Ferrovia veloce Roma-Pescara. Di Girolamo: «Stiano tranquilli gli ambientalisti»
SULMONA – «Quello che, allo stato di fatto, è un progetto di pre-fattibilità, redatto da Rfi per rispondere alle esigenze di Regione Abruzzo, Regione Lazio e dalle Commissioni parlamentari competenti, verrà valutato nei successivi passaggi, nelle sedi opportune, anche nei suoi aspetti di impatto ambientale, come previsto dalla normativa». È questa la rassicurazione arrivata dalla senatrice Gabriella Di Girolamo sul progetto di velocizzazione della linea ferroviaria Pescara-Roma, a proposito dei problemi di compatibilità ambientale, sollevati dall’associazione Forum H20 che si è subito pronunciata contro la realizzazione di gallerie tra Corfinio e Tocco da Casauria, che imporrebbero di “bucare” il Morrone con ripercussioni pesanti anche sulle sorgenti a monte del fiume Giardino, che riforniscono la Val Pescara, comprese città come Pescara e Chieti.
«Sono certa che, con il contributo di tutti, si sapranno individuare le migliori soluzioni per arrivare al progetto esecutivo di un’opera moderna, efficiente e compatibile con il territorio che attraversa. Confido nella proficua collaborazione tra istituzioni, tecnici, associazioni ed enti che sono interessate dalla realizzazione dell’infrastruttura per garantire nei tempi previsti i vantaggi ecologici, economici e sociali che essa può portare ai territori – sottolinea la pentastellata – . Una visione ecologica richiede di agire da subito per decongestionare i grandi centri urbani dove problemi come l’inquinamento dell’aria e la gestione dei rifiuti rappresentano delle vere e proprie emergenze ambientali. Ma l’esodo dalle aree interne verso le grandi città si combatte anche assicurando servizi fondamentali come una ferrovia veloce.
L’opera guarda al futuro anche in termini ecologici – precisa ancora la senatrice – poiché consentirebbe di migliorare i trasporti a fronte di una fortissima riduzione delle emissioni inquinanti ricordando che il treno è mezzo ecologico per eccellenza. Mai messo in secondo piano – conclude Di Girolamo- la tutela dell’ambiente rispetto alla realizzazione di infrastrutture strategiche».