Forno crematorio di Avezzano. Fra maggioranza e opposizione polemica al… calor bianco

AVEZZANO – Forno crematorio di Avezzano, sembra davvero difficile da immaginare, ma su questo progetto si sta scatenando una vera polemica al… calor bianco, fra le fazioni in lotta nel Palazzo municipale.

L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco sospeso, sospensione confermata solo qualche giorno fa, Di Pangrazio e dal suo vice Di Berardino, risponde oggi alle critiche e alle accuse emerse dalla conferenza stampa dell’opposizione di due giorni fa.

“Un no senza sapere è un no strumentale” accusano dalla maggioranza

«Sul tempio crematorio “la favoletta raccontata da mezza minoranza” , i consiglieri Genovesi, Mascigrande, Taddei e Panei, che in linea di principio si dicono favorevoli all’idea progettuale, ma poi provano a confondere le acque adducendo la mancanza di informazioni dalla maggioranza, non sta proprio in piedi.

I consiglieri di opposizione Taddei, Panei, Genovesi e Mascigrande

Hanno avuto ben 40 giorni e più di tempo tra la prima comunicazione e il momento della deliberazione, preceduta dalle riunioni  nelle commissioni, per studiare gli atti puntualmente forniti e arrivare preparati in consiglio comunale.

Se, come dicono, non li hanno visionati e hanno poi votato NO a prescindere – sottolinea la maggioranza – è segno di un NO strumentale e disimpegnato, visto che i consiglieri hanno anche il diritto di chiedere le carte agli uffici- non di una reale opposizione a qualcosa nell’interesse della Città.

“Il voto del Consiglio è solo di indirizzo. La partita sul forno crematorio inizia con la Via della Regione”

Evidentemente erano in altre faccende affaccendati.

Giovanni Di Pangrazio e Domenico Di Berardino

Il voto del Consiglio, comunque, è solo un atto di indirizzo politico  – aggiunge la maggioranza – e non rappresenta che un ok di massima, mentre la partita decisiva, ovvero la procedura per la realizzazione dell’opera, potrà partire dopo le valutazioni di impatto ambientale della Regione insieme a tutti gli enti coinvolti, naturalmente se positive: se quei consiglieri comunali sono realmente interessati alla “salute pubblica” e non alle mere strumentalizzazioni politiche, che lasciano il tempo che trovano, allora, come farà la maggioranza, assolutamente attenta alle questioni ambientali, si attivino affinché quando il progetto passerà al vaglio degli organi competenti le verifiche di impatto ambientale siano rigorosissime. Il resto sono soltanto chiacchiere in libertà».

Polemica sorprendente e incomprensibile perché cade in una fase di totale disinvestimento e abbandono di Avezzano e della Marsica

Polemiche a parte, quel che ci meraviglia è il fatto che la classe politico-dirigente di questa città non comprenda come questo “investimento” rischi di diventare… simbolico.

Ci spieghiamo.

In un momento in cui si è praticamente perso il tribunale, con tutto ciò che la cosa comporterà, si assiste ad un disinvestimento progressivo sulla sanità, ad un immobilismo pressoché totale in tema di presenze e investimenti produttivi, pare proprio che Avezzano e la Marsica non possano far altro che investire su un solo settore: la propria fine.

Insomma, per dirla con Tito Livio “Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata” e, in questo caso, coperta da un manto di cenere.

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