Gravi criticità al carcere di Pescara.Il Vice Segretario Generale SPP Nardella le elenca presentando il conto e la ricetta all’Amministrazione Penitenziaria.
Pescara- Si presenta molto difficile la situazione al carcere di Pescara. A denunciarlo è il Vice Segretario Generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria informato e supportato così come lo è dal Segretario Regionale Elio Colella e dal Segretario Provinciale Tiziana Sciarra.
Ad un sovraffollamento fatto di +181 detenuti (dalle tabelle ministeriali si leggono di 276 posti regolamentari mentre di detenuti presenti se ne contano ben 457 ) fa da contraltare una carenza di personale di Polizia Penitenziaria di circa 58 unità.
Già questi dati farebbero gridare allo scandalo se non fosse che essi rappresentano solo una parte dei tantissimi problemi affliggenti la casa circondariale pescarese.
Purtroppo,infatti, i tarli amministrativi insistenti nel carcere rivierasco non sono solo legati agli organici.
Si parte dagli aspetti logistici che inquadrano nel pluridenunciato muro di cinta troppo basso e nell’ unica scala utilizzata per la discesa promiscua dei detenuti e degli agenti dai piani detentivi, i pericoli che più risaltano agli occhi soprattutto di chi lavora. Il tutto seppur su di essi in passato si siano concentrati, con progetti in mano, i pensieri di tutti coloro avrebbero voluto invertire la rotta sulle annose questioni ma che per inspiegabili ragioni non hanno visto raggiungere gli obiettivi prefissati in ordine alla loro risoluzione.
Altra nota molto dolente è legata alla presenza di troppi detenuti con problemi di natura psichiatrica. Una situazione, questa, che rispecchia in maniera incredibilmente trasparente la nefasta conseguenza derivata dalla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.
Dovevano esserci solo 6 postazioni per detenuti affetti da problemi psichiatrici e assegnati alla sezione denominata ATMS ma nel carcere di San Donato se ne contano circa un centinaio, molti dei quali con doppia diagnosi (psichiatrici/tossicodipendenti).
Cosa dire poi della presenza di eccessive circuitazioni di detenuti?
La promiscuità di differenti tipologie di reclusi rende non solo estremamente difficile la loro gestione ma anche e soprattutto il pericolo di un loro possibile scontro stante la non ermeticità dei reparti.
Il carcere di Pescara così come più volte raccontato dalla cronaca porta con sé il triste primato di aggressioni nei confronti dei poliziotti penitenziari. Non è difficile quindi pensare che siano proprio i numerosi detenuti affetti da problematiche psichiatriche, tra l’altro non idoneamente supportati da sufficiente personale sanitario (h 24, 7 giorni su 7), la maggior causa delle aggressioni.
Insomma il quadro che si presenta del carcere di Pescara è assai preoccupante.
La ricetta per risolvere i problemi l’amministrazione se vuole ce l’ha.
Noi del SPP gliela vogliamo ricordare chiedendo di affrontare i problemi elencati e cioè attivando:
L’ invio di 60 unità di Polizia Penitenziaria in aggiunta a quelle operanti;
La costruzione di una scala riservata ai soli agenti e innalzamento del muro di cinta;
La riduzione delle circuitazioni penitenziarie portandole dalle attuali 5 ( Collaboratori, media sicurezza, sezione per i detenuti e gli internati che abbiano un comportamento e che richiede particolari cautele, anche per la tutela dei compagni da possibili aggressioni o sopraffazioni ex art 32 regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario) , a custodia attenuata e semiliberi) a una al massimo 2;
E il trasferimento di gran parte dei detenuti psichiatrici in netto surplus rispetto a quello previsto.
I dati ai responsabili della gestione amministrativa generale e, se vogliamo anche ai politici ai quali chiediamo idoneo supporto, ce li hanno. Non ci venissero a dire che non glielo abbiamo detto.
Così il Vice Segretario Generale SPP Mauro Nardella