Governo, fino a 10 miliardi per famiglie ed imprese. Giorgia Meloni: «I pochi soldi che ci sono li useremo per le bollette»
ROMA – Si va verso margini di manovra più ampi per il decreto bollette e la legge di bilancio. L’andamento del Pil superiore alle attese dovrebbe infatti tradursi in risorse aggiuntive a disposizione del governo, tanto che secondo il vicepremier, Antonio Tajani, venerdì il governo è pronto a mettere sul piatto tra i 7 e i 10 miliardi per dare priorità “ai sacrifici di famiglie e imprese”.
I calcoli e le valutazioni sono ancora in corso e al ministero dell’Economia regna il massimo riserbo, ma dalle ipotesi che circolano il ‘tesoretto’ da circa 10 miliardi di minor deficit lasciato dal governo Draghi potrebbe aumentare di almeno 5 miliardi.
A certificare i numeri sarà la Nadef attesa venerdì in consiglio dei ministri, che dovrebbe varare anche la Relazione sull’aggiustamento di bilancio, ovvero il primo passo verso il nuovo pacchetto di aiuti per tutelare famiglie e imprese fino alla fine dell’anno.
La stima preliminare sul Pil nel terzo trimestre (+0,5%) cambia – in meglio – il quadro delineato finora. A questo si aggiunge il buon andamento dei conti pubblici, con il continuo miglioramento del fabbisogno (nei primi 10 mesi a 56,5 miliardi) grazie soprattutto al buon andamento dell’Iva.
La Nota di aggiornamento al Def, che il nuovo esecutivo deve aggiornare con il quadro programmatico, a questo punto modificherà anche le previsioni tendenziali e il deficit al 5,1% per il 2022 potrebbe essere rivisto ulteriormente al ribasso (dal 5,6% del Def di aprile), facendo così lievitare il tesoretto: le cifre che circolano indicano una forchetta tra il 4,6% e il 4,8%, il che aprirebbe uno spazio compreso tra circa 15 e 19 miliardi.
L’ ‘effetto Pil’ si avrà anche sulla manovra: se buona parte delle risorse sul 2022 serviranno a finanziare il decreto aiuti ‘quater’, la parte restante verrà usata per gli anticipi di spesa, lasciando così spazi liberi per la legge di bilancio.
Nel complesso la manovra dovrebbe arrivare a mobilitare una cifra intorno ai 40 miliardi, con una dote in deficit che potrebbe essere di circa 21 miliardi.
La dimensione del ‘tesoretto’ sarà nero su bianco nella Relazione con cui si chiede l’autorizzazione al Parlamento all’aggiustamento di bilancio, da approvare a stretto giro per consentire l’utilizzo dei nuovi margini fiscali. Il passo successivo sarà il nuovo pacchetto di aiuti, atteso la prossima settimana, con la proroga fino a fine anno dei crediti di imposta per le imprese energivore e dello sconto benzina.
Ancora in fase di studio l’intervento sul bonus sociale o la replica dell’una tantum da 150 euro, oltre all’introduzione di uno scudo di sei mesi per chi non riesce a pagare le bollette.
La nuova Nadef fornirà anche un primo quadro di massima della manovra, che destinerà i tre quarti delle risorse al pacchetto energia.
“I pochi soldi che ci sono serviranno a coprire il taglio delle bollette per chi è in difficoltà”, torna a ribadire la premier Giorgia Meloni.
Per il resto, la legge di bilancio interverrà sul tema pensioni (le ipotesi sono tutte sul tavolo, dal bonus per rimanere al lavoro oltre 63 anni al restyling – o anche proroga – di quota 102) e sul cuneo (dando continuità all’attuale taglio di due punti), varando peraltro, probabilmente con un dl fiscale collegato, una nuova rottamazione.
Il governo ha già espresso la volontà di intervenire sulle cartelle, nonostante i buoni risultati raggiunti finora con la strategia di compliance.
In linea con gli obiettivi del Pnrr, il potenziamento delle lettere di conformità inviate ai contribuenti per regolarizzare la loro posizione ha permesso di riscuotere 2,1 miliardi di euro, sui 2,45 stimati dal Piano per fine anno. In chiave Pnrr, il governo dovrà anche sbloccare la spending review rimasta al palo rispetto ai target, ma in vista della manovra sono anche molte altre le misure allo studio: dall’estensione della flat tax alla conferma dei fringe benefit, dalla riduzione della tassazione sui premi di produttività alla revisione del superbonus e del Reddito di cittadinanza, con i sussidi limitati a chi non può lavorare e corsi di formazione, come ha confermato Meloni, per gli altri.
Proprio il dossier lavoro è destinato a scaldarsi a breve, con già la prima grana sul nodo dei navigator.
Il primo banco di prova sarà venerdì con l’incontro tra la neo ministra Marina Calderone e le parti sociali.
I sindacati hanno già detto che non si accontenteranno di un dialogo: vogliono una vera trattativa.