Forza Abruzzo! Fotografia ma non solo
Videoconferenza organizzata da “Inabruzzo onlus” sulle bellezza della regione verde
AVEZZANO – Per la gioia dei fotografi dilettanti e/o professionisti, di chi ama andar per borghi e per chi cerca appuntamenti sportivi non può passare inosservata l’iniziativa dell’Associazione Culturale Inabruzzo onlus che, ad un anno dalla sua prima mostra fotografica “Il Nostro Abruzzo Insolito”, ha proposto per domenica 10 maggio un incontro in videoconferenza dal tema “Fotografia e Abruzzo”.
In collegamento 30 persone che, a diverso titolo, erano interessate a seguire l’appuntamento e che si è delineato come momento d’incontro e scambio tra fotografi, amatoriali e professionisti con alcuni rappresentanti locali e con personalità che per capacità e professionalità possono far conoscere aspetti diversi dell’Abruzzo e creare nuove idee fotografiche.
Gli interventi sono stati multidisciplinari, pertinenti e propositivi; il dott. Ciavarella Ugo, medico veterinario di Farindola, ma anche persona politicamente impegnata, è entrato subito nel vivo e ha riportato la sua esperienza e il suo impegno da assolvere con la fotografia: i suoi scatti sono un altro modo di rappresentare gli aspetti marginali dell’Abruzzo, quelli che vede e attentamente osserva come veterinario, finalizzati alla valorizzazione del territorio che – accanto a incantevoli boschi di faggi, non disdegna splendide viste sul mare. Tali meraviglie naturali si configurano, già da solo, come opportunità/occasioni per sviluppare un’economia sostenibile offrendo, insieme, la possibilità di restare sul territorio ai giovani che, diversamente sarebbero spinti dalla necessità del lavoro, a cercarne altrove. Inoltre, lo slow food, le azioni intraprese dalla Amministrazione comunale, l’istituzione del Parco nazionale del Gran Sasso hanno dato il via alla promozione del territorio attraverso la preparazione e la commercializzazione di genuini prodotti di nicchia legati alla tradizione dei luoghi. Ecco allora che le meraviglie naturali coniugate con le tipicità dei prodotti, operano per la conservazione, la valorizzazione e la tutela sia del territorio in quanto tale sia delle attività lavorative ec economiche su di esso presenti. E’ evidente che la fotografia, in tal contesto, assume una notevole funzione di divulgazione, facendo conoscere, con l’incanto dell’immagine, contesti agresti e montani, pubblicizzando materie prime autentiche e i relativi prodotti di lavorazione.
L’intervento di Angelo Radica, sindaco di Tollo (CH), ha raccontato la giovane esperienza intrapresa da trenta comuni, appartenenti ai tre ambiti da cui è composta la provincia di Chieti. Trattandosi di ambiti – chietino, vastese, sangro – con vocazioni ben diverse tra loro, l’associazione ha avuto come unico obiettivo comune il recupero e la valorizzazione dei borghi caratteristici in essi presenti. Grazie a questa iniziativa, denominata Borghi Ospitali, i comuni partecipanti hanno potuto accedere a finanziamenti consistenti per la riqualificazione dei pittoreschi paesi, sviluppando contestualmente, una cartellonistica pubblicitaria e una serie di iniziative comuni. Non sono mancate le difficoltà operative, dato che i borghi interessati all’intervento presentano un variegato numero di abitanti e caratteristiche assai diverse, ma sono state superate nel convincimento che l’unione fa la forza e, in questo caso, la forza del territorio. Il sindaco ha affermato che all’interno di questo contenitore, sono accolte positivamente le eventuali iniziative fotografiche che si vorranno proporre, nella consapevolezza che l’immagine veicola una comunicazione immediata ed efficace soprattutto per la conoscenza e la promozione del territorio che, pur nella diversità, può essere legato da un fil rouge che “segni” un percorso individuabile anche da “tappe” gastronomiche con la valorizzazione di prodotti e piatti tipici, aspetto per il quale i borghi si stanno attrezzando, proponendo articoli con marchio Borghi Ospitali.
Bella realtà dei Borghi Ospitali è quella di Colledimezzo, medio Sangro (CH) con circa 400 abitanti, che è stata rappresentata da Laura Porfirio consigliera comunale nell’attuale amministrazione. Il paese che è proprio al di sopra del Lago di Bomba conta diverse bellezze sia paesaggistiche che artistiche. Le attività turistiche-culturali vanno dalla pubblicazione di un giornalino “Tenemese’n contatt’” che viene distribuito a tutti gli abitanti ad un bellissimo percorso di trekking anche bike impegnativo (unitamente alla Associazione Roccia Politana) intorno al lago di 135 km con sette tappe che può essere svolto in più giorni, ad una gara podistica di 11 km su asfalto e sterrato che si snoda lungo un percorso CAI che attrae annualmente numerosi podisti. Ma poco sfruttato invece, è il lago che essendo un bacino artificiale idroelettrico pone seri vincoli all’utilizzo in chiave turistica delle attività di tipo lacustre. L’obiettivo è quello di attrarre nuove persone ma anche ri-attrarre coloro che hanno dovuto allontanarsi; un vero spopolamento non c’è stato solo grazie allo svincolo della superstrada che passa proprio al di sotto del paese.
Fa parte dei Borghi Ospitali anche Fresagrandinaria paese posto sul confine con il Molise che è stato presentato da Francesca che riveste anche la carica di consigliera comunale: il paese è lungo la direttiva della SS 650, strada ad elevato traffico, anche commerciale, che parte da S. Salvo e, attraversando tutta la penisola, giunge a Napoli, congiungendo così Mare Adriatico e Mar Tirreno.
Il paese è meta di turismo anche da parte dei cosidetti emigranti che tornano in occasione delle ferie; e, dal punto di vista gastronomico, è la patria della ventricina alla quale nel mese di luglio è dedicato un festival, quest’anno “in forse” a causa dell’emergenza sanitaria. Il Comune, e per esso Francesca, è molto interessato a recuperare iniziative che possano attrarre già da quest’anno turisti e visitatori di diverso genere e valorizzare prodotti gastronomici e bellezze paesaggistiche. Un precedente mostra fotografica ha sollecitato una nuova visione del paese anche da parte dei suoi stessi abitanti, da sempre abituati alle sue “ricchezze” tanto da aver perso contezza del patrimonio a cui attingere per il recupero e la valorizzazione. La fotografia è sicuramente un mezzo attraverso il quale far conoscere – anche a chi lo abita – il paese e offrire punti di vista diversi e interessanti della quotidianità.
Da Goriano Sicoli è intervenuto Juri Merolli che ha fatto conoscere all’uditorio la storia della loro patrona S. Gemma che da S. Sebastiano dei Marsi si trasferì a Goriano, paese famoso per il tratturo e i suoi vasti appezzamenti di terreni verdeggianti che ospitano diversi animali da pascolo. Il Conte di Celano si innamorò di lei ma non era ricambiato perciò il Conte la fece imprigionare nella Chiesa di S. Giovanni; la popolazione di Goriano, intenerita dalla sorte della giovane, recava al luogo della sua prigionia il pane; questa usanza venne ripresa fino a preparare una vera e propria festa nella quale una giovane, con abiti antichi, si reca in pellegrinaggio da S. Sebastiano, insieme con la popolazione, fino a Goriano dove viene accolta da un’altra giovane; la festa culmina in una processione al termine della quale ai presenti viene donato del pane benedetto. Lo spopolamento dei paesi sta rendendo difficile la riproposta della festa dato a Goriano abitano circa 400 persone e le giovani scarseggiano e a S. Sebastiano la cosa è ancor più grave contando il paese circa 80 persone. L’abbandono delle piccole realtà paesane – problema che afflige soprattutto i luoghi interni lontani dai grandi centri cittadini – è ancora molto sentito nonostante si stia registrando da un po’ di anni a questa parte, un’inversione di tendenza i cui numeri sono però ancora esigui per far parlare di ripopolamento.
Dal medio sangro chietino al teramano con Sandro Galantini, giornalista culturale per la rivista Tesori d’Abruzzo, storico e scrittore, innamorato dell’Abruzzo. Per lui l’emergenza sanitaria, vista l’impossibilità ancora per un po’ di tempo di superare i confini regionali, potrebbe essere una meravigliosa occasione per conoscere e ri-conoscere la regione e i suoi meravigliosi luoghi di paesaggio e di arte. Per il bacino teramano si parla di “giacimenti culturali sconosciuti o inesplorati” cioè di quei paesi di montagna che serbano ancora una certa qualità di vita, certo privi di tanti servizi ma gelosi custodi delle migliori tradizioni locali e di tesori d’arte: per citarne uno, Crognaleto con le due frazioni di Piano Vomano – in cui è presente un sito, Colle del Vento, che conserva una megalopoli antica con mura megalitiche ed è inserita in una contesto naturale favorevolissimo e di Senarica – paese che si costituì repubblica stringendo rapporti con la Serenissima di Venezia. Peculiare esempio di repubblica autonoma, testimoniato da vari documenti e inscrizioni sui conci e sul palazzi del paese; oppure Pratoli con edifici religiosi di cultura agropastorale e Campovalano, ben più nota località di testimonianze archeologiche. Il problema principale resta sempre quello del modo in cui piccoli centri – che si configurano come veri gioielli nascosti – possono esser posti all’attenzione di tutte quelle persone che a diverso titolo, vogliono conoscere e sapere del territorio e delle sue bellezze.
Ha concluso gli interventi Carmine Frigioni, presidente dell’Associazione Culturale Inabruzzo onlus, aiellese di origini, che da molto tempo si dedica alla valorizzazione – attraverso la fotografia – delle interessanti realtà di cui è ricchissimo l’Abruzzo e, ringraziando tutti coloro che hanno partecipato, ha anticipato la possibilità di dar vita dal 23 al 26 luglio ad un festival della fotografia che però dovrà tener conto delle disposizioni legate al COVID-19.
Graditi intermezzi poetici sono stati proposti da Patrizia che si è inserita prima con una poesia in vernacolo dal titolo “Gli spaghetti alla chitarra” e poi con un altro componimento dedicato a tutta la regione Abruzzo, a conferma che si opera su più fronti per salvaguardare i luoghi speciali e le loro peculiarità. Parallelamente alle iniziative che si stanno predisponendo per il recupero e la valorizzazione dei borghi e piccoli paesi di cui è costellato l’Abruzzo, si stanno muovendo anche quelle realtà turistiche già note che puntano non alla riconversione del loro status ma ad una intelligente integrazione. E’ questo il caso del Parco Nazionale della Majella che – come ha dichiarato il direttore Luciano Di Martino – avendo chiuso i centri visita a causa del lockdown, si è attivato per mantenere i contatti con i visitatori interessati attraverso dirette su Facebook con il contributo tecnico di Maja TV che hanno riguardato monumenti, borghi e aspetti biologici e ha coinvolto gli operatori dei centri visita di Caramanico, Lama dei Peligni, Palena e dei punti informativi di Sant’Eufemia a Majella e di Roccamorice, in stato di fermo per le necessarie misure di sicurezza. Contemporaneamente, si sta lavorando per disciplinare la riapertura dei musei, installare le necessarie misure di sicurezza e consolidare la riapertura del museo di Iuvanum presso Montenerodomo. Il Parco è anche un impianto floristico che si occupa della tutela e della conservazione di piante rare spontanee e della salvaguardia della biodiversità vegetale, avendo istituito nel 2005 la “banca del germoplasma” che conserva semi e pulvinar agronomiche che, disidratati e congelati, possono restare vitali anche 100 anni; per tale caratteristica, il Parco è uno dei 18 nodi della rete italiana del germoplasma. Attivi anche sul fronte delle attività agricole e della zootecnia per garantire prodotti vegetali e carni di primissima qualità; a tal fine, il Parco ha instaurato una valida collaborazione tra ente, agricoltori custodi e ristoratori custodi: tale interazione, si spera, possa costituire un valido punto di ri-partenza per tutti i partners interessati e coinvolti, che si pongono così “come fulcro per la rinascita dopo l’emergenza”