Festival Art: al Pala Dean Martin di Montesilvano esposti i lavori artistici realizzati dai ragazzi del centro diurno La Casa di Cristina

Un progetto – “Questo piccolo grande Abruzzo” – organizzato e gestito da La Casa di Cristina odv e realizzato grazie al contributo della Regione Abruzzo, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Comune di Montesilvano, Fondazione PescaraAbruzzo, BCC Credito Cooperativo Cappelle, Intesa San Paolo Fondo di Beneficenza, che parla di arti visive, letteratura e cinema con chiare finalità rivolte all’inclusione sociale delle disabilità attraverso l’uso dei linguaggi espressivi.

Agli occhi di tutti, mercoledì 6 novembre presso il Pala Dean Martin di Montesilvano (PE), il FESTIVAL ART – ARTI VISIVE, LETTERATURA, CINEMA dove sono stati esposti i lavori artistici realizzati dai ragazzi del centro diurno di Montesilvano coordinati dalla prof.ssa Anna Maria Ragni per le arti visive, da Beniamino Cardines per la scrittura creativa, da Luca D’Ortenzio per la parte cine docu-film.

Ed è proprio la presidente della Casa di Cristina odv, Francesca Crescenti, a presentare la validità del progetto “innovativo che vuole, attraverso i linguaggi espressivi artistici, dare continuità formativa e culturale ai ragazzi e alle ragazze che frequentano la nostra Associazione”; se è vero che la costruzione di un’identità personale passa attraverso la conoscenza del territorio in cui si vive e l’apprezzamento delle sue bellezze artistiche, paesaggistiche e turistiche, allora il progetto ha pensato all’Abruzzo come “progetto identitario, territoriale, e come regione italiana patrimonio di biodiversità e bellezza da far conoscere ai nostri ragazzi” .

Il Festival ha mostrato – senza trucco e senza inganno – che tutti possono essere protagonisti della loro vita e di quella del territorio attraverso l’uso dei linguaggi espressivi artistici che danno a tutti la possibilità di narrare di se stessi; e così è stato per i ragazzi che quotidianamente frequentano la Casa e che, sotto la guida esperta e amorosa della prof.ssa Anna Maria Ragni hanno dato il meglio di sé realizzando disegni, pitture e mattonelle dipinte a mano.

Ma non solo: i ragazzi hanno ideato e declamato versi, scaturiti dalle loro anime e composti durante il laboratorio di scrittura creativa di cui il giornalista e scrittore Beniamino Cardines è stato il capitano. E ancora: l’ Adriatech srl (partner di progetto) ha messo a disposizione una barca a vela sulla quale sono state compiute uscite educative; Majella Sporting Team e a Montagne Senza Barriere ha condotto i ragazzi in passeggiate in collina ed escursioni in montagna. Ma la memoria è importante – oltre la documentazione del progetto – e il regista Luca D’Ortenzio ha realizzato un docu-film delle diverse esperienze che è stato poi proiettato nel corso del Festival.

Il pubblico, intervenuto numerosissimo, e le famiglie presenti hanno avvalorato la validità del progetto di inclusione ed hanno ammirato le non comuni doti espressive dei ragazzi, protagonisti indiscussi dell’evento; Roberta Pagliuca, resp. comunicazioni La Casa di Cristina odv ha posto in evidenza come l’iniziativa “ha riscosso molto successo così come il progetto da cui prende vita e ha permesso ai ragazzi di apprendere e divertirsi”; l’esplorazione della  “nostra regione dal mare alla montagna per vivere la magia di questi ambienti” è stata “fonte di ispirazione per la realizzazione da parte dei ragazzi, di quadri e disegni, di poesie elaborate e inventate durante il laboratorio di scrittura creativa, e dal video che documenta tutto il lavoro svolto”;  e Beniamino Cardines, docente di scrittura creativa che ha gestito il laboratorio “Ooops!(scrittura creativa e narrazione)” giustamente richiama il valore educativo della creazione/scrittura che “da una parte stimola creativamente i ragazzi e le ragazze, dall’altra li accompagna in un percorso di educazione al linguaggio, aiutandoli a esprimersi e dando continuità formativa alla loro preparazione culturale”.

Il servizio “con una forte valenza sociale che incontra le necessità di molte famiglie con figli diversamente abili, permettendo ai loro ragazzi di socializzare e di formarsi attraverso la scrittura, la narrazione e tutto il patrimonio proveniente dalla letteratura” può contare oggi su una dimensione – quella artistico-culturale – che, come dimostrato con l’attuazione del progetto, arricchisce sia gli ideatori/docenti sia i fruitori/ragazzi.