Emergenza Coronavirus. Annunci, silenzi ed altre stranezze
Annuncite, logorrea e grafomania sembrano essere gli effetti collaterali più seri di questo virus. Siamo nella Marsica, giorno 20 di quarantena
AVEZZANO – Post, note, videocomunicati e videoconferenze, mai come in questo periodo la finestra social ha raggiunto un livello di utilizzo così largo. Purtroppo, mai come in questo periodo la finestra social è stata utilizzata così male.
Rifuggendo dai luoghi comuni, non parliamo di coloro i quali postano questo o quel rimedio, questa o quella teoria, in quel caso l’ingenuità è più la nostra che andiamo a leggere che non la poca accortezza di chi pubblica. D’altronde, teniamo sempre ben presente che Facebook, Instagram, Twitter e tutti i social tutto sono tranne che testate giornalistiche dove, come noto, c’è un editore e un direttore responsabile che, in caso di notizie false e altro, ne rispondono penalmente e civilmente di persona.
No. Non parliamo di questo. Parliamo dell’utilizzo che la politica, soprattutto a livello locale, sta facendo dei social in questo periodo. Sindaci che parlano a tutte le ore, consiglieri regionali e provinciali che annunciano ogni due minuti di tutto, altri che parevano spariti e dissolti nel nulla e che, dopo un mese, riemergono dando per certe decisioni che, invee, sono sì e no allo stato embrionale. Parliamo ad esempio del Sindaco dell’Aquila Biondi e del suo punto quotidiano, numeri, cifre, tutto quello che attira ma non serve a nulla a livello pratico per la popolazione e per gli operatori sanitari dell’aquilano intero. parliamo di altri sindaci che annunciano l’esecuzione di tamponi, controlli, e quant’altro senza dire su che basi e con chi. Parliamo della giunta regionale nel suo complesso che ogni giorno inonda di note, messaggi, whatsapp, video, foto, infografiche, ma tutto però al futuro se non, spesso al condizionale. E poi ci sono i singoli, da una parte e dall’altra, che annunciano anche l’impossibile o che chiedono perentoriamente e fermamente, almeno una volta al giorno, anche il Paradiso in terra.
L’ultimo episodio riguarda proprio al Marsica. Il consigliere Angelosante, medico, Sindaco di Ovindoli e consigliere regionale della Lega, ieri ha dato due annunci, l’ospedale Covid di Pescina e la decisione di destinare l’Interporto di Avezzano a ospedale a campo per sostenere l’attuale sforzo col Covid-19. Bene, benissimo.
Peccato che a Pescina, almeno fino ad ora, non sanno nulla se non che c’è una ipotesi di lavoro su questo e che, però, per il momento il Ppi resta chiuso in attesa di eventi. Idem dicasi per l’Interporto di Avezzano dove, a parte un’altra ipotesi di lavoro, ancora non ufficializzata, al momento non è ancora stato deciso nulla. Idea, peraltro, quella di utilizzare l’Interporto per posti letto e di terapia intensiva, nata dall’ex consigliere comunale Pd Roberto Verdecchia e poi sostenuta da 14 legali e tanti cittadini. L’altro ieri, improvvisamente, rompendo il silenzio autoimpostosi “per scelta” e ovviamente annunciato su Facebook, il consigliere Angelosante ha annunciato questa possibilità e poi, su altri canali, ne ha dato notizia come cosa fatta. Delle due l’una e gradiremmo, in due righe e non di più, sapere dove sta la verità.
Sulla questione Interporto prendono parola Roberto Verdecchia e gli altri 13 legali che hanno annunciato e sostenuto originariamente la proposta: “Vediamo che l’indicazione bipartisan pervenuta da noi legali, chiara e precisa, ha avuto i suoi frutti anche grazie alla sensibilità del Consigliere Angelosante, che da medico e politico si è reso conto di un ‘patrimonio giacente’ lasciato da troppo tempo quasi del tutto inutilizzato. Speriamo che il tutto verrà realizzato in strettissimo lasso temporale, vista l’imminente situazione di pericolo esistente e che tale struttura coadiuvata dal personale e mezzi, possa salvare più vite umane possibili”.
Noi la chiudiamo qui e ricordiamo, ancora una volta, il prezioso consiglio contento nella scena di chiusura del film di Federico Fellini “La Voce della Luna”: «Eppure io credo che se ci fosse un po’ di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire».