Gli eletti in Abruzzo a Camera e Senato. Pieno di Fratelli d’Italia. Il Pd strappa un seggio al terzo polo con Stefania Di Padova. Lega. Bellachioma: «D’Eramo deve dimettersi»
AVEZZANO – Il giorno dopo i risultati delle elezioni politiche di domenica scorsa, diversi sono i toni di commento, sia da una parte che dall’altra.
Se Biondi giudica un risultato storico quello ottenuto da Fratelli d’Italia, in casa centrodestra c’è chi ha aperto il processo al leader.
È il caso del coordinatore regionale della Lega, Luigi D’Eramo, del quale chiede le immediate dimissioni Giuseppe Bellachioma, ex coordinatore e fondatore del partito in Abruzzo.
Nel PD, poi, se il neo senatore Michele Fina, segretario regionale del partito, analizza luci ed ombre, pur riconoscendo la sconfitta, l’ex parlamentare Stefania Pezzopane, parla di fallimento e di partito da rifondare, a livello nazionale, per reagire al meglio a questa fase storica.
Ma intanto vediamo gli eletti abruzzesi nei due rami del Parlamento.
Eletti in Abruzzo: Senato
Eletti in Abruzzo: Camera
Resta fuori Luigi D’Eramo, segretario regionale della Lega.
I commenti
Articolata e complessa, l’analisi del voto del neo senatore e segretario regionale del Pd, Michele Fina: «La strada per unire passa – ha detto Fina – dal far tesoro del lavoro di allargamento che abbiamo fatto fin qua, del gruppo di persone, dei candidati e non solo, che si sono spesi gettando il cuore oltre l’ostacolo.
Ricostruiremo un partito e un campo intorno a questa tipologia di persone e alla nostra unità interna, che sia propedeutica ad un’unità più larga.
Non abbiamo in questa campagna elettorale fatto nemmeno una polemica su niente con i nostri concorrenti del campo del centrosinistra senza del resto riceverle. Considero ad esempio positivamente alcune candidature dei Cinque Stelle, comprese le parlamentari che sono state rielette, che hanno svolto un buon lavoro in Parlamento anche assieme a noi.
Anche con Azione e Italia Viva l’interlocuzione è rimasta viva.
La nostra soddisfazione è grande, per tutto quello che significa l’elezione di Stefania Di Padova – ha poi proseguito Michele Fina – .
Ci abbiamo creduto e investito le energie di tutto il Pd Abruzzo. La sua esperienza e il suo radicamento nella città e nella provincia di Teramo saranno preziosi per l’intera regione».
Durissima e impietosa l’analisi della deputata uscente, Stefania Pezzopane: «Per il Pd la sconfitta è pesante, senza appello.
Troppi errori: una linea politica incerta, un’agenda Draghi senza Draghi, una alleanza debole e contraddittoria, una campagna elettorale senza messaggi forti e senza priorità programmatiche.
L’ossessione della Meloni, ho avuto l’impressione che le desse ancora più visibilità e centralità. E poi l’assurda ed improvvisa mortificazione del campo largo e la barriera verso Conte, nostro Presidente del Consiglio della Pandemia e del Pnrr. In queste condizioni l’esito era purtroppo scontato.
Non è utile scaricare responsabilità su altri. Letta ha annunciato l’avvio del congresso perché è necessario rifondare e rigenerare il nostro partito. La ripartenza deve essere immediata, non possiamo aspettare. Non può esserci assoluzione ma solo reazione».
Successo nato dal lavoro sui territori e collettivo del partito, è l’analisi del Coordinatore provinciale dell’Aquila di Fd’I, e Sindaco del capoluogo di regione, Pierluigi Biondi: «Questa vittoria racconta di un successo collettivo e nato dai territori, di una campagna elettorale tradizionale fatta tra la gente per ascoltare le istanze di famiglie, imprese, associazioni di categoria e settori produttivi.
Un traguardo possibile grazie all’impegno di decine di amministratori locali, sindaci, vice sindaci, assessori, consiglieri che hanno fatto sì che in provincia dell’Aquila fosse riscontrato il successo più importante tra i collegi abruzzesi.
È un premio per un partito che ha dimostrato concretezza e coerenza, di non essere un comitato elettorale che nasce alla vigilia di una elezione, per il suo leader Giorgia Meloni e per il buon governo attuato in Regione e in moltissimi enti locali.
Faccio gli auguri a tutti, tra cui un aquilano e uno d’adozione: in Parlamento ci saranno sei parlamentari Fdi eletti in Abruzzo.
Ognuno di loro sa che i grandi temi nazionali di questa città e delle aree interne si intersecano con complessità e dinamiche che il Paese si troverà a dover affrontare – conclude Biondi – ma siamo certi che riceveremo l’attenzione e il sostegno di cui avremo bisogno».
«Il Movimento 5 Stelle, pur correndo da solo in questa tornata elettorale, in Abruzzo ottiene la fiducia del 20% dei cittadini. Un risultato straordinario che ci conferma la prima forza politica di opposizione e l’unico punto di riferimento per l’area progressista, in contrasto alle politiche della destra di Fratelli d’Italia – afferma il Capogruppo in Regione Abruzzo del Movimento 5 Stelle Francesco Taglieri – .
Abbiamo superato con ampio margine ben due dei tre partiti che compongono la coalizione vincente e staccato tutti i partiti di opposizione. Un risultato straordinario – conclude – di cui andiamo fieri e che traccia la strada al Movimento 5 stelle come unica reale alternativa all’attuale governo regionale guidato dal presidente di FDI Marco Marsilio».
Guerra ormai aperta all’interno della Lega Salvini Abruzzo. Ad aprire il fuoco è l’ex coordinatore regionale, e fondatore del partito in Abruzzo, Giuseppe Ballachioma che vuole le dimissioni dell’attuale coordinatore, parlamentare uscente non rieletto, Luigi D’Eramo: «Ritengo necessario e oltremodo legittimo chiedere le dimissioni del segretario regionale della Lega Luigi D’Eramo, con relativo azzeramento di tutte le cariche regionali e provinciali, nonché della segreteria politica del partito e di ogni ulteriore vertice decisionale che ha contribuito a questa disfatta.
Alla luce dei risultati della Lega Abruzzo ottenuti in occasioni delle recenti elezioni politiche nonché della mancata rielezione del segretario regionale Luigi D’Eramo – spiega Bellachioma – mi corre l’obbligo, in qualità di fondatore del partito, di richiamare tutti ad un atteggiamento di coerenza e di responsabilità.
È necessario un cambio di passo ora e non più tardi, perché aver preso 8%, dopo aver toccato vette inimmaginabili di consenso, può essere solo l’inizio della fine per la Lega in Abruzzo, tenendo ben presente che fra un anno e mezzo ricorrono le elezioni regionali e non è consentito a nessuno di finire a distruggere un patrimonio politico faticosamente costruito in un decennio prima di arrivare al 28% delle regionali e al 35% delle europee.
La Lega Abruzzo va riconsegnata ai bravi amministratori locali, ai sindaci, agli assessori e ai consiglieri, ma ancor di più va restituita ai militanti che hanno messo cuore e passione (e spesso anche denaro proprio) – prosegue – per dimostrare spirito di appartenenza ad un partito che non ha più un’anima, dilaniato da litigi, fuoriuscite, abbandoni e con una gestione discutibile anche per quanto riguarda le nomine ed incarichi regionali e decisioni politiche incomprensibili e scellerate.
Vi è stato, in questi anni, il tentativo di evitare di aprire e dare rilievo a costoro perché considerati un pericolo per chi pianifica di rimanere “padrone e sotto”, insieme a una cerchia ristretta di persone altrettanto incapaci sia nelle relazioni umane che in quelle politiche, ma pronti a far pesare il potere indiretto che deriva da essere nelle grazie del capo.
A loro le responsabilità maggiori della mancata crescita ed anzi della vistosa sconfitta elettorale della Lega. Non c’è più tempo ed è finito un tempo».