Emergenza Covid in Marsica. Il Comitato Emergenza Avezzano alle istituzioni: «Non è tempo di rilassarsi. Urgente l’ospedale da campo»
AVEZZANO – Il C.E.A., Comitato Emergenza Avezzano, di fronte al persistere delle fortissime criticità sul territorio marsicano relativamente alla gestione sanitario-ospedaliera dell’emergenza Covid, si rammarica per l’eccessivo rilassamento delle istituzioni e lo dichiara pubblicamente rilanciando la necessità impellente di avere, in tempi ristrettissimi, un ospedale da campo ad Avezzano.
«Il minimo miglioramento dei parametri epidemiologici ha dato un po’ di respiro al nosocomio marsicano ma la crisi è tutt’altro che scongiurata e restiamo sempre sull’orlo del baratro. Dopo le ultime vicissitudini che hanno visto evacuata per pioggia la tendostruttura, diventata anch’essa un problema anziché una soluzione tampone, dopo le pressioni dei dirigenti sugli operatori sanitari che hanno tanto il sapore del ricatto per tener nascosta la grave realtà e la poco chiara e controversa vicenda della clinica Immacolata di Celano, la situazione sanitaria in Marsica è sempre più tinta di note scure. Nonostante una iniziale azione da parte delle istituzioni locali – Prosegue il C.E.A – ora siamo scivolati nuovamente in una sorta di attendismo. Che fine ha fatto il ‘parlamentino dei sindaci’? Sono preventivate future azioni concrete? In caso di una recrudescenza dei casi, avremo garantito il diritto ad essere curati? Da inizio novembre, quando ci fu la prima riunione dei sindaci marsicani, troppo tempo è passato e si è visto oggettivamente poco. Da parte nostra ribadiamo la necessità dell’installazione di un ospedale militare da campo che coadiuvi quello esistente o che i militari possano usufruire di spazi all’interno dei nosocomi marsicani dismessi. Inoltre vorremmo sapere che fine ha fatto la macchina per processare i tamponi. Se non ci prepariamo per tempo alle future emergenze – conclude il C.E.A. – torneremo in zona rossa forse a tempo indeterminato, piangeremo altre morti per la pandemia, e nuovi drammi per la crisi economica».
Un ragionamento che potrà anche non piacere ma che, per la sua logica stringente supportate ai dati che si possono evincere dalla realtà dei fatti, ci sentiamo di condividere pienamente. Inutile propagandare normalità a breve termine. Sono tutti concordi che, in mancanza del rigoroso rispetto delle misure contenitive di base, come l’assoluto divieto di riunioni e assembramenti, il mantenimento del distanziamento, la mascherina e l’uso di didattica e lavoro a distanza, si rischia ogni volta, come in un tragico gioco dell’oca, di tornare al via. E il rilassamento delle istituzioni può definirsi con due soli aggettivi: ingiustificato e colpevole.