Elezioni regionali. Mario Casale parla del “Caso Avezzano”: «Si vota incomprensibilmente per empatia. Poi i problemi restano tutti insoluti»
AVEZZANO – Elezioni regionali, interessante lettura del risultato elettorale, ma soprattutto sul corpo elettorale e i suoi umori e spostamenti, di Mario Casale, sindacalista e politico di razza, ex assessore nella giunta del Sindaco de Comune di Avezzano, Prof. Mario Spallone, e simbolo della sinistra marsicana e abruzzese.
Casale parla di avezzanesi che votano per empatica, e quando questa empatia si esaurisce vengono a galla tutti i problemi urgenti mai affrontati.
Questa la nota di riflessione che volentieri riportiamo integralmente: «In queste elezioni regionali sono stati puniti quelli bravi: D’Amico “troppo” per l’elettorato di minoranza che ha premiato Marsilio (per intenderci quello dei 3 mari, con visuale mar Nero).
Ad Avezzano lo stesso elettorato preferisce un esponente della destra di Trasacco, con il sostegno dell’Amministrazione comunale e di tanti consiglieri. Chissà! siamo forse di fronte a un genio della politica e non lo abbiamo visto arrivare?
Oppure di fronte alla solita fuffa sgradevole di elargizione di contributi e finanziamenti pubblici alle amministrazioni di orientamento amico o fluttuante in grado di ricambiare il favore con le preferenze?
Propendo per la seconda ipotesi, considerato che il fenomeno proveniente da Trasacco sulla sanità è allineato e coperto alle posizioni del Presidente riconfermato: nuovo ospedale ad Avezzano, se tutto va bene tra 10 anni, e destrutturazione dell’attuale, cancellazione degli ospedali di Tagliacozzo e Pescina, con i pazienti che dovranno continuare a subire mancanza di personale, di strumenti tecnologici avanzati, lunghe file perfino al cup, oltre che liste di attesa, per prestazioni, ormai insostenibili.
Ci vorrebbero uno bravo veramente e una scelta a favore della sanità pubblica, caratteristiche difficili da trovare nei nuovi fenomeni della politica locale e regionale. Ma la minoranza dell’elettorato democraticamente ha scelto quelli empatici, come è accaduto negli ultimi decenni con Berlusconi, Grillo, Salvini e Renzi.
L’empatia, però, è temporanea, cambia il vento e viene spazzata via, mentre i problemi, quelli seri dei cittadini non vengono risolti, alimentando sfiducia nelle istituzioni e astensionismo elettorale.
Allora tornare a votare in massa è l’unico antidoto al qualunquismo attuale, che premia i bluff e umilia la competenza. Un processo lungo per valorizzare un progetto di cambiamento con le persone più adeguate per interpretarlo e realizzarlo. E si fa comunque con la partecipazione al voto, per essere cittadini a tutti gli effetti.
Naturalmente buon lavoro a tutti». Mario Casale – Avezzano.