Giornata della Memoria, ai Marsi lo spettacolo “Segre. Come il fiume”

E’ con il Teatro del KRAK che ad Avezzano si commemorerà la Giornata della Memoria.

Lo spettacolo SEGRE. COME IL FIUME verrà rappresentato giovedì 25 gennaio alle ore 11 presso il Teatro dei Marsi per offrire ai giovani un intenso e importante momento di riflessione attraverso una forma d’arte, quella del teatro, che riesce a trasmettere comunicazione verbale e non verbale i profondi sentimenti e gli stati d’animo che raccontano le tristi vicende legate alla persecuzione nazista contro gli ebrei.

Il Teatro dei Colori né ha curato il coordinamento artistico ponendosi in collaborazione con Comune di Avezzano, il Ministero della Cultura e la Regione Abruzzo, tutto accolto favorevolmente dalla Fondazione Carispaq.

Lo spettacolo, selezionato per la finale della XIX edizione del “Festival Teatrale di Resistenza” / Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria 2020,  vedrà attrice protagonista Alberta Cipriani – magistralmente diretta da Antonio G. Tucci – la quale dà voce, corpo e sentimenti alla Liliana Segre che, bambina di otto anni diventa bersaglio insieme a tanti altri delle leggi razziali emanate in Italia nel 1938, subendo prima l’espulsione da scuola e il misconoscimento da parte delle sue amichette e poi, con il padre, fuggitivi verso la Svizzera, l’arresto e la deportazione verso il terribile campo di  Auschwitz.

Se si parla con quelli che Primo Levi chiamò “i salvati” – le persone tornate dai campi di concentramento – emerge come costante un senso di colpa che pervade la loro esistenza: perché io sono qui e gli altri no? In aggiunta, al termine della guerra e delle atrocità, c’era solo una frettolosa voglia di dimenticare il buio passato e come è successo a tanti, anche la Segre non poteva parlare di quanto accadutole. La sua forza si è palesata nel voler affrontare la sua storia, la sua identità ebraica e scegliere di raccontare “la condizione di bambina espulsa dal mondo, il mio essere ebrea”.

Le sue testimonianze che sono state riportate all’interno di due libri – “La memoria rende liberi” e “Fino a quando la mia stella brillerà” – sono state di formidabile aiuto per preparare lo spettacolo e traslare in teatro le conseguenze delle leggi razziali e  la tragedia della Shoah. 

Diversi i momenti storici – ieri e oggi – ma uguali le  forme di razzismo, di intolleranza e di violenza verso i “diversi” e di cancellazione umana che vengono messi in atto non solo in Italia ma anche in altri paesi verso coloro che, provenendo da paesi economicamente poveri, cercano lavoro e condizioni umane di vita.

La Shoah e i racconti – scritti o rappresentati – che di essa si fanno hanno, devono avere, una duplice veste: tenere vivo il ricordo di quanto accaduto perché non succeda di nuovo e, contemporaneamente aiutare a riconoscere e ad evitare gli isolamenti e i massacri della nostra epoca.

Lo spettacolo teatrale che verrà rappresentato il 25 gennaio, dando voce alle memorie di chi ha vissuto in prima persona la peggiore delle sorti da vivo, insieme a tanti altri lavori, si pone ad offrire ai giovani l’opportunità di non dimenticare quella che il Premio Nobel Elie Wiesel definì come “la più grande tragedia della storia”.