I cuccioli di Amarena stanno bene. Ma tutt’intorno impazza la caccia al cinghiale. Cosa aspetta la Regione a sospenderla?
AVEZZANO – Doppiette ancora in azione nella Marsica, anche nelle aree che sono limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nonché nelle aree normalmente frequentate dagli orsi.
Non solo. Gli orsi condividono le stesse aree con i cinghiali, che nella Marsica e un po’ in tutto l’Abruzzo sono molto diffusi e numerosi.
E i cinghiali sono notoriamente una delle prede bersaglio dei cacciatori, tanto è vero che, proprio in questo momento, è aperto il periodo della caccia la cinghiale, animale che, come noto, è sempre troppo prolifico e numeroso.
Ma quest’anno, in queste aree del Pnalm c’è un particolare importantissimo in più.
Come noto, dall’1 settembre scorso, data in cui Andrea Leombruni di San Benedetto dei Marsi ha sparato e ucciso la “Grande Orsa” Amarena, i suoi cuccioli stano cercando di sopravvivere da soli.
Cosa che fino ad ora, fra le polemiche degli umani, pare sia loro riuscita.
Adesso, però, la loro stazza è aumentata ed è simile a quella dei cinghiali. Il rischio, con la caccia in corso, è che possano essere confusi con i selvatici ungulati e quindi soccombere sotto il fuoco delle doppiette.
Per prevenire questa che sarebbe una vera disgrazia, il Pnalm nei giorni scorsi ha rivolto alla Regione Abruzzo la richiesta che riportiamo: “Il Parco, in vista dell’apertura della caccia al cinghiale, ha chiesto ai competenti uffici della Regione Abruzzo e all’ATC di Avezzano di non riaprire l’attività venatoria nelle aree frequentate dai giovani orsi, per evitare ulteriori disturbi e per permettere loro di continuare a svolgere le loro attività in vista dell’ibernazione”.
In questo periodo, però, la situazione non è cambiata. La ciccia c’è, i cinghiali pure, i cuccioli di Amarena girano per i monti e i boschi della zona e la Regione Abruzzo non ha ancora stabilito nulla.
E allora, senza polemiche di sorta e con solo intento costruttivo, chiediamo anche noi alla Regione Abruzzo di sospendere temporaneamente la caccia nel territorio indicato, e questo al fine di tutelare i due cuccioli della “Grande Orsa” Amarena fino al momento in cui i due plantigradi non inizieranno il letargo o “periodo di ibernazione”.
Come direbbe Giobbe Covatta, “Basta poco, che ce vò!”.