I beni culturali abruzzesi sotto la tutela dell’Arma dei Carabinieri
AVEZZANO – Il Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, in un comunicato stampa emesso in mattinata, ha ufficializzato – dopo il via libera dato dal ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, e dal comando generale dell’Arma Carabinieri – l’istituzione di un Nucleo di tutela del patrimonio culturale presso la città dell’Aquila.
Latore della bellissima notizia al Sindaco è stato il Comandante dei Carabinieri Tutela patrimonio culturale, Generale di Brigata Roberto Ricciardi.
Lo spazio che ospiterà il nucleo era già stato individuato nel 2017 in base ad un’ intesa intercorsa tra Comune, Agenzia del Demanio, Ministero della Difesa e Regione Abruzzo, dove si riconosceva nella ex Caserma De Amicis il luogo che avrebbe potuto accogliere – insieme al nucleo – anche gli uffici dell’Archivio di Stato e del Segretariato Generale.
Il sindaco Biondi prevede inoltre, una migliore futura sistemazione nel complesso retrostante la Basilica di San Bernardino, il quale però deve ancora essere oggetto di lavori di ristrutturazione e così precisa, proprio perché la localizzazione odierna è provvisoria (solo dal punto di vista della logistica, però), la “ volontà di dare un impulso decisivo alla costituzione nel capoluogo d’Abruzzo di una istituzione così prestigiosa, che riteniamo possa essere un elemento di valorizzazione del percorso intrapreso nella candidatura a città italiana della cultura”.
Oggi ricorre l’11° anniversario del terremoto dell’Aquila, nel quale perirono 309 persone e il primo cittadino ha commentato che “si tratta di una bellissima notizia per questa terra che, per un gioco del destino, giunge nel giorno che ha profondamente segnato la storia moderna di questa comunità”; ha poi ricordato “l’impegno e le azioni di quanti hanno silenziosamente lavorato per raggiungere un importante obiettivo che intende favorire il ritorno in centro storico di uffici pubblici e funzioni dello Stato”.
L’Aquila e tutta la sua provincia hanno assoluta necessità del Nucleo di tutela del patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri.
I tesori che l’Abruzzo ha scoperto, ri-scoperto e che ancora devono essere portati alla luce devono poter contare su un’azione continua di valorizzazione, diffusione e pubblicizzazione; e la tutela, quanto più un bene è prezioso, diventa un bisogno imprescindibile.
Bisogna partire da lontano per ricordare tutto il patrimonio artistico culturale e qualcosa resterà sicuramente dimenticato, per tanto che ce n’è.. Ricchissimo e variegato esso spazia dall’architettura alla pittura passando per la scultura, la ceramica, la tessitura e l’oreficeria.
Dai gioielli di famiglia marsa (le grotte preistoriche nei siti circonfucensi, Alba Fucens, i siti archeologici di Marruvium, del Lucus Angitae, i cunicoli e l’emissario di Claudio indissolubilmente legati all’Incile e all’opera di prosciugamento del Principe Torlonia, le torri e i castelli medievali dei borghi posti lungo la riva di quello che una volta era il Lago Fucino, la chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta e la Basilica dei Santi Cesidio e Rufino a Trasacco, S. Maria in Valle Porclaneta) a quelli di area quilana (il sito archeologico di Amiternum) e poi i castelli – primo fra tutti il Forte spagnolo dell’Aquila e, ancora, la chiesa di Santa Maria di Bominaco con l’oratorio di San Pellegrino, l’ l’abbazia di Santa Lucia a Rocca di Mezzo ,la chiesa di Santa Maria ad Cryptas presso Fossa,la Basilica di Collemaggio e quella di S. Bernardino, la chiesa di S. Agostino a L’Aquila, la chiesa di s. Panfilo a Tornimparte con le opere di Saturnino Gatti… per arrivare un poò più vicino a noi, con il Palazzo delle Esposizioni o Emiciclo che oggi ospita il Consiglio Regionale d’ Abruzzo….) passando per le province di Chieti (i ruderi del Teatro romano, l’imponente Cattedrale di S. Giustino con la Torre Campanaria, il cinquecentesco Palazzo Comunale, Castello Aragonese, Abbazia di S. Giovanni in Venere, il Museo la Civitella e quello Archeologico d’Abruzzo ospitato a villa Frigeri, nonché quello Costantino e Diocesano ricco di arte medioevale e pale d’altare barocche le tele di Michetti e Cascella….) e per quella di Teramo ( con la “Valle delle Abbazie” per la presenza di numerosi edifici sacri che vi sorgono, tutti di notevole pregio e interesse artistico e culturale e la “Valle Siciliana”, vero e proprio inno alla storia all’arte e alla cristianità, Castelli e le splendide, inimitabili ceramiche, famose in tutto il mondo) per giungere infine, ma non ultima, a quella di Pescara. Il capoluogo di provincia che, pur avendo oggi un aspetto moderno, a causa di pesanti bombardamenti subiti nel corso della 2^ G.M., ha origini antichissime – I° millennio A.C. – . Essa è ricca, oltre che di vestigia antiche, anche di architetture – che si collocano prevalentemente a cavallo tra l’800 e il ‘900 – di tipo religioso e civile, dove è frequente, diffuso e ben conservato il rimando all’Art Noveau e al Razionalismo fascista. Considerevoli di massimo interesse anche le opere di scultura monumentale e di pittura.
Si è detto anche di un patrimonio custodito nella tessitura, antica arte femminile, legata all’allevamento bovino e alla produzione della lana, praticata fino verso la metà del secolo scorso; per quest’arte gli esemplari più antichi risalgono al XVII sec., unitamente ad altre produzioni conservate presso il museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara.
Non si deve dimenticare poi, dell’arte orafa e orafo/religiosa: Guardiagrele con Nicola Gallucci detto di Guardiagrele, Scanno, Pescocostanzo sono la patria dell’antica, preziosa arte che ha prodotto oggetti sacri (calici, ostensori, reliquiari, incensieri… tutti prodotti con metalli nobili: oro e argento riccamente decorati con smalti e/o avorio) ma anche gioielli per fidanzate e spose, per tutte la famosissima “presentosa” (esportata in tutto il mondo) insieme a orecchini, collane, bracciali che hanno adornato per centinaia di anni le nostre donne.
Gli abruzzesi saranno orgogliosi e fieri di accogliere una sezione del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e di poter contare, per il futuro, su un competente gruppo di lavoro che si adopererà – anche nella nostra regione – per fronteggiare, con efficacia di strumenti ed interventi mirati, l’allarmante fenomeno della depauperazione del più grande museo al mondo che è l’Italia e, nello specifico, dell’Abruzzo che ne fa parte e, sotto il profilo culturale, in maniera consistente.