Hope. “Con gli occhi al cielo voglio vivere la mia vita..”. Storia del Venerabile Matteo Farina
AVEZZANO – “La semplicità è lo specchio del volto di Cristo; uno specchio che riflette purezza e amore, ma anche tanta forza, nella mia eterna fragilità. E’ il sorriso di un bambino felice e spensierato, è il pentimento di un figlio che, riconoscendo il suo errore, si strofina alla gamba della madre per scusarsi; è essere pronti a lasciare tutto per seguire Gesù come egli stesso ci ha chiesto.
La semplicità è il vento leggero con cui Dio entra delicatamente nei nostri cuori, per scatenare poi una tempesta di amore. La semplicità sta in poche parole: Dio è infinito”. Queste magnifiche parole sono state scritte da Matteo Farina, un giovane Venerabile la cui storia è davvero affascinante: oggi noi di Espressione24 ve la racconteremo per continuare il nostro viaggio sul sentiero Santità-Giovani.
Matteo nacque ad Avellino il 19 settembre del 1990, luogo di nascita di suo nonno paterno, anche se passerà la sua intera vita nella bellissima Brindisi, precisamente nel rione Casale. Figlio di una casalinga di nome Paola Sabbatini e di un impiegato di banca di nome Miky, Matteo cresce in una famiglia normalissima che sente e vive profondamente la fede cristiana e che riesce a trasmetterla al piccolo Matteo, introducendolo da subito nella vita comunitaria della Parrocchia di appartenenza ”Ave Maris Stella”, a cui il giovane Venerabile rimarrà sempre legato. Nella sua casa è sempre circondato dall’amore dei suoi genitori, di sua sorella maggiore Erika e di amici e parenti.
Matteo è un bambino allegro, solare, come lo sono tanti bambini amati e coccolati dalla propria famiglia: ma nel contempo è mite, affabile e dolce, caratteristiche che lo distingueranno anche negli anni della sua breve vita. Dalla tenera età mostra una grande intelligenza che lo porterà ad imparare e soprattutto a conosce il Mondo. Tale consapevolezza fa sì che lui vivrà tutto con intensità e profondità: e questa cosa lo porterà ad essere molto attivo e volitivo anche negli impegni extrascolastici. Svariate sono le attività sportive che pratica e sin da piccolo sviluppa ma forte fu la sua passione per la musica: ciò lo spingerà ad imparare a suonare diversi strumenti e che gli permetterà di fondare con i suoi amici un gruppo musicale, i “No Name”.
Come per il nuovo Beato Carlo Acutis, anche il Venerabile Matteo Farina ama tantissimo l’informatica e per questo, dopo le scuole medie, si iscrisse presso l’ITIS “G. Giorgi”di Brindisi. Oltre all’informatica, Matteo si appassionerà presto alla chimica, materia che, attraverso lo studio dell’atomo, particella piccola e perfetta, gli fa percepire ancor di più l’infinita grandezza di Dio.
La Fede per il giovane Venerabile è un dono, anzi, il Dono che più di tutto vive con il suo atteggiamento scevro da ogni forma di superficialità e leggerezza. A nove anni mostra una conoscenza del Vangelo insolita per quell’età e soprattutto mai si staccherà dal desiderio di conoscere e approfondire la Parola per poter meglio aderire ad essa. Matteo si accosta molto frequentemente al Sacramento della Riconciliazione, ricorrendo al suo confessore abituale; partecipa all’Eucaristia e all’Adorazione Eucaristica con grande raccoglimento e consapevolezza. Matteo, nel suo cammino spirituale, si è ispirato a san Pio da Pietrelcina, a san Francesco d’Assisi, a santa Gemma Galgani e Teresa di Gesù Bambino di cui ha letto gli scritti e al beato Piergiorgio Frassati.
Purtroppo la gioia di vita di Matteo venne turbata dalla malattia. Nel settembre 2003 si presentano i primi sintomi di quel male che per quasi sei anni, costituirà la sua salita al Calvario: nell’ottobre 2003 affronta una pericolosa biopsia al cervello e nel gennaio 2005 subisce un primo intervento per asportare il tumore cerebrale, seguito da quaranta giorni di dura chemio e radio. Anche di fronte alla malattia Matteo reagisce con una forza che mette in crisi gli stessi dottori: dal suo corpo piegato dal male, usciva una gioia di vivere, che si traduce nella tenacia e nella forza di volontà a voler vivere la quotidianità tenendo fede, anche durante i periodi duri della chemio, agli impegni della sua vita ordinaria, recuperando brillantemente nello studio e continuando ad occuparsi delle sua passione, la musica.
Nonostante la malattia, Matteo si innamorò di una ragazza, Serena, che gli starà vicino negli ultimi due anni della sua vita, per la quale Matteo proverà un amore grande. Purtroppo Matteo morì il 24 aprile 2009. Coloro che lo hanno incontrato durante la malattia, hanno testimoniato l’eroicità della sua fede e soprattutto quella perfetta letizia che gli consentì di vivere tutto il suo dramma e il dolore fino ad accogliere sorella morte nella serenità che contraddistingue i giusti.