“Essere missionario è un apprendistato continuo”. Intervista a Padre Beniamino Resta, missionario marsicano in Brasile

AVEZZANO – “Vivere la missione è avventurarsi a coltivare gli stessi sentimenti di Cristo Gesù e credere con Lui che chi mi sta accanto è pure mio fratello e mia sorella. Che il suo amore di compassione risvegli anche il nostro cuore e ci renda tutti discepoli missionari”.

Queste sono le parole scritte da Papa Francesco in occasione “Giornata Missionaria Mondiale” del 2021 e, in qualche modo, ci aiuteranno nell’addentrarci nella storia o meglio nell’intervista che oggi noi di Espressione24 vi proporremo.

Padre Beniamino Resta

E’ un’intervista assai particolare fatta ad un missionario marsicano in Brasile, Padre Beniamino Resta che è stato parroco a Sante Marie e nella parrocchia avezzanese di San Giuseppe a Caruscino e che dal 2011 è missionario a Itaquaquecetuba nello Stato San Paolo (Brasile) affiancando un altro sacerdote missionario marsicano don Giovanni Cosimati che da molti anni si trova in terra brasiliana.

Senza dilungarci ulteriormente, e prima di lasciarvi all’intervista, ci teniamo a ringraziare Padre Beniamino Resta per le sue parole così profonde e Laura Ciamei per averci messo in contatto con il missionario.

Ciao Padre Beniamino, innanzitutto come stai? Ci parleresti del tuo essere Missionario in terra brasiliana?

Ringraziando il Signore sto bene! Confesso di essere un po’ stanco. L’ultima volta che sono venuto in Italia era il 2019 e da allora non mi sono allontanato dalla parrocchia.

Gli anni 2020 e 2021 sono stati duri. Ci siamo ritrovati all’improvviso in una realtà totalmente diversa e abbiamo dovuto inventarci nuove maniere di essere preti e nuove modalità per essere presenti e per farci prossimi alle persone.

Sono stati due anni terribili e abbiamo pagato un contributo altissimo con seicento mila morti per Covid in tutto il Brasile, di cui un numero alto anche nella mia parrocchia tra i quali la segretaria parrocchiale che era il mio braccio destro.

Essere missionario è un apprendistato continuo: devi essere fedele al Vangelo in una cultura che non ti appartiene ma che si apprende ogni giorno. Quotidianamente cerco di incarnare la fede in un tessuto sociale totalmente differente da quello nel quale sono nato, cresciuto e formato.

Sono vari i raggi d’azione sui quali come parrocchia agiamo: la vita liturgica, la spiritualità, la catechesi, la missione per fondare nuove comunità, i progetti sociali e caritativi e l’ecumenismo.

Quando è nata la parrocchia São Bartolomeu nel 2013 c’erano sei comunità e in questi anni, con il lavoro delle missioni popolari nei vari quartieri, sono nate altre sei comunità.

Poi è arrivata la pandemia che ci ha bloccati ma abbiamo l’obiettivo di far nascere altre tre comunità. Speriamo di poter tornare alle missioni al più presto.

In ogni comunità abbiamo la celebrazione domenicale e una celebrazione durante un giorno feriale. Pur celebrando tre messe il sabato e cinque la domenica, ci sono sei comunità dove riesco ad andare a celebrare una sola volta al mese e gli altri sabato o domenica presiedono o un diacono permanente o un ministro straordinario della Comunione.

In cinque comunità, le più grandi, celebro la Messa ogni due domeniche e nella chiesa matrice, sede della parrocchia, due messe la domenica, il mercoledì e il venerdì. In ogni comunità bisogna organizzare le varie attività come la liturgia (la formazione dei lettori, dei cantori e dei ministri straordinari della Comunione), la catechesi per i bambini, gli adolescenti e i giovani, la pastorale dei bambini che accompagna i bambini dalla gestazione fino ai sei anni, la Caritas parrocchiale che nella sua complessa organizzazione e grazie agli aiuti della Associazione “dona un sorriso.

Infanzia Missionaria Brasile” e della Diocesi di Avezzano cerca di andare incontro alle necessità delle persone e delle famiglie. Alcune attività sono centralizzate nella chiesa matrice per mancanza di collaboratori come la Pastorale familiare, i corsi di preparazioni al matrimonio e al Battesimo dei bambini. Possiamo dire che è una struttura totalmente differente da quella italiana.

Le sfide sono tante.

Oggi ne viviamo due maggiori: limitare i danni fatti dalla pandemia nel tessuto sociale e nelle comunità e andare incontro alle numerose esigenze delle persone che vivono sotto la soglia della povertà il cui numero é aumentato in questi ultimi due anni.

Com’è la situazione a Itaquaquecetuba in questi tempi dettati dalla pandemia da Covid?

Da marzo 2020 le cose sono peggiorate e di molto. Un gran numero di persone lavoravano a nero con lavori saltuari e sono quelli che per primi hanno perso qualsiasi possibilità lavorativa. Anche chi aveva un lavoro fisso é rimasto disoccupato.

I morti sono stati tantissimi e nella seconda fase, marzo-giugno 2021, tante persone giovani. Lutto, sofferenza e fame che con l’inflazione degli ultimi mesi cresce sempre di più.

Ed il suo rapporto con la Diocesi dei Marsi è sempre vivo?

Io sono un presbitero della Diocesi dei Marsi, anche se svolgo il mio ministero nella Diocesi di Mogi das Cruzes.

Non è Padre Beniamino, ma la Diocesi de Marsi che si fa missionaria in terra brasiliana.

Mons. Santoro che mi ha inviato era sempre presente e anche Mons. Massaro si fa presente continuamente mostrandoci il suo affetto e la sua vicinanza. Poi oggi con le reti sociali è più facile comunicare e questo permette di mantenere i contatti con alcuni confratelli presbiteri e con le persone che accompagnano la missione con la preghiera e con aiuti generosi.

Ultima domanda: le manca la Marsica?

E come non manca! Mancano gli amici presbiteri e laici, manca il “mio” ambiente, mancano i detti, le pietanze tipiche, l’aria che si respira in inverno, nelle feste di Natale, come anche l’aria della primavera o dell’autunno marsicano e manca l’estate “fresca”.

La mancanza è però vinta dalla bellezza della missionarietà che porta a donarsi e a spendersi per gli uomini e le donne che il Signore mette nel mio cammino ogni giorno e con i quali cerco di percorrere un pezzetto di strada insieme.

Posso affermare che la felicità della missione, nonostante tutto, aiuta a vincere la saudade per la mia amata terra italiana.

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