Eravamo e siamo ancora quelli della “De Luca Iezzi”



Lettomanoppello- “…eravamo ragazzi facenti parte della squadra più numerosa (97), più vittoriosa in Abruzzo, più vittoriosa in Italia e più vittoriosi nella Nazionale e 40 anni dopo ancora orgogliosi e felici di stare insieme, il nostro presidente Dino, gli allenatori Edoardo, Fernando e l’angelo Verino … ciclisti e genitori di quel tempo….uniti a fare festa. È esistito un tempo dove gli allenatori allenavano e i genitori cucinavano e noi ragazzi eravamo lasciati in pace e poter pensare solo a come diventare Campioni!!!!”


Lo avevamo promesso e puntualmente abbiamo voluto riconoscere con questa pubblicazione il vero volto che dovrebbe possedere e mantenere un gruppo di amici.
A dir la verità stiamo parlando di un gruppo fatto di fratelli più che di amici.
Eh, si…perché se dopo 40 anni da quando hanno corso insieme nella De Luca Iezzi hanno desiderato e deciso ardentemente di riaccendere gli stessi sorrisi, una volta innaffiati dal sudore versato nei loro lunghi vincenti percorsi, non può che essere sentimentalmente fraterno definito il loro modo di ritrovarsi.


Avevano deciso di rivedersi in un conviviale organizzato per l’occasione e così è stato.
A maturare l’idea, lo ricordiamo, sono stati Roberto Ricci, Di Renzo Marco divenuto successivamente professionista ( nel 1996 vinse una tappa algiro di Spagna) e Gianluca Capitano, quest’ultimo a Mosca divenuto campione mondiale di ciclismo su pista nella specialità tandem in quell’indimenticabile1989.
Ricci , Di Marco e Capitano hanno rintracciato circa 20 dei ciclisti che facevano parte della squadra e oggi si sono ritrovati tutti presso un noto ristorante di Lettomanoppello.


Questa è stata anche l’occasione per mettere da parte, seppur temporaneamente, una professione che accomuna i tre, ovverosia quella del poliziotto penitenziario, che non stancherà e farà sudare così come lo facevano fare le lunghe pedalate condivise sui tornanti abruzzesi e non, ma di sicuro quando la pratichi ti stanca mentalmente e, soprattutto, ti consuma psicologicamente.
Non possiamo, infine, che unirci alla loro gioia e augurare al mondo intero di portare ovunque l’esempio offerto da questi che con il loro modo di fare, siamo convinti,non smetteranno di essere campioni e non solo dal sportivamente parlando.