Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e monti della Laga: Cercasi buon senso se ancora esiste!

FABRIZIO SULLI

TERAMO – Accade di essere rinviati  a giudizio per abuso edilizio, per aver ricreato tre stagni per anfibi in un frassineto nell’area sorgentizia di fonte Coccionetto, nel comune di Castelli, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Stagni che nel frattempo hanno ricreato le condizioni ottimali per la riproduzione di salamandrina, rana appenninica e rospo.

Fabrizio Sulli, trentatreenne abruzzese, guida ambientale,  dedito da anni alla cura e alla ricostruzione dell’habitat naturale di specie a rischio,  non ha  trovato il favore dell’Ente Parco con questa sua azione pionieristica. Anzi! E’ stato proprio denunciato da quello stesso ente, il Parco Nazionale del Gran Sasso, preposto alla tutela e salvaguardia del nostro patrimonio naturale. Come può un’attenta gestione delle risorse naturali non sostenere iniziative di questo tipo? Si tratta di una zona protetta, all’interno del Parco, precisamente nel comune di Castelli, che, secondo normativa, richiede un determinato iter che la imbalsama  nel girone infernale della burocrazia, rendendo azioni semplici maledettamente farraginose.

Fabrizio Sulli

Ecco, Fabrizio ha compiuto azioni semplici, che gettano scompiglio proprio per la disarmante semplicità, a suo rischio e pericolo, assumendosi l’onere personale di agire per la salvaguardia, in questo caso, della fauna anfibia. Paradossale che gli venga contestata la realizzazione di opere che inciderebbero sul rischio idrogelologico e venga considerato un “nemico” da demolire , quando in realtà è un sano “antidoto” al sistema. Bisogna impedire l’affermazione di questi comportamenti virtuosi, isolare il portatore di una energia nuova e diversa. E questo molto probabilmente sperano ai piani alti….

Fabrizio definisce la sua una “resistenza rurale”, il suo idealismo, la sua bontà’ d’animo ed il suo senso di appartenenza al territorio devono fare i conti con una bizzarra e singolare giustizia che sta bussando alla sua porta, che vedremo come giudicherà’ le sue azioni. Deve interfacciarsi con una burocrazia molto solerte che ha intercettato la pagliuzza, e deve intervenire a redarguire, per evitare altri spiacevoli precedenti. Ricordiamo infatti che  la gestione del nostro patrimonio naturalistico e’ un affare troppo ghiotto, che richiama fiumi di denaro, non si può mica ridurre tutto così semplicisticamente ad azioni “elementari”?

Come spiega in uno dei suoi video pubblici lo stesso Fabrizio, “il Parco per realizzare queste opere avrebbe dovuto smuovere fondi con tanto di progetti, e procedure da mettere in atto” e ancora “ le mie azioni oltre a creare un vantaggio per gli animali realizzano anche un risparmio per la collettività, andando a smontare un meccanismo consolidato di business intorno alla tutela dell’ambiente , che e’ diventato una esclusività”

In definitiva questa azione encomiabile espone Fabrizio ad una serie di conseguenze, niente affatto piacevoli, fra cui il rischio di vedere tutto il suo ammirevole lavoro distrutto, il pagamento di salate sanzioni amministrative, e, non da ultimo, una fedina penale sporca. L’odierna società sembra essere amante di un diverso ambientalismo, di un ambientalismo radical chic, con azioni di facciata, come dice lo stesso Fabrizio, di un “ambientalismo da salotto che si muove facendo due pesi e due misure, da una parte approvando tagli boschivi devastanti, e impianti sciistici, dall’altra, rendendo impossibile a chi vuole fare una vita di sola sussistenza , nel totale rispetto dell’ambiente, l’approvvigionamento anche semplicemente dell’acqua potabile”.

La Rana Appenninica

Una vera forza della natura Fabrizio che, consapevole di avere compiuto delle irregolarità, sta mettendo in discussione qualcosa di molto più ampio e più profondo, denudando un sistema congegnato per rendere complicatissima la vita a chi non vuole affatto speculare sull’ambiente, a chi ha compiuto una scelta di vita realmente ecosostenibile, disposto a pagarne le conseguenze, anche molto serie. Tale sua scelta di vita comporta il superamento di molte avversità legate al contesto totalmente immerso nella natura. Ecco, Fabrizio le ha sempre superate tutte, sempre con gioia e di buon grado, adattandosi meravigliosamente al contesto. Senza “sciuparlo” o “offenderlo”. Il suo è un rispetto che va oltre l’ossequio di una normativa , che, forse, sta perdendo di vista, più o meno volutamente, qualcosa…

Vogliamo inserire, sul finire di questo articolo, una frase che troviamo appropriata: “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”. Ecco, speriamo che chi esercita la giustizia (umana) in questa situazione conosca Kant. E speriamo anche che chi si occupa di normare certe fattispecie, sia capace di focalizzare sul contesto (su ogni contesto), tenendo conto dei reali intenti. L’intento di Fabrizio non è quello di nuocere al “contesto” dove si è inserito/adattato, anzi, al contrario è mosso da nobilissimi sentimenti e totale dedizione per la natura, che mai offenderebbe.  

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