“Giornata della Memoria”. Il Taccuino della Storia – “Una storia ignota…Anzi quasi cronaca!”

AVEZZANO – 8 settembre 1943, il generale Dwigth Eisenhower, Ike, da radio Algeri rende noto che l’Italia ha sottoscritto un armistizio con gli Alleati.
Segue il messaggio del maresciallo Badoglio.
Giorno dopo: Sua Maestà il Re Imperatore fugge con la corte a Brindisi, passando proprio per Avezzano, ove fecero rifornimento alla stazione di servizio di Camatthias lungo Via Roma (più o meno all’altezza dell’incrocio attuale con Via della Pineta).
A Cefalonia, il generale Antonio Gandin, originario di Avezzano, cade vittima della ferocia nazista con i suoi Diecimila della Divisione Acqui che comanda.
Mentre tutti pensano che la guerra sia finita, Mussolini viene liberato dal Gran Sasso e fonda la Repubblica Sociale Italiana a Salò.
Sembra uno stato da operetta, ma riceve adesioni anche ad Avezzano dove si formano i primi gruppi di repubblichini.
Inizia, allora, anche da noi un momento disgraziato nel quale uscirà il meglio ed il peggio. Due membri della Milizia locale: uno si adopererà per mantenere un minimo di umanità, estraniandosi da molti fatti orrendi, mentre un altro sceglierà la via dell’orrore, denunciando e facendo arrestare ebrei, antifascisti e poi soldati americani rifugiati.
Ma la nostra storia inizia prima, in quell’anno 1938 quando il regime fascista sigla l’orrore delle leggi razziali.
La sora Edvige non se ne dà per intesa e continuerà a passare “qualcosa in più” alla famiglia di un ebreo che aveva perso il lavoro.
Un coadiutore delle scuole elementari deve lasciare il proprio posto, ma con il federale che chiude forse tutti e due gli occhi riesce a continuare la sua esistenza quasi normale, mantenendo la sua casa dalle parti di Via Cadorna e impartendo ripetizioni ai figli degli “ariani”.
Lo proteggono fino a quel mattino disgraziato, nessuno se la ricorda davvero quella data, ma siamo nel 1944: un tal Mariolino, fanatico repubblichino, per riuscire a prendersi la casa del coadiutore che confina con la sua, lo denuncia al comando tedesco.
Il resto è quasi cronaca… Lasciamo la parola al Nostro Inviato nel tempo…
Sono le 7,30, momento da terremoto a ben vedere… Due kubelwagen, scortate da quattro motociclisti, svoltano sgommando su via Cadorna e frenano bruscamente…Ecco scendono due ufficiali in divisa nera e cinque militari con le folgori sul colletto…Arriva anche un camion dal quale scendono un gruppo di SS e una Balilla della Milizia…
I fischietti stridono, un cane abbaia e si becca un calcione dall’Hauptsturmführer che guida impassibile le operazioni…Irrompono con le armi spianate nella casa del coadiutore che stava alzandosi dal letto…Per pura fortuna la moglie ed i due figlioletti sono andati da una zia a Magliano… Lo schiaffeggiano e lo gettano a terra…Gli gridano di tutto…Poi lo afferrano, lo costringono a vestirsi e a prendere qualche cosa e poi, strattonandolo e malmenandolo, lo fanno correre giù per le scale… Fuori son calci e spintoni…Cade, si rialza…Ha il volto tumefatto e perde sangue dal naso…La gente, atterrita, guarda da dietro le tendine…Comincia a cadere una pioggerellina fitta e sottile…Dal palazzo di fronte esce il maresciallo Francesco C., ha combattuto coi tedeschi in Africa e mostra una fotografia insieme a soldati dell’Afrikakorps

Foto di repertorio

Lo costringono a farsi da parte…Il coadiutore vien fatto salire a forza sulla seconda kubelwagen e poi filano via tutti rombando… Il maresciallo raccoglie da terra l’orologio che è caduto al coadiutore…Alza lo sguardo verso Via Roma…Piove…Neppure la polvere si alza…

Ecco! La polvere!
E’ quella cosa che cade sugli archivi, sui ricordi, sulla memoria e copre ogni cosa, forse anche i sentimenti…
Solo il vento può farla volar via, dissiparla e lasciare che la verità torni a rilucere come oro al sole…

Che sia accaduto o meno, è così che andavano le cose in quei giorni del 1944…

gmdp

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