Goriano Sicoli. Giovane pastore trovato morto nella stalla. Ad ucciderlo il monossido di carbonio
Durissima presa di posizione della Cgil e Flai-Cgil di L’Aquila: “Basta morire di lavoro!”
L’AQUILA – Sdegno profondo dopo i particolari emersi sulle cause della morte di Korouma Ousmane, 23 anni, proveniente dalla Guinea, trovato morto in una stalla di Goriano Sicoli dove svolgeva le mansioni di pastore. L’uomo, che a quanto pare era a malapena coperto nonostante le temperature bassissime nella zona durante le ore notturne, sarebbe deceduto per le esalazioni emesse da un braciere che il giovane africano aveva acceso per scaldarsi. Indagato, al momento, il datore di lavoro del ventitreenne deceduto, un imprenditore di Canneto, residente a Sulmona.
Sul drammatico episodio intervengono Cgil e Flai-Cgil con un pesantissimo comunicato nel quale, vivaddio, si riportano al centro due valori dimenticati: la sacralità della vita umana e il primato e la dignità del lavoro.
Questa la nota della Cgil dell’Aquila: “La Cgil e la Flai-Cgil provinciale L’Aquila, nell’esprimere dolore e costernazione per la morte del pastore Korouma Ousmane, trovato senza vita nelle montagne di Goriano Sicoli, intendono portare all’attenzione dell’opinione pubblica il problema diffuso dello sfruttamento dei lavoratori migranti nella nostra provincia.
Le condizioni di vita e, purtroppo di morte, di Korouma Ousmane, non sono dovute al caso, ma sono determinate direttamente dallo sfruttamento e dal disprezzo per la vita e la dignità dei lavoratori stranieri. Vivere e morire in assoluta solitudine in un alloggio ricavato dai locali per la stagionatura di un ex caseificio, in una stanza 3 metri per 3 metri, con un fornello ed un giaciglio di fortuna sono conseguenze di nuove forme di schiavismo di fronte alle quali non vogliamo, non possiamo e non dobbiamo tacere.
Ancora una volta la CGIL e la FLAI dicono basta al ricatto imposto dai nuovi ‘padroni’ ai lavoratori spesso invisibili che popolano le campagne e le montagne delle nostre aree interne. In attesa degli accertamenti degli enti preposti sulle cause della morte e sulla regolarità’ dell’applicazione del Contratto individuale di lavoro, esprimiamo pieno cordoglio alla famiglia del lavoratore originario della Guinea ed alla sua comunità, chiedendo nel contempo interventi utili affinché non si ripeta mai più una tragedia simile. È inammissibile morire di lavoro”.