ricostruzioni post sisma 2009 e già che ci siamo all’intero Abruzzo attraverso la l’approvazione di una Legge Regionale come da anni ha fatto l’Umbria.
Ai Prefetti è assegnato la competenza di monitoraggio e controllo dell’applicazione delle misure di contrasto alla diffusione del Covid-19, stiamo chiedendo un confronto a tutte le Prefetture della nostra Regione per l’applicazione dei protocolli già citati, e, lì dove istituiti, a L’Aquila e a Teramo, un rilancio degli Osservatori per i Flussi di Manodopera, veri e propri presidi di legalità, che potrebbero fungere da organismi di verifica e implementazione di quelle misure per la sicurezza auspicate.
Chiediamo che si sviluppi finalmente un lavoro a rete istituendo dei protocolli di sinergia e collaborazione, tra i servizi ispettivi delle ASL, l’ITL, e la polizia locale, per essere sicuri di arrivare incisivamente in ogni cantiere di ogni singolo Comune, mentre alle Stazioni Appaltanti e agli Uffici Speciali per la Ricostruzione chiediamo una rimodulazione dei costi di realizzo perché l’applicazione delle linee guida, la fornitura dei Dispositivi di Protezione Individuali, la riorganizzazione del lavoro ha dei costi importanti che le direzioni dei cantieri devono saper valutare, ma che hanno bisogno di un riscontro concreto. Occorre ridisegnare l’edilizia affinché Il futuro sia già qui». Silvio Amicucci, Segretario Generale FILLEA CGIL Abruzzo-Molise ed Emanuele Verrocchi, Segretario Generale Fillea CGIL della Provincia di L’Aquila