Gli occhi di Giulia e la sua voce spenta nel sangue

di STEFANIA PEZZOPANE*

Come erano gli occhi di Giulia mentre l’assassino la uccideva? Come era la sua voce impaurita?

Lui, il bastardo, non ha avuto né amore, né pietà umana, si è accanito, la rincorreva, la colpiva.

Come erano gli occhi di Giulia ed in quanto sangue è stato seppellito il suo sorriso tenero? Non c’è amore ne’ tenerezza in questo ennesimo femminicidio. La mente di questi esseri spregevoli va altrove, al loro delirante narcisismo, al volersi sentire padroni, alla loro invidia ed incapacità di accettare che ci sono donne libere che vogliono raggiungere traguardi, magari laurearsi, festeggiare i propri successi, sentirsi padrone di amare chi vogliono e di poter disporre della propria vita.

Il ritrovamento del colpo della giovane Giulia ha posto fine ad ogni speranza. Me lo sentivo, però speravo che non fosse così.

Questa volta un uomo giovane, privo di valori ed umanità, carico invece di odio cieco, si è scatenato su di lei, sua coetanea, diceva di amarla, ma non era vero. Questo non è amore. Non è mai amore quando c’è sopraffazione e violenza psicologica e fisica.

A scuola ed in famiglia ed in ogni luogo comunitario, si insegni ad ogni maschio di ogni età il rispetto verso le donne.

Non si ama usando la violenza e l’oppressione.

La giustizia faccia la sua parte, ma da subito gli uomini abbiano uno scatto di orgoglio. Mi chiedo, ma non vi sentite delle schifezze, non vi vergognate a sapere che esseri del vostro stesso genere uccidono, picchiano, molestano, stuprano, opprimono le donne in nome di una presunta supremazia maschile ?

Non credete sia giunto il momento che siate voi uomini a raccontare un modo diverso di stare con le donne, di mettere in discussione tante convinzioni che vi portate con voi?

E smettetela di voler decidere voi come dobbiamo vivere, chi dobbiamo amare, quali traguardi dobbiamo raggiungere e persino come dobbiamo morire.

Mi sono battuta insieme a tante altre donne per anni per leggi giuste, abbiamo approvato norme importanti per riconoscere lo stupro delitto contro la persona e non più contro la morale, per inasprire le pene e rendere il sistema giudiziario più attento e capace di intervenire.

Abbiamo approvato La legge contro il femminicidio, il codice rosso, il piano nazionale contro la violenza per sostenere in tutta Italia gli indispensabili centri antiviolenza. Ma non basta mai perché insieme alle leggi serve cambiare nel profondo una cultura patriarcale che si arricchisce di ulteriori aspetti patologici verso i risultati che con tanta fatica le donne anche giovani ora riescono a conseguire.

Le donne sono cambiate molto in questi decenni, ma molti uomini non sono cambiati per nulla. È così continuiamo a piangere vittime innocenti.

Ero una studentessa del liceo, quando elaborammo con le ragazze della Fgci, una proposta di legge di iniziativa popolare per inserire a scuola informazione ed educazione alla sessualità, al rispetto, alla cura dei sentimenti.

Non fu approvata e sono falliti i tentativi anche nella scorsa legislatura. Ce la farà il nostro paese a fare almeno ora questo passo di civiltà ?

Riposa in pace piccola donna, i tuoi occhi fieri e la tua voce rimangono tra noi, a darci forza per ribellarci a questo mondo ostile alle donne.

*Ex parlamentare e consigliera comunale dell’Aquila