Governo, Regione, F.u.s., F.u.r.c., e tagli agli enti culturali
L’AQUILA – Pare proprio che la cultura, lo spettacolo musicale o teatrale, il balletto, e le altre diverse forme d’arte siano d’impaccio e, quindi, che debbano lentamente morire.
Non si comprende altrimenti, la decisione della Giunta Regionale Abruzzo che, con nota del 12 dicembre scorso, decide, in osservanza alla L.R. 38/2020 che per il 2020, il F.U.R.C. – Fondo Unico Regionale per la Cultura – verrà erogato alle organizzazioni che operano nel campo della cultura nella misura del 35% rispetto a quanto corrisposto nel 2019.
Il Consigliere Regionale di area PD, Pierpaolo Pietrucci, attraverso un comunicato stampa, ha portato in evidenza l’incresciosa situazione, rilevando, una sorta di mancata coerenza tra le premesse e le conclusioni del comma 3 art. 4 della L.R. 38/2020: “In considerazione […] delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, che non consentono attualmente agli organismi dello spettacolo dal vivo di introitare entrate da incassi e da abbonamento in misura sufficiente ad assicurare la sostenibilità economica e la continuità all’attività, i finanziamenti regionali […] verranno erogati a titolo di ristoro, in misura pari ad un massimo del 35% del contributo erogato per l’annualità 2019.”
Lo scopo della denuncia è evidentemente, quello di predisporre gli opportuni correttivi anche in conseguenza dell’opposto comportamento adottato dal Governo sulla stessa questione: “infatti per il 2020 il MiBACT, ha deciso di assegnare alle istituzioni culturali il 100% di quanto erogato nel precedente 2019, più una integrazione ulteriore oscillante tra il 5 e il 10% più ancora altri eventuali ristori” che vuol dire che le istituzioni culturali non solo potranno contare sul totale di quanto introitato nel 2019 ma che potranno contare su di un ulteriore 5-10% in più, con la possibilità di accedere anche ad altri ristori.
Gli operatori dello spettacolo e della cultura, quelli che si occupano di teatri, orchestre, associazioni o enti culturali possono accedere anche ad un fondo denominato F.U.S. Fondo Unico per lo Spettacolo, istituito con D.M.332/ 27.07.2017 (destinati alle attività di spettacolo dal vivo e concessi per progetti triennali, su programmi annuali) purché gli Enti Locali eroghino un contributo pari almeno al 40%.
Ora come ora, e come ha messo in evidenza Pietrucci, sarà impossibile per le imprese culturali abruzzesi accedere al FUS visto che il contributo degli enti locali sarebbe pari al 35%, non potendo contare sui supporti degli enti comunali che, a seguito della situazione determinatasi con l’emergenza sanitaria, si trovano davvero in ristrettezze economiche.
Con eleganza: “caduti dall’albero e senza le ciliegie”, sembrerebbe questa la situazione in cui verrebbero a trovarsi gli operatori culturali qualora le decisioni prese non venissero riconsiderate!
E’ noto a tutti che il 2020 è stato un anno davvero disgraziato per la cultura a causa delle disposizioni impartite per il contenimento del contagio e ancora non è ben chiaro come andrà a finire il 2021… Non si tratta solo di spettacolo o divertimento; ci sono di mezzo tanti lavoratori che, direttamente o indirettamente, costituiscono un mondo di collaboratori e fornitori già in drammatica crisi e un patrimonio culturale e artistico che rischia di scomparire o subire un drastico ridimensionamento proprio quando, invece, ci sarebbe bisogno di servirsene per contrastare i disorientanti e dissocianti stati indotti dalla solitudine del distanziamento e dalla mancata frequentazione della dimensione sociale e civica.