Giornata della Memoria, “Etty Hillesum Elogio dell’amore” al Castello Orsini Colonna di Avezzano

Reduce dalla tournee in Turchia, a Istambul, dove la compagnia Fantacadabra ha portato lo spettacolo teatrale ETTY HILLESUM, ELOGIO DELL’AMORE”, realizzato in coproduzione con TSA, ecco che lo stesso spettacolo verrà proposto presso il Castello Orsini Colonna di Avezzano.

Mai momento fu più idoneo, dato che, come ormai è noto, a breve ricorrerà – il 27 gennaio – la Giornata della Memoria, data ed eventi dedicati all’emblematica azione con la quale le truppe dell’Unione Sovietica, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz e posero così fine allo sterminio del popolo ebraico.

Ebbene, il 25 gennaio alle ore 9 e il 26 gennaio alle ore 11, la rappresentazione porterà sulla scena Laura Tiberi e Santo Cicco che reciteranno con le immagini video  di Stefano Mont e sotto la regia di Mario Fracassi. Al termine delle rappresentazioni, il pubblico potrà approfondire i temi legati allo spettacolo insieme a Gino Milano che modererà gli incontri e gli interventi.

Partecipare alla commemorazione della Giornata della Memoria con una performance teatrale appositamente preparata, deve fornire l’occasione per riflettere sul pericolo che il clima di odio e di intolleranza che si instaurò in quel buio periodo dell’umanità, torni ad avvelenare i rapporti tra gli uomini; per riflettere sull’importanza di superare preconcetti e stereotipi e per lavorare sull’accettazione e l’inclusione

Il pensiero di Etty Hillesum, giovane donna ebrea olandese che rimase vittima nei campi di concentramento della disumana idea nazista, ben spiega l’atteggiamento comunque positivo verso la vita e il convincimento che tanta barbarie potrebbe essere superata: “Ci sono esistenze di uomini e donne che pure situazioni inumane, ci hanno lasciato e lasciano testimonianze straordinarie per come sono riuscite a salvare “la sorgente buona nell’umano”, senza lasciarsi schiacciare totalmente da ciò che la realtà esterna distrugge.”

Questa giovane donna e la sua disgraziata esperienza hanno molto da trasmettere alle giovani generazioni: non perse mai, neanche nei peggiori momenti al campo, la volontà di partecipare del suo tempo, di comunicare la sua ricerca interiore, il suo desiderio di raccontare, i suoi interrogativi sulla differenza tra donne e uomini, la sua idea di Dio e dell’Amore, il suo altruismo radicale, la sua incontenibile ironia, il suo impetuoso spirito.

Le sue parole, recitate nel testo teatrale indicano la via della bellezza che tutti dovrebbero perseguire, stimolando a conoscere e capire la storia di allora come di oggi e a riflettere sulle attuali chiusure, sugli odierni campi e deportazioni.

Consapevole che del destino che aspetta lei e il suo popolo, non perde forza e speranza entrambe rivolte verso gli altri più che verso se stessa e, senza per questo scadere nel melenso romanticismo, di dichiararsi “un cuore pensante”; il suo convincimento la spinge a mantenere alta, forte, chiara e sicura la sua voce affinché si possa udire il suo insegnamento:  anche nel pieno dell’orrore, respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più «inospitale».  L’animo temprato – non quello indurito – respinge l’odio e chiama l’Amore.